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Anno XIV num.4
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  • I GIOVANI E LA TECNOLOGIA

  • UNA PARENTESI SULLE PROBLEMATICHE DEI GIOVANI

di Isabella Dallapiccola 

 

I giovani e la tecnologia
Nuove tecnologie: si stava meglio quando si stava peggio? Pro e contro di Internet&Co

«L’uso che gli adolescenti fanno della rete è sempre più autonomo e spesso sfugge completamente ai genitori. Come l’abitudine sempre più diffusa ad entrare in contatto con sconosciuti, con cui si scambiano foto, filmati e numero di cellulare». Questa è la condizione descritta dal quotidiano “la Repubblica ” nel dicembre 2008. Oggi a distanza di circa tre anni la situazione è pressappoco la stessa, se possibile è anche peggiorata, stando alle notizie di cronaca sempre più frequenti e drammatiche.
Per questo viene spontaneo chiedersi: le nuove tecnologie hanno migliorato la nostra vita o la stanno peggiorando?
Tutto sta in come le si usa. Il PC ad esempio è uno strumento utilissimo per il lavoro e per lo studio, così come internet che ha sostituito le enciclopedie cartacee rendendo le ricerche più facili e veloci, ma la vera insidia del web sono le chat. Io penso che siano utili perché permettono di comunicare a distanza, sono divertenti e noi ragazzi le amiamo, ma anche molto pericolose perché non puoi mai sapere se dietro al nickname della persona appena conosciuta su facebook, twitter e altri sia davvero chi dice di essere. Con questo non intendo criticare la comunicazione via chat, ma semplicemente mettere in guardia dai mille pericoli possibili e consigliare di essere cauti ed evitare gli sconosciuti.
Anche i cellulari sono un mezzo di comunicazione molto amato dagli adolescenti tanto da diventare un prolungamento della mano per quanto lo utilizzano, cosa che personalmente non mi riguarda molto perché sì, lo uso, ma sono capace di dimenticarlo anche per un giorno intero nella borsa, diventando irraggiungibile.
Per questo il ministero della Pubblica Istruzione con la direttiva del 15 Marzo 2007 vieta l’utilizzo dei telefonini in classe, accusati di essere insieme ad altri comportamenti di disturbo delle lezioni «la conseguenza di un processo di progressiva caduta di una cultura del rispetto delle regole»
La direttiva prevede che i cellulari vengano tenuti spenti e le sanzioni partono dal ritiro temporaneo dell’oggetto alla sospensione dello studente, anche se si sa quanto (o quanto poco, vista la frequenza con cui si viene “sgamati”) siano bravi i ragazzi ad aggirare le regole.
Insomma, ormai la tecnologia è una costante nella vita delle nuove generazioni, a differenza di quelle precedenti che si definiscono tecnologicamente analfabete e che vivevano benissimo anche senza. Vorrei concludere rispondendo alla domanda precedentemente posta: sì, la tecnologia ha migliorato la nostra vita, ma per evitare che la peggiori è necessario usarla con cautela.

(I.D.)


Una parentesi sulle problematiche dei giovani
Pasolini:«ci si droga per mancanza di cultura» Un po’ di numeri e ipotesi sulla motivazione del fenomeno.

Sempre più consumata dai giovani ma non solo da loro, anche da adulti e soprattutto da star del cinema e della musica. Si tratta della droga, piaga della società da ormai diversi anni.
Lo scrittore Pierpaolo Pasolini nel suo articolo su “il Tempo” del 1968- quindi anche abbastanza datato- espone la sua ipotesi sulle motivazioni per cui i ragazzi facciano uso di stupefacenti:«ci si droga per mancanza di cultura […]. È chiaro che chi si droga lo fa per riempire un vuoto, un’assenza di qualcosa, che dà smarrimento e angoscia». L’autore spiega chiaramente che secondo lui la motivazione principale del consumo di sostanze allucinogene è una vita vuota priva di cultura, intesa come possibilità di riflettere e ragionare.
La droga però non è solo una sostanza. «l’azione ha sempre funzione di droga» secondo l’autore sopracitato, quindi in questo contesto si possono intendere anche particolari attività che producono “sicurezza culturale” e fanno in modo che non si arrivi a dover utilizzare dell’eroina per credere di sentirsi meglio.
I ragazzi arrivano ad assumere determinate sostane come spinelli, “pasticche” ma anche quelle legali quali alcol e fumo perché, intanto si vedono più forti soprattutto se escono con una compagnia di ragazzi più grandi e li vogliono imitare poi perché sentono la loro vita talmente vuota da dover pensare che sia una sostanza a renderli migliori. Qui si ritorna al pensiero di Pasolini: questi ragazzi sono talmente poveri culturalmente da non capire che così si rovinano e che sono ben altre le cose che riempiono la vita, non di certo una “canna”.
Da un indagine del 2011 dall’Istituto Superiore di Sanità si evidenza che la droga-anche se legale la sostanza non cambia- prediletta dai giovani è l’alcool, soprattutto tra gli under 16, che si divertono a mescolare vino, birra e superalcolici. Già nel 2008, sempre secondo L’Istituto Superiore il “bingedrinking”- la sbornia programmata in occasioni ben determinate, ad esempio il sabato sera- toccava il 22% dei ragazzi e il 6% delle ragazze. L’alcool, come scrive Osvaldo Pasello nel suo articolo del Maggio 2011 per “il Resto del Carlino” di Rovigo, è utilizzato come sostituto delle droghe perché «può provocare uno stato di profonda alterazione psicofisica e allo stesso tempo è una sostanza legale e socialmente accettata».
Per quanto riguarda le droghe cosiddette “classiche”, da una ricerca condotta dalla comunità Europea nel 2011 risulta che l’Italia, seguita da Danimarca, Spagna Irlanda e Regno Unito, è il Paese con il più alto uso di cocaina tra i giovani.
Dei ragazzi tra i 15 e i 19 anni : il 5,9% ha provato la cocaina, il 2,9% l’eroina, il 4,7% stimolanti ed allucinogeni e il 31,9% la cannabis. Ciò che rende la situazione più inquietante è che si usano in contemporanea diverse droghe.
Dopo aver letto questi agghiaccianti dati, si può dire che Pasolini aveva ragione, che è puramente la mancanza di ragionamento a far arrivare i giovani a drogarsi?

 

Isabella Dallapiccola

 


 

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