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Stasera guida Bobby

 

di Isabella Dallapiccola  (Dic. 2007)

 

Dopo gli incidenti domestici, sono le strade, con oltre 6 mila vittime ogni anno, il luogo più pericoloso con il quale imbattersi ogni giorno. L’Europa, in questo senso, ci ha bocciato: sono poco più di  3 mila il numero di vittime al quale l’Italia dovrebbe puntare, cioè il 50 % di quelle stimate oggi. L’obiettivo comunitario dovrebbe essere raggiunto entro il 2010 e quindi entro due anni, ma siamo ancora troppo lontani con i numeri per poter sperare di ottenere tale risultato.

Dal canto suo il nostro Paese possiede tutte le ragioni per un’azione compatta: la forte domanda di sicurezza da parte dei cittadini, le ragioni economiche (oltre 33 miliardi di euro all’anno il costo sociale), le pene inasprite, una nuova legge sulla sicurezza stradale. Ma nonostante tutto ciò l’Italia rimane il fanalino di coda della Comunità Europea.

A pensarci bene praticamente l’unica forma di solidarietà attuata dagli automobilisti sulla strada è quella di segnalare alle altre vetture se c’è una pattuglia che fa i controlli, un autovelox o la pistola laser.

Oggi si fanno molte campagne di sensibilizzazione nelle scuole con l’obiettivo di tentare di ripristinare il senso di responsabilità, specie tra i neo patentati, che sono senza dubbio, dalle molte ricerche fatte, i più indisciplinati al volante. Oggi la strada è per i giovani sotto i 30 anni la causa principale di morte.

A tale fine il Ministero delle Politiche Giovanili e delle Attività Sportive, ha promosso la campagna “Guidatore designato” che nei Paesi anglosassoni viene comunemente chiamato Bobby. Si tratta di scegliere all’interno di un gruppo di amici, una persona che quella sera si prenderà l’impegno di non bere alcolici per guidare con sicurezza l’auto che riporterà a casa, a fine serata, tutti sani e salvi. I gestori dei locali, dal canto loro, cercheranno di premiare questo ragazzo in vari modi come ad esempio sconti sui biglietti di entrata per successive serate.

Per promuovere questa iniziativa è stata lanciata una campagna di comunicazione attraverso lo slogan “La vita non è un optional”. I principali gestori di telefonia mobile hanno inviato milioni di sms sui cellulari dei giovani tra i 18 e i 35 anni, con la scritta “Chi beve non guida, chi guida non beve”.

Con queste iniziative il Ministero spera di promuovere tra i giovani comportamenti virtuosi che dovrebbero contribuire a salvare vite umane.

Il modello del “guidatore designato”, prima di arrivare in Italia, è stato sperimentato in diversi Paesi Europei con buon successo. Nel nord Europa è ormai diventata un’abitudine radicata quella di scegliere una persona nel gruppo di amici che non berrà durante la serata e riporterà la compagnia a casa.

(Dic. 2007)

Isabella Dallapiccola

 


 


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