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STRATOS...FERICA

I grandi successi della Lancia Stratos

 

di Roberto Maurelli

 

Nei primi anni ’70 i vertici della squadra corse della Lancia erano alla disperata ricerca di una sostituta per la plurivittoriosa Lancia Fulvia; una vettura, quindi, che potesse continuare a dominare la scena dei Rally per gli anni a venire.

La scelta cadde, quasi casualmente, su di un prototipo presentato al Salone di Torino nel 1970 dalla carrozzeria Bertone. Si trattava di una sportiva a motore centrale (un 1600 cc derivato proprio da quello della Lancia Fulvia e recuperato nel corso di una demolizione!), con un design futuristico opera di Marcello Gandini (autore delle linee di vetture quali Lamborghini Miura e Countach, Alfa Romeo Montreal e Fiat X1/9).

Cesare Fiorio, allora al vertice della squadra corse, mostrò immediatamente interesse per il progetto. 

Così il prototipo venne modificato e ne venne prevista la produzione in 500 esemplari (forse mai raggiunta…), necessari per l’omologazione nei rally. La versione definitiva montava il motore 6 cilindri a V di 65° e la trasmissione manuale a cinque rapporti della Ferrari Dino 246, abbinati ad un telaio monoscocca centrale in lega leggera rinforzato. Il propulsore, dotato di doppio albero a camme in testa e 2 valvole per cilindro, era collocato in posizione trasversale per ridurre i già minimi ingombri; l’alimentazione era affidata a tre carburatori doppio corpo Weber. Oltre a questo la Stratos sfoggiava freni a disco ventilati su tutte e quattro le ruote, sospensioni indipendenti all’anteriore e al posteriore, cerchi in lega. La trazione era, ovviamente, posteriore.

L’auto esprimeva 250 cv a circa 7500 giri/min, sufficienti per spingerla fino a 230 Km/h di velocità massima e per farla balzare da 0 a 100 Km/h in un tempo inferiore ai 7 secondi. Tutto questo, unito ad un peso piuma e ad un passo estremamente corto, rendeva l’esperienza di guida davvero eccitante, anche se l’incredibile reattività del telaio poteva mettere in difficoltà anche i piloti più smaliziati.

Questa vettura venne schierata in gara nei rally nel Gruppo 4 dove ebbe una straordinaria carriera sportiva e fu per anni l'auto da battere: conquistò i Campionati del Mondo del 1974, 1975 e 1976. In particolare, nel 1976 si dimostrò estremamente superiore alla concorrenza, contribuendo in maniera sostanziale a diffondere sempre più il mito della Lancia nel mondo.

Purtroppo nel 1977 la Fiat, proprietaria della Lancia, decise che, per promuovere la sua nuova 131, era necessario darle un’immagine sportiva. Si scelse così di “pensionare” anticipatamente l’eccezionale Stratos e di lanciare la 131 Abarth Rally.

La scelta si rivelò comunque vincente, ma non fu mai accettata dai “lancisti” duri e puri che non hanno mai perdonato alla Casa madre questo smacco, almeno fino a quando non arrivarono la 037 prima e le Delta S4 e HF poi.  

La Stratos, nelle mani di esperti piloti privati, conobbe, comunque, molti altri successi di prestigio a livello europeo e italiano fino al 1982, anno in cui venne a scadenza l’omologazione per le corse.

Dopo quell’anno le stupefacenti caratteristiche dinamiche della Stratos furono particolarmente apprezzate da alcune famose scuole di pilotaggio, che ne fecero la palestra per futuri campioni dell’automobilismo italiano.

La più vera testimonianza sulla bontà del progetto Stratos può offrirla, però, solo il “Drago”, ossia l’irresistibile Sandro Munari, primo pilota italiano ad aggiudicarsi la Coppa Fia piloti. L’amore quasi viscerale che provava per questa vettura (la abbandonò solo al momento del ritiro della Stratos ufficiale dalle competizioni) e il profondo rispetto che nutriva per il suo carattere aggressivo sono la migliore prova di quanto essa abbia saputo lasciare un segno indelebile nella storia dell’automobilismo. 

Se ne accorsero perfino oltreoceano, perché il prototipo Lancia Stratos 0 (quello del ‘70) fu utilizzato nel 1988 per il film Moonwalker di Michael Jackson (ora si trova nello show room del centro stile Bertone a Caprie (in Valle di Susa).

Numerosi sono stati anche i videogiochi che, a distanza di anni, hanno continuato a riproporne il mito: dal famoso Sega Rally Championship fino a Colin McRae Rally 2005, in cui la Stratos è una delle auto da sbloccare durante il percorso di gioco.

Forse sarebbe più facile per tutti limitarsi a qualcuna di questa gare virtuali, visto che i pochi esemplari rimasti sono una preda ambitissima dei collezionisti di tutto il mondo e vantano una quotazione molto vicina ai 100.000 €.

 

 

 

 

Roberto Maurelli


 

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