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di Isabella
Dallapiccola
I giovani e la tecnologia
Nuove tecnologie: si stava meglio quando si stava peggio? Pro e contro
di Internet&Co
«L’uso che gli adolescenti fanno della rete è sempre più autonomo e
spesso sfugge completamente ai genitori. Come l’abitudine sempre più
diffusa ad entrare in contatto con sconosciuti, con cui si scambiano
foto, filmati e numero di cellulare». Questa è la condizione descritta
dal quotidiano “la Repubblica ” nel dicembre 2008. Oggi a distanza di
circa tre anni la situazione è pressappoco la stessa, se possibile è
anche peggiorata, stando alle notizie di cronaca sempre più frequenti e
drammatiche.
Per questo viene spontaneo chiedersi: le nuove tecnologie hanno
migliorato la nostra vita o la stanno peggiorando?
Tutto sta in come le si usa. Il PC ad esempio è uno strumento utilissimo
per il lavoro e per lo studio, così come internet che ha sostituito le
enciclopedie cartacee rendendo le ricerche più facili e veloci, ma la
vera insidia del web sono le chat. Io penso che siano utili perché
permettono di comunicare a distanza, sono divertenti e noi ragazzi le
amiamo, ma anche molto pericolose perché non puoi mai sapere se dietro
al nickname della persona appena conosciuta su facebook, twitter e altri
sia davvero chi dice di essere. Con questo non intendo criticare la
comunicazione via chat, ma semplicemente mettere in guardia dai mille
pericoli possibili e consigliare di essere cauti ed evitare gli
sconosciuti.
Anche i cellulari sono un mezzo di comunicazione molto amato dagli
adolescenti tanto da diventare un prolungamento della mano per quanto lo
utilizzano, cosa che personalmente non mi riguarda molto perché sì, lo
uso, ma sono capace di dimenticarlo anche per un giorno intero nella
borsa, diventando irraggiungibile.
Per questo il ministero della Pubblica Istruzione con la direttiva del
15 Marzo 2007 vieta l’utilizzo dei telefonini in classe, accusati di
essere insieme ad altri comportamenti di disturbo delle lezioni «la
conseguenza di un processo di progressiva caduta di una cultura del
rispetto delle regole»
La direttiva prevede che i cellulari vengano tenuti spenti e le sanzioni
partono dal ritiro temporaneo dell’oggetto alla sospensione dello
studente, anche se si sa quanto (o quanto poco, vista la frequenza con
cui si viene “sgamati”) siano bravi i ragazzi ad aggirare le regole.
Insomma, ormai la tecnologia è una costante nella vita delle nuove
generazioni, a differenza di quelle precedenti che si definiscono
tecnologicamente analfabete e che vivevano benissimo anche senza. Vorrei
concludere rispondendo alla domanda precedentemente posta: sì, la
tecnologia ha migliorato la nostra vita, ma per evitare che la peggiori
è necessario usarla con cautela.
(I.D.)
Una
parentesi sulle problematiche dei giovani
Pasolini:«ci si droga per mancanza di cultura» Un po’ di numeri e
ipotesi sulla motivazione del fenomeno.
Sempre più consumata dai giovani ma non solo da loro, anche da adulti e
soprattutto da star del cinema e della musica. Si tratta della droga,
piaga della società da ormai diversi anni.
Lo scrittore Pierpaolo Pasolini nel suo articolo su “il Tempo” del 1968-
quindi anche abbastanza datato- espone la sua ipotesi sulle motivazioni
per cui i ragazzi facciano uso di stupefacenti:«ci si droga per mancanza
di cultura […]. È chiaro che chi si droga lo fa per riempire un vuoto,
un’assenza di qualcosa, che dà smarrimento e angoscia». L’autore spiega
chiaramente che secondo lui la motivazione principale del consumo di
sostanze allucinogene è una vita vuota priva di cultura, intesa come
possibilità di riflettere e ragionare.
La droga però non è solo una sostanza. «l’azione ha sempre funzione di
droga» secondo l’autore sopracitato, quindi in questo contesto si
possono intendere anche particolari attività che producono “sicurezza
culturale” e fanno in modo che non si arrivi a dover utilizzare
dell’eroina per credere di sentirsi meglio.
I ragazzi arrivano ad assumere determinate sostane come spinelli,
“pasticche” ma anche quelle legali quali alcol e fumo perché, intanto si
vedono più forti soprattutto se escono con una compagnia di ragazzi più
grandi e li vogliono imitare poi perché sentono la loro vita talmente
vuota da dover pensare che sia una sostanza a renderli migliori. Qui si
ritorna al pensiero di Pasolini: questi ragazzi sono talmente poveri
culturalmente da non capire che così si rovinano e che sono ben altre le
cose che riempiono la vita, non di certo una “canna”.
Da un indagine del 2011 dall’Istituto Superiore di Sanità si evidenza
che la droga-anche se legale la sostanza non cambia- prediletta dai
giovani è l’alcool, soprattutto tra gli under 16, che si divertono a
mescolare vino, birra e superalcolici. Già nel 2008, sempre secondo
L’Istituto Superiore il “bingedrinking”- la sbornia programmata in
occasioni ben determinate, ad esempio il sabato sera- toccava il 22% dei
ragazzi e il 6% delle ragazze. L’alcool, come scrive Osvaldo Pasello nel
suo articolo del Maggio 2011 per “il Resto del Carlino” di Rovigo, è
utilizzato come sostituto delle droghe perché «può provocare uno stato
di profonda alterazione psicofisica e allo stesso tempo è una sostanza
legale e socialmente accettata».
Per quanto riguarda le droghe cosiddette “classiche”, da una ricerca
condotta dalla comunità Europea nel 2011 risulta che l’Italia, seguita
da Danimarca, Spagna Irlanda e Regno Unito, è il Paese con il più alto
uso di cocaina tra i giovani.
Dei ragazzi tra i 15 e i 19 anni : il 5,9% ha provato la cocaina, il
2,9% l’eroina, il 4,7% stimolanti ed allucinogeni e il 31,9% la
cannabis. Ciò che rende la situazione più inquietante è che si usano in
contemporanea diverse droghe.
Dopo aver letto questi agghiaccianti dati, si può dire che Pasolini
aveva ragione, che è puramente la mancanza di ragionamento a far
arrivare i giovani a drogarsi?
Isabella Dallapiccola |