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  • Pubblicità su veicoli

  • Un sogno per molti: la moto

di Simone Pavarin

Pubblicità sui veicoli

Una forma di comunicazione che in questi ultimi anni si sta prepotentemente diffondendo in tutte le nostre strade è costituita dalla decorazione di veicoli. Automobili, furgoni, bus, nessun mezzo di trasporto circolante sembra essere immune dal veicolare un messaggio che può essere di carattere pubblicitario, personale o entrambi.

Il termine “car wrapping” letteralmente dall’inglese “auto avvolgente” sembra essere entrato nel gergo comune. Si tratta di una specificità della più generica decorazione veicoli. Se pensiamo che applicare un semplice adesivo sulla carrozzeria della propria vettura, è già considerata una forma di decorazione,  allora possiamo concepire la complessità del “car wrapping”. Si tratta di “avvolgere” completamente il veicolo con un adesivo stampato in digitale. Il tipo di adesivo perfettamente conformabile alle curve della carrozzeria e la stampa digitale con tutti i suoi infiniti effetti grafici, trasforma completamente l’aspetto di qualsiasi autovettura.

Vediamo ad esempio circolare utilitarie di agenzie immobiliari completamente ricoperte da gigantografie dell’ ultimo appartamento disponibile a Rimini, o il furgone dell’elettricista di fiducia “wrappato” con un’enorme lampadina stilizzata.

Il successo di questa forma pubblicitaria deriva anche da una questione economica. Decorare una piccola vettura con un investimento di un migliaio di euro garantisce un’esposizione al messaggio pubblicitario nell’arco dell’anno di diverse centinaia di migliaia di visualizzazioni. Risultato questo ottenibile solo con enormi investimenti tramite le forme pubblicitarie tradizionali. La vettura decorata si trasforma in un vero e proprio mass-media. Di fatto si fonde il bisogno di spostarsi per lavoro o per motivi personali a con quello di far pubblicità.

Un altro interessante metodo che ha invaso letteralmente le nostre strade, è costituito dalle “vele pubblicitarie”. Camion attrezzati con grossi pannelli, le vele, su cui si applicano poster stampati di grosse dimensioni fino a 6 metri per 3. A differenza del “car wrapping”, le vele, hanno un unico scopo: veicolare il messaggio dell’azienda. Ancora una volta i vantaggi rispetto alla tradizionale affissione sono molteplici. Si può per esempio concentrare il messaggio pubblicitario in un a determinata area, oppure dirottare la vela in una zona dove  per qualche motivo si raccolgono un elevato numero di persone.

La diffusione di messaggi pubblicitari tramite veicoli è più efficace  quando il tipo di mezzo, ma soprattutto il tipo di grafica sono innovativi; si sta parlando in particolare delle grafiche tridimensionali. E’ possibile così superare in autostrada tir con cassoni trasformati in acquari, librerie, borse da viaggio incredibilmente reali.

Limitata in Europa molto diffusa negli Stati Uniti è quella forma di pubblicità che prevede l’istallazione sulla vettura, non solo di una grafica,  bensì di un vero supporto che modifica completamente la sagoma del veicolo. In particolare  le vetture delle scuole guida istallano sul tetto una struttura piramidale sulla quale viene applicata una grafica. Questa strategia permette di individuare il veicolo facilmente anche in mezzo al traffico urbano.

Queste nuove forme pubblicitarie rappresentano anche un gettito fiscale per gli enti locali non indifferente. Infatti decorare veicoli per scopi commerciali richiede il pagamento di un tributo al comune di residenza dell’azienda.

Un’ultima forma pubblicitaria, che nel nostro Paese può essere considerata al limite della legalità, ma che in altri è permessa, è costituita da quell’insieme di tecniche riferibili al “Guerllia Marketing”. Hanno fatto il giro della rete le immagini dei taxi americani che, per promuovere una nota serie tv, hanno posizionato un braccio di manichino che sporgeva dal cofano per simulare la presenza di un cadavere mal caricato nel vano bagagli. Sempre negli Usa i produttori di una nota colla adesiva hanno sostituito le ganasce di blocco utilizzate della forze dell’ordine per fermare le vetture in divieto di sosta con tubetti giganti della stessa colla per evidenziarne la forza.

Ben accolto l’utilizzo di tutte  queste tecniche pubblicitarie che incentivano gli scambi commerciali e la creatività, ma attenzione agli abusi. Non dimentichiamo che i veicoli sulle strade sono in movimento ed è quindi necessaria la massima attenzione per non rischiare la propria e l’altrui incolumità.

(S.P.)


Un sogno per molti: la moto

Inizia la bella stagione, le persone escono dal letargo invernale e, soprattutto nel fine settimana, si riversano con le loro utilitarie sulle strade per raggiungere i più disparati luoghi di refrigerio, la montagna, il lago o, a mio avviso, per i più fortunati, il mare. Luoghi che distano da casa al massimo un paio d’ore ma che ci immergono già nell’atmosfera delle vacanze estive.

Con decine di migliaia di autovetture sulle strade inevitabilmente si creano lunghe colonne di veicoli. Alcuni ovviano a questo noioso problema lasciando in  garage la macchina e optando per il sogno proibito di molti la motocicletta.

Il motociclista in sella al suo bolide non conosce traffico, è sempre puntuale e non soffre la calura a cui sono costretti i poveri automobilisti. I motociclisti si distinguono in vari “clan”  rispetto al tipo di veicolo posseduta. Si va dalla confraternita dei proprietari delle mitiche custom prima fra tutti l’americana Harley Devidson, si passa agli amanti delle “corsaiole” , qui i giapponesi dominano con le varie Honda, Yamaha ,Kawasaki; in fine ci sono i più tranquilli ma non meno agguerriti possessori di motoveicoli che per loro natura si adattano anche a percorsi alternativi alla strada asfaltata, si tratta degli amanti dell’enduro e del gran turismo.

E’ sorprendente pensare come tranquilli impiegati durante la settimana, la domenica indossino pittoreschi giubbotti di pelle, caschi simili ad elmetti militari, pantaloni con spessi rinforzi alle ginocchia tipici dei corridori dei Gran Premi.

Sono sempre rimasto colpito dalla solidarietà dei motociclisti. Come gli antichi cavalieri quando si incrociavano per strada portavano la mano all’elmo per alzare la visiera in segno di rispetto (da qui il saluto militare con la mano alla fronte), così i moderni motociclisti, disimpegnano la mano dal manubrio la sporgono leggermente e si saltano con le dita a “V”.

Tanto la vita del motociclista è avventurosa quanto piena di rischi. E’ evidente che viaggiare su due ruote è più complesso che viaggiare su quattro se non altro per una questione di equilibrio. 

Innanzitutto vi è l’elemento pioggia. Le piogge estive spesso violente ed improvvise rappresentano un vero pericolo perché se non ben attrezzati rendono la giuda impossibile: l’acqua disorienta, inzuppa i vestiti, penetra negli stivaletti, rende l’asfalto scivoloso.

Le temperature troppo elevate possono anch’esse rendere pericoloso l’utilizzo della moto, infatti sopra a certe temperature alcuni tipi di bitume utilizzato per l’asfalto stradale tende a disgregarsi.

Le barriere di contenimento, i famosi guard-rail in metallo a sezione ad H, tipici delle autostrade, a doppia o tripla onda sono progettati giustamente per resistere all’urto col veicolo di maggior dimensioni ipotizzabile che percorre la strada. Il povero motociclista, non protetto dalla carrozzeria di un’auto, non avrebbe scampo in caso di urto diretto anche ad una velocità modesta con questa barriere.

Un aspetto particolare della vita del motociclista è rappresentato dall’utilizzo del casco protettivo. L’obbligo di indossare il casco anche su ciclomotori è entrato in vigore nella seconda metà degli anni ’80. Prima di tale data un giovane poteva guidare una motocicletta anche di elevata cilindrata senza alcuna protezione, sono famosi i film di Carlo Verdone che guidava il suo centauro con “il vento tra i capelli”. Purtroppo questa situazione a portato costi sociali oltre che enormi tragedie familiari insopportabili per cui si è introdotto  l’obbligo tanto atteso. In effetti gli anni ’90 hanno visto una drastica riduzione delle morti derivanti da incidenti su motociclette. E’ importante che però il casco sia omologato, garanzia questa di efficacia in caso di urto. Troppi motociclisti per questioni estetiche utilizzano caschi non omologati, che ricordano i gli elmetti dei soldati o i caschi ultratecnologici degli elicotteristi americani.

La motocicletta è talmente apprezzata, soprattutto per la sua flessibilità sui più svariati terreni, che ormai ogni segmento della società ne apprezza l’utilizzo. Mi riferisco in particolare alla forze dell’ordine, ai reparti di soccorso medico o all’esercito.

L’ultimo aspetto da tenere in considerazione è quello economico. Anche motociclette di alta cilindrata hanno un consumo di carburante limitato, sicuramente inferiore alle auto, oltre che essere soggette a spese di assicurazioni e bolli estremamente basse.

 

Simone Pavarin

 


 

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