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Un programma strategico integrato per la sostenibilità ambientale
di
Vincenzo Barone
PREMESSA
Il
processo dell’Agenda 21 Locale nella Regione Calabria non ha trovato
finora un’adeguata applicazione. Il meccanismo stenta a decollare, per
una miriade di problemi. La tradizionale dicotomia tra le aree più
sviluppate e quelle più arretrate a livello europeo porta ancora una
volta a puntare l’indice sulla Calabria dove, nonostante gli
incoraggiamenti comunitari, non si è ancora trovato il modo di
utilizzare in maniera “sostenibile” le immense risorse territoriali ed
ambientali a disposizione. È necessario pertanto pensare allo “sviluppo
sostenibile” in termini nuovi rispetto al passato, riconoscendo al
Programma Strategico Integrato Territoriale una valenza tale da poter
incidere sulla programmazione comunitaria in ambito regionale e
provinciale.
Partendo dall’analisi dello stato di fatto in Europa, in Italia e nella
Regione d’interesse, è possibile entrare nel lato più tecnico del
processo, individuando i punti di crisi e quelli di debolezza del
sistema. Allo stesso tempo bisogna focalizzare l’attenzione sui punti di
forza e sulle opportunità del territorio calabrese, finalizzando gli
sforzi alla creazione d’uno strumento operativo che possa essere un
indispensabile supporto alle scelte che riguardano la pianificazione
degli interventi.
IL PROGETTO
Il
lavoro si divide essenzialmente in due momenti: uno rivolto alla
promozione della partecipazione degli amministratori e dei cittadini
verso le principali fasi dei processi di Sviluppo Sostenibile a livello
mondiale, comunitario e nazionale; l’altro, alla proposizione di idee e
progetti da sviluppare nel breve, medio e lungo termine, nei comuni
delle cinque province calabresi. È pertanto necessario che già nelle
sedi istituzionali si inizi a parlare delle varie fasi del percorso
della sostenibilità, dal Trattato di Amsterdam alla Carta di Aalborg,
puntualizzando il ruolo e gli impegni che le città europee devono
portare avanti per rientrare nel famoso “Protocollo di Kyoto”. La base
di partenza è un’indagine sui processi di attuazione di Agenda 21
Locale (uno “strumento” a cui viene affidato il compito di concretizzare
a livello locale gli obiettivi di sostenibilità messi a punto nel Summit
di Rio de Janeiro) in tutti i comuni ricadenti nel territorio regionale.
Tale analisi passa attraverso l’istituzione di un apposito organismo
posto alle dirette dipendenze dell’Assessorato regionale all’Ambiente.
Il quadro che emerge dalle relazioni del Coordinamento Nazionale
delle Agende 21 Locali (la prima, presentata nel giugno 2002 e la
seconda nel marzo 2004) se da una parte mostra una situazione rosea per
quanto riguarda la diffusione dei processi nel nostro Paese (oltre 360
processi concretamente avviati), dall’altra impone alla Calabria una
seria riflessione sui ritardi accumulati rispetto alle altre realtà. In
linea con quanto definito nel processo di A21L le tematiche di
intervento sono:
o
territoriali/ambientali
– mobilità, acqua, suolo, rifiuti e aria;
o
economiche
– turismo, agricoltura, attività produttive, occupazione;
o
sociali
– formazione, salute-sicurezza, coesione sociale, comunicazione.
Il
progetto si articola sostanzialmente attraverso quattro STEP, di
seguito definiti.
STEP 1 -
Il
primo passo è la creazione di un Osservatorio ambientale in ogni Comune
calabrese. Osservatorio che abbia tra i suoi scopi la raccolta dati sui
monitoraggi effettuati sul territorio dagli enti competenti nei diversi
settori d’interesse. Gli Osservatori comunali, in base al principio di
sussidiarietà, faranno riferimento ai cinque provinciali e così via,
fino a quello regionale. È importante, in questa fase, organizzare forum
nei Comuni, prevedendo la partecipazione dei cittadini in forma singola
(sportello di riferimento) e associata (forum).
STEP 2 -
Raccolta e analisi dei dati. Rapporto puntuale e globale sullo Stato di
attuazione dell’Agenda 21 locale. Predisposizione della Swot Analisys:
individuazione dei punti di forza, debolezza, opportunità e minacce del
sistema.
STEP 3 -
Programmazione degli interventi. Redazione del programma strategico
integrato territoriale da parte del Coordinamento regionale, in sinergia
con i Coordinamenti provinciali. Passaggio da uno strumento
interpretativo della realtà locale ad un processo per un’azione
ambientale condivisa.
STEP 4 -
Dopo
aver capito “chi siamo” e “dove vogliamo andare” si delinea il Piano di
Azione da attuare.
OBIETTIVI
Il Piano d’Azione è lo strumento operativo mediante il
quale l’Amministrazione locale ed il Forum adottano determinati
obiettivi di qualità dell’ambiente e del territorio, sulla base di
aspettative e priorità condivise e in coerenza con le evidenze emerse
dal quadro diagnostico. La definizione di obiettivi per il Piano
d’Azione deve partire dall’analisi critica degli elementi di evidente
insostenibilità che caratterizzano il modello locale di sviluppo per
individuare criteri generali ed azioni specifiche che consentano di
invertire le tendenze più critiche e rilevanti. Il Piano d’Azione deve
contenere anche gli indicatori che servono per evidenziare l’efficacia
delle azioni intraprese dai soggetti pubblici e privati per la
sostenibilità del proprio territorio. Un Piano d’azione di Agenda 21
locale efficace ed efficiente dovrebbe riflettere la visione, la
diversità e le aspirazioni di ogni attore, nonché la condivisione
possibilmente più ampia sugli obiettivi, gli strumenti, i mezzi di
azione, i criteri di valutazione di questo processo, favorendo una vasta
partecipazione e collaborazione costruttiva.
IL PROCESSO DI AGENDA 21
Il presente progetto intende dare supporto alla politica
di sviluppo sostenibile che, alla base della programmazione
dell’Amministrazione, ha visto nel recente passato importanti iniziative
collaterali di start-up, ma non è ancora decollata nelle forme reali di
un processo di Agenda 21 Locale. Sull’intero territorio regionale
calabrese la politica di sviluppo sostenibile è ormai esigenza
ampiamente condivisa: dalla Regione che ha scelto di essere partner
dell’insieme dei progetti presentati dalle Province a testimonianza di
una attenzione forte ai temi della sostenibilità che supera la logica
degli schieramenti politici; dalle Province di Cosenza, Catanzaro,
Crotone, Vibo Valentia e Reggio Calabria, Ente territoriali che della
sostenibilità ne hanno fatto un criterio guida per la propria azione di
governo del territorio; dai Comuni, dalle Comunità Montane e dai privati
che aderiscono all’iniziativa; dalle Università calabresi, dai Centri di
Ricerca, dagli Ordini professionali e dalle Associazioni. L’intero
territorio regionale, con riferimento alla dimensione amministrativa
provinciale, considerando le peculiarità analitiche di A21L, presenta
esigenze reali e peculiarità comuni (si pensi, ad esempio, alla linea
della costa tirrenica, agli assi viari principali, alle aree industriali
comuni, ai parchi) che rendono imprescindibile e necessaria una
cooperazione stretta, specie in un processo come l’A21L che voglia
essere concretamente incisivo sulle politiche connesse alla
sostenibilità. Ne deriva che l’Agenda 21 Locale si configura come punto
di convergenza tanto degli strumenti ordinari di programmazione e
pianificazione quanto di quelli di carattere più contingente che, come è
noto, hanno assunto negli ultimi anni un ruolo rilevante per le risorse
mobilitate e per le trasformazioni indotte. L’attivazione del processo
Agenda 21 Locale in Calabria muove anche dalla volontà e dalla esigenza
di
integrare
la Programmazione locale con uno strumento che colmi un
vuoto oggettivo di progettazione durevole e che, grazie all’efficacia
del processo di progettazione partecipata, produca ulteriore
mobilitazione e più efficace aggregazione delle risorse locali. Nel
contempo l’Agenda 21 può configurarsi come
starter, contenuto e indirizzo, strumento di valutazione
della programmazione.
Ø
Agenda 21 come
starter
si configura come percorso attraverso cui si creano, in
anticipo e fuori dalle rigidità di tempi e regole tipiche della
programmazione stabilita per via normativa, le condizioni ottimali per
attuare effettivamente (sostenibilità e concertazione allargata) il
sistema provinciale della programmazione.
Ø
Agenda 21 come
contenuto ed indirizzo
si configura come l’occasione per mettere a punto sistemi
di obiettivi e Piani d’Azione in grado di trasformarsi, anche sul piano
formale, nei Piani previsti dalla legge (es. Piano Territoriale di
Coordinamento Provinciale) o, comunque, in grado di orientarne in senso
sostenibile i contenuti.
Ø
Agenda 21 come
strumento di valutazione
si configura come sistema di obiettivi e indicatori da
utilizzare a supporto delle procedure di valutazione dei piani.
Le cinque Province, pertanto, dovrebbero manifestare una
coerente concordanza per lo start-up del processo di Agenda 21 Locale su
ciascun territorio con progetti, autonomi ma complementari, che al loro
interno fanno della
cooperazione
l’elemento cardine per amplificare sull’intera regione i
relativi singoli effetti positivi. D’altra parte la strategia della
cooperazione è elemento fondamentale di tutte le politiche di sviluppo
comunitario. Essa, salvaguardando le peculiarità di ciascuno, comporta
la condivisione e messa in rete di indicatori ed obiettivi che,
altrimenti, nelle aree comuni (es. aree di bacino), rappresenterebbero
un problema piuttosto che un fattore di sviluppo, come già verificato in
altre realtà territoriali.
Gli obiettivi da perseguire sono traguardi che la Regione
dovrebbe sentire propri e quindi caratterizzare l’intero quadro
programmatico di governo che gran parte del territorio condivide nelle
linee generali di principio. La proposta di percorso di Agenda 21 Locale
consiste nell’attivazione di azioni a sostegno dell’informazione e
partecipazione del pubblico e nell’implementazione di una relazione
sullo “Stato dell’Ambiente”. Se da un lato il processo di attivazione di
azioni a sostegno dell’informazione e partecipazione del pubblico
saranno sviluppate completamente così come previsto da un modello di
Agenda 21 Locale consolidato, dall’altro il processo di redazione dello
Stato dell’Ambiente deriverà dall’elaborazione dei dati ambientali
esistenti, sulla base degli indicatori definiti nell’ambito dei vari
forum. La scelta metodologica è evidentemente quella di dotare il
territorio della consapevolezza del processo e della condivisione degli
obiettivi, degli indicatori ed in generale delle aspettative concrete di
sostenibilità, per applicarne i principi, a cascata, su tutta l’attività
di programmazione e sviluppo.
Il Rapporto sullo Stato dell’Ambiente (RSA) è un
documento descrittivo dello stato del territorio e delle sue risorse e
delle pressioni esercitate dalle trasformazioni indotte dalle attività
umane. Esso viene costruito mediante la selezione, definizione,
identificazione e valutazione di opportuni indicatori ambientali,
individuati e definiti a livello nazionale e internazionale, ritenuti
rappresentativi della realtà territoriale locale. Il principale
obiettivo del Rapporto sullo Stato dell’Ambiente è quello di fornire un
adeguato sistema di informazione, accessibile e comprensibile. La
redazione del Rapporto può e deve essere intesa come un’azione che si
spinge oltre la raccolta e l’interpretazione dei dati, l’analisi delle
criticità, l’individuazione delle lacune conoscitive. Un importante
risultato del Rapporto sarà quello di riunire insieme, secondo una
logica finalizzata all’individuazione e superamento delle criticità
ambientali, le informazioni esistenti sul territorio. Lo sforzo di
raccolta dei dati e la loro restituzione grafica cercherà, quindi, di
mettere in evidenza quali siano le informazioni ancora carenti o da
acquisire al fine di rispondere sempre di più, nei Rapporti successivi,
all’esigenza di mettere in relazione lo stato dell’ambiente e
la qualità della vita dei cittadini con le pressioni che sono causa
di problemi o di degrado.
CONCLUSIONI
Il Rapporto sullo Stato dell’Ambiente non pretende di
avere carattere di completezza ed esaustività, ma ha il pregio di
organizzare le informazioni esistenti, spesso sparse e scoordinate,
evidenziando cosa, in futuro, andrà monitorato o ricercato. Il Rapporto
può costituire al tempo stesso uno strumento per la definizione di una
politica ambientale (in quanto permetterà di valutare con
maggiore coerenza gli effetti degli interventi sul
territorio e i risultati delle azioni di governo) e un’occasione di
divulgazione e di sensibilizzazione a vasto raggio.
Una
volta stilato il RSA sarà creato un modello informatico dell’area
in grado di rendere graficamente visibili e di facile lettura le
informazioni ed i dati riguardanti l’inquinamento dell’aria, dell’acqua,
e del suolo, gli impatti sull’ambiente della attività umane. In questo
modo si vuole far partecipare attivamente tutta la popolazione e
renderla consapevole. Si mira in questo modo, oltre all’informazione,
anche alla sensibilizzazione. Sempre nel settore informazione,
si lancia l’iniziativa del “Portale della Sostenibilità”, un
portale internet, sul quale ogni comune registrerà i risultati della
propria RSA e, in più, tutte le iniziative intraprese nell’ambito dello
Sviluppo Sostenibile.
(Ago.2010)
Vincenzo Barone |