Navigando su questo sito web si accettano i cookie utilizzati per fornire i Nostri servizi. Per maggiori informazioni leggere l'informativa sui cookie

SPAZIO MOTORI HOME PAGE- Testata giornalistica telematica autorizzata dal Tribunale di Napoli con n.5141-Dir. Resp. Dott.Massimiliano Giovine Il primo periodico telematico di informazioni ed inserzioni auto,moto,nautica,trasporti,viabilità,ambiente,sicurezza stradale,ecc.Testata Giornalistica autorizzata dal Tribunale di Napoli-registraz.n.5141-Provv.del 27/6/2000-Direttore Responsabile Dott.Massimiliano Giovine - © Tutti i diritti riservati

|HOME|

|Presentazione|

|Note/GeRENZA| Cookie |

|Lettere|

|Spazio Motori "Ambiente"|

|Inserzioni gratis|

|Links auto|

|Links moto|

|Links utili|

|Assicuraz. web|

Anno XIV num.4
Lug./Ago. 2015

|C E R C A|

Moto storiche con meno di 30 anni: ritorna la tassa di possessoMOTORINO: in 2 anche a 16 anni
Moto storiche con meno di 30 anni: ritorna la tassa di possessoAuto, quanto mi COSTI
Moto storiche con meno di 30 anni: ritorna la tassa di possessoL'auto ITALIANA riparte dal lusso
Moto storiche con meno di 30 anni: ritorna la tassa di possessoAuto e TECNOLOGIA oggi
Moto storiche con meno di 30 anni: ritorna la tassa di possessoBMW serie 2 Gran Tourer 7 posti

GLI INTERNI DELLA BMW SERIE 2 GRAN TOURER

Moto storiche con meno di 30 anni: ritorna la tassa di possessoMoto D'EPOCA: ritorna la tassa?

TOYOTA MIRAI AD IDROGENO"MIRAI": idrogeno anche per casa

LA TOYOTA "MIRAI" AD IDROGENO

CARPOOLING IN TEMPO REALE EICMA moto: 73°edizione

CARPOOLING IN TEMPO REALEPRA o Motorizzazione?

CARPOOLING IN TEMPO REALERicerca sui SINISTRI in Italia

CARPOOLING IN TEMPO REALECARPOOLING istantaneoCAR POOLING: condividere l'auto

L'automobile elettrica in Italia: possibile?Auto ELETTRICA: utopia?

SEGNALAZIONI LE SEGNALAZIONI DEI LETTORI. Scrivi anche Tu!

KTM super Duke "R"

Pillole/News
Rubrica "Spazio AMBIENTE"
ARCHIVIO articoli
Scrivi a:redazione1@spaziomotori.it

 

Scrivici

Torna alla Home page

 | Gerenza |

 IL SACRARIO MILITARE DEL MAUSOLEO DI POSILLIPO - LA GAIOLA, TRA MITO CULTURA E NATURA - MUSEO DI PIETRARSA

di Rosario Scavetta

 

Il Sacrario militare del Mausoleo di Posillipo

Il Sacrario militare, maggiormente conosciuto come Mausoleo è un edificio monumentale, espressione dell’architettura e della tecnica edile italiana, costruito tra il XIX ed il XX secolo. Posto sulla collina di Posillipo, venne progettato è costruito da Alfonso Guerra, su richiesta di Matteo Schilizzi, quest’ultimo erede di una famiglia livornese trasferitosi a Napoli. Il celebre architetto partenopeo Guerra realizzò una fabbrica unica nel suo genere, quella che i manuali di architettura ancora oggi definiscono “il più ambizioso esempio di stile neo-egizio in Italia”.

Il complesso monumentale ospita le salme di oltre 2000 militari caduti durante le guerre mondiali e di 17 napoletani deceduti durante le “quattro giornate”. Lo scrittore e studioso Antonio Lazzarini ha dedicato al cimitero militare una monografia di piacevole lettura intitolata: “Il Sacrario militare del Mausoleo di Posillipo”. Nel breve saggio, ben curato per documentazione e veste grafica, Lazzarini descrive la singolare storia di questo monumento  che ebbe inizio nel 1880, ma nel contempo, evidenzia lo stato di abbandono e di degrado nel quale versa. L’autore scrive nel prologo  del libro: “ …io non riesco a rassegnarmi e ad accettare in silenzio il palese degrado del Sacrario e cerco, anche attraverso i pochi meriti di questa pubblicazione, che rispecchia in parte la dolorosa realtà, di  scuotere le pubbliche Istituzioni. Ad esse compete l’obbligo e il dovere di salvaguardare l’edificio monumentale che rappresenta una delle più importanti testimonianze delle patrie memorie e delle radici religiose e culturali del popolo partenopeo”. In effetti il Comune di Napoli pur essendo proprietario dal 1919, nel corso degli anni ha fatto ben poco o nulla per salvaguardare un monumento di così rara bellezza. Nonostante i vari appelli che si sono susseguiti nel tempo, alcuni “gridati” dalle colonne di autorevoli giornali, le cose non sembrano cambiate. Mi sono  recato pochi giorni fa in visita al Mausoleo, è con rammarico, ho riscontrato una situazione precaria, come l’aveva descritta Paola Perez in un articolo pubblicato dal quotidiano “Il Mattino” il 2 febbraio di due anni fa. Ancora oggi la struttura si presenta così: impianto non a norma con fili elettrici scoperti, intonaci caduti, zone transennate, infiltrazioni d’acqua, crepe nelle pareti e addirittura i marmi delle lapidi pericolanti. E’ veramente triste constatare che la memoria dei nostri eroi giace in un decadente Mausoleo sulla collina di Posillipo.

Antonio Lazzarini – Il Sacrario militare del Mausoleo di Posillipo. Ed. Gabbiani Sopra il Mare (GSM), Napoli 2007, p.p. 60 – info@gabbianisoprailmare.it

(R.S.)


La Gaiola tra mito, cultura e natura

“In quel tempo io Virgilio vivevo sul dolce grembo di Partenope…”. Chissà se in questa frase che si legge nei versi finali delle Georgiche, il Sommo poeta faceva riferimento proprio al borgo marinaro della Gaiola.  Certo è che la presenza di Virgilio all’interno della villa di Pollione, “Il Pausilypon”, è documentata da autorevoli scrittori dell’antichità e alcune rovine denominate “scuola di Virgilio” sono raffigurate in molti quadri ed innumerevoli stampe. Non sappiamo di preciso da dove deriva il singolare nome di questo antico villaggio di pescatori, si tramanda che fosse chiamato dai greci Euploea ossia “navigazione felice”, ma in un editto di Carlo III del 1759, il sito sembra identificato con il nome di “Panarello”.

L’attuale toponimo sembra derivi dal latino “Cavea”, o meglio dal diminutivo “caveola”, dunque piccola grotta. Nel dialetto napoletano “Gaiola” o anche “Caiola” significa gabbia, termine derivato dallo spagnolo “Jaula”. L’importanza della Gaiola e da ricercare nell’antichità, in particolar modo tra gli scavi che hanno riportato alla luce un antico complesso residenziale romano. I resti visibili anche da mare, sono sparsi dalla baia di Trentaremi fino a Marechiaro, ed includono il famoso “Palazzo degli spiriti”. In tempi moderni- in particolare tra gli anni 20 e gli 80 – i luoghi della Gaiola, hanno acquisito una fama sinistra. Nomi noti come Hans Braun, Otto Gruback, Maurice Sandoz, Paul Langheim,  Giovanni Agnelli, Paul Getty, Giampasquale Grappone (detto Ninì) proprietario della Compagnia d’assicurazioni Loyd Centauro, susseguitisi come  proprietari della caratteristica villa posta sull’isoletto, sono stati protagonisti di tragiche disavventure o paurosi crack finanziari, tanto da far ritenere l’isola portatrice di jella. Dal 1998 l’isolotto è stato dalla Regione Campania concesso in affitto all’Associazione “Mare Vivo” per realizzarvi un “Centro Mediterraneo per la conoscenza, la valorizzazione e diffusione delle risorse marine. Ma fortunatamente grazie al vicolo posto dalla Soprintendenza, l’area è oggetto di adeguata attenzione sia dal punto di vista della conoscenza scientifica che della tutela e della valorizzazione del territorio. Oggi il parco sommerso di Gaiola costituisce il fulcro del litorale di Posillipo,  qui il paesaggio subacqueo è costituito da una straordinaria commistione di resti archeologici e popolamenti biologici ricchissimi di variopinte forme animali e vegetali, che tra l’intricato tessuto  murario di epoca romana trovano ospitalità e riparo.

(R.S.)


Museo di Pietrarsa: la storia delle ferrovie parte da qui

Ci sono luoghi in cui la memoria storica rivive ogni momento, luoghi che custodiscono il ricordo di eventi che hanno in qualche modo influenzato la società in cui viviamo. E’ il caso del Museo di Pietrarsa, che si raggiunge attraversando quel traffico infernale che da via Marina ci consegna a san Giovanni a Teduccio. Addentrandosi in un vicolo stretto (Traversa Pietrarsa), in zona Croce del Lagno, si capisce immediatamente che la storia delle Ferrovie nasce da qui. L’ex Reale opificio meccanico e pirotecnico, voluto da Ferdinando II nel 1840, è Museo nazionale ferroviario dall’ottobre del 1989. Lo stabilimento sorge su di un terreno di 36 mila metri quadrati, acquistato nel 1840 con decreto reale, in età napoleonica base fissa di una batteria da costa a difesa dalla rada di Napoli. Qualche anno dopo, nel 1842, veniva costruito il primo edificio del complesso, inizialmente destinato alla produzione di materiale meccanico e pirotecnico per la necessità della marina e della guerra; e ancora alla riparazione di locomotive e vagoni ferroviari. Operai specializzati e macchinisti si formavano nelle reali officine di Pietrarsa: già nel 1844 le prime vaporiere – l’Impavido e l’Aligero, entrambe di produzione inglese – furono completamente smontate e revisionate in tutte le loro parti. L’anno dopo si dava inizio alla costruzione di sette locomotive a vapore: Pietrarsa, Corvi, Robertson, Vesuvio, Maria Teresa, Etna e Partenope, i nomi dei primi gioielli pietrarsini. L’intera struttura delle officine venne completata nel 1853.

Una data storica che anticipava di gran lunga la fondazione della Breda, che avvenne ben 44 anni dopo, e della Fiat che si presentò sul mercato 67 anni più tardi. A Pietrarsa lavoravano in totale 619 operai, oltre una ventina di soldati e una quarantina di detenuti. Ed è da qui, da questo luogo, che veniva inaugurata, il 3 ottobre 1839, la prima strada ferrata d’Italia: la Napoli – Portici, vanto di Ferdinando di Borbone. Oggi nel museo sono esposte 26 locomotive a vapore, 4 elettriche trifase, 4 a corrente continua, 5 diesel, 2 elettromotrici di cui una a terza rotaia, 5 automotrici termiche e 10 carrozze. Quattro sono i padiglioni da visitare: si parte dell’ex reparto montaggio, oggi grande sala delle locomotive a vapore, per proseguire nel padiglione torneria, la cosiddetta cattedrale, per il suggestivo soffitto con archi a sesto acuto, che ospita plastici, arredi ferroviari e modellini. Nelle fucine, trova spazio il settore navale delle Ferrovie nonché i grandi macchinari, primi esempi di archeologia industriale. Nel quarto padiglione, ex reparto calderai e forni, l’esposizione delle carrozze, del treno presidenziale e di un “cellulare” per il trasporto detenuti. Il Museo è aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 8.30 alle 13.30, sabato e festivi chiuso.

 

 Rosario Scavetta


 


Home pageCopyright 2000/2015 © - Tutti i diritti riservati - All rights reserved - Testata giornalistica autorizzata dal Tribunale di Napoli-registr. n. 5141-Provv.del 27-06-2000.

Editore: associazione culturale no-profit "Confgiovani"- Iscr. ROC n.19181. Direttore Resp. Dott.Massimiliano Giovine - giornalista (Tes. Prof. n.120448, già n.84715).

Direzione, Redazione: via D. De Dominicis, 20 c/o Giovine-cap. 80128 Napoli. E' vietata la riproduzione o trasmissione anche parziale, in qualsiasi forma, di testi, immagini, loghi ed ogni altra parte contenuta in questo sito web senza autorizzazione.

La Redazione non è responsabile di eventuali errori imputabili a terzi, nè del contenuto delle inserzioni riservandosene, pertanto, la pubblicazione.

Nomi e numeri sono citati a puro titolo informativo, per offrire un servizio al lettore. Proprietà artistica e letteraria riservata ©. Vedi gerenza e note legali/tecniche.

|Anno XIV num.4 - Lug./Ago. 2015| - Per informazioni e-mail: redazione1@spaziomotori.it

Sito web ottimizzato per "Firefox", Internet "Explorer 5.0" o superiore - Risoluzione schermo consigliata: 1024 x 768 pixel - >>Privacy/Cookie<<