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Anno XV num.2
Mar./Apr. 2016

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CANDIDATI SINDACO E GESTIONE RIFIUTI... CUI PRODEST?

di Assunta Sera

 

Con una data ormai quasi certa, 5 giugno 2016, entra finalmente nel fulcro la campagna elettorale per l’elezione del Sindaco di Roma.

Il tema dello smaltimento dei rifiuti, che tanti scandali e problemi creò alle precedenti amministrazioni, viene solo marginalmente toccato dai numerosi candidati al Campidoglio.

Il primo punto sul quale andrebbe fatta una doverosa distinzione è tra raccolta differenziata e smaltimento/riciclo dei rifiuti.

Infatti se nel primo aspetto la città di Roma si colloca in ambito europeo in una buona posizione con il 43%, in termini di peso, di raccolta differenziata (18% Parigi; 39% Berlino; 60% Vienna) [dati AMA – Incontro capitali Europee sul ciclo dei rifiuti urbani 20 ottobre 2015], tale virtuoso risultato non si ripete per quanto riguarda lo smaltimento/riciclo.

L’argomento non è di secondaria importanza poiché la UE ha fissato (direttiva 2008/98/CE), per l’anno 2020, l’obiettivo del riciclo del 50% dei rifiuti domestici.

Roma sperpera i numeri confortanti della raccolta differenziata in una filiera dello smaltimento dislocata fuori regione con un aggravio di tasse non indifferente sui Romani. Parigi ma soprattutto Vienna e Berlino toccano una capacità di trattamento dei rifiuti del 100%, in modalità assolutamente autonome e rispettando pienamente il principio di prossimità.

Per Roma, finita l’era del monopolio di Malagrotta, a seguito delle numerose vicende giudiziarie che hanno portato le discariche dei Castelli Romani e del Frusinate ad essere invase dai rifiuti romani (vedi la discarica di Colleferro) e poi ad esportare la spazzatura della Capitale nelle altre regioni, l’AMA ha cercato una soluzione definitiva e moderna, individuata in un progetto avveniristico denominato Ecodistretto.

Tale piano che, secondo i progetti dell’ente dovrebbe sorgere su Via Rocca di Cencia (quadrante est di Roma), punta ad abbandonare definitivamente la strada delle discariche per abbracciare l’idea più moderna di una sorta di cittadella/quartiere dei rifiuti per il recupero, riciclo e rifiuti zero. L’impianto verrebbe attrezzato per ricevere rifiuti urbani provenienti dalla raccolta differenziata e dimensionato per il trattamento di 40.000 tonnellate/anno di rifiuti organici, dai quali ottenere poi compost e biogas.

 

Il 25 febbraio 2016 si è aperta la conferenza dei servizi per la Valutazione di Impatto Ambientale di tale progetto e, in tale sede, i comitati di quartiere del quadrante est della capitale hanno manifestato le motivazioni che li portano ad una posizione di forte contrarietà al progetto.

La questione della localizzazione delle aree di smaltimento dei rifiuti è un problema annoso per la Capitale. Infatti con la sua pianta urbana, definita dagli urbanisti a “macchie di leopardo”, ovvero sviluppatasi negli anni spesso senza precisi criteri urbanistici ed al di fuori dei piani regolatori, gli amministratori di Roma trovano notevoli difficoltà non solo a gestire la vita ordinaria della città, come trasporti e servizi, ma anche a disegnare progetti con una programmazione a lungo termine, come appunto le discariche. E’ impossibile localizzare un’area, all’interno dei confini comunali, che non abbia vicino quartieri fortemente abitati.

In questa situazione profondamente conflittuale ed intricata, l’argomento del riciclo dei rifiuti nella campagna elettorale per l’elezione del sindaco di Roma sembra essere ancora assente e totalmente soverchiato dal più appetibile discorso della raccolta differenziata che, come si è visto, vede la città di Roma tra le capitali virtuose d’Europa. Sarebbe però utile sapere, aldilà degli spot elettorali, che cosa pensano di fare i candidati qualora il progetto dell’Ecodistretto tirasse per le lunghe.

 

 

Assunta Sera

 


 

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