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Anno XIV num.4
Lug./Ago. 2015

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 ACQUA, GLI DIAMO IL GIUSTO VALORE?

 di Rosa Tomasi Scianò

 

Cercando di comprende i problemi idrici e lo stato della nostra relazione con l’acqua , dal più povero villaggio di qualsiasi paese in via di sviluppo alle più evolute  e irrigate coltivazioni occidentali sono arrivata alle seguenti considerazioni: si avvicina una minacciosa era di sempre maggiore scarsità idrica, dovuta allo sviluppo economico (chi sta meglio economicamente consuma più acqua), imprevedibilità climatica, sviluppo demografico. Dovremo necessariamente fare uso più intelligente dell’acqua.

Ovunque, un’incredibile ondata di innovazione si sta propagando nel mondo dell’acqua. Nuove tecnologie ci consentono di riutilizzare l’acqua e di monitorarne l’uso per una minore dispersione.

E’ importante che tutti maturino la consapevolezza che i costi per l’acqua devono essere sostenuti in qualsiasi situazione, economica e geografica. Noi tutti, a mio avviso le attribuiamo poco valore anche perché paghiamo troppo poco per averla, sì è un diritto di tutti l’acqua, ma la scarsa intelligenza dell’uomo, a volte, commisura il tutto al valore economico. Come risultato si assiste anche a una mancanza pressoché totale di risorse e di investimenti in qualunque cosa la riguardi, dal mantenimento di base all’innovazione.

I problemi idrici sono locali. Le popolazione devono prendere coscienza dei propri problemi, affrontarli e impegnarsi per la loro soluzione, avvantaggiandosi della condivisione non dello stato di bisogno e di emergenza, ma dello scambio di conoscenza e di strategie e di esperienze vincenti. Ad esempio la conservazione idrica di una città come Chicago, come qualsiasi altra metropoli nel mondo, non aiuta chi si confronta con la scarsità in Texas, o in zone di alta sofferenza. E’ nobile immaginare la possibilità di fornire acqua pulita e sempre disponibile a tutti, ovunque e gratuitamente, ma uno degli effetti dell’acqua senza prezzo, ovunque nel mondo, è l’aggressione al suo valore, che diminuisce rapidamente.

 

CRIMINI CONTRO NATURA

Molte sono le cause di inquinamento idrico: condizioni ambientali generali, come la sovrappopolazione; incidenti isolati, come le perdite di greggi; elementi patogeni specifici in acque luride o in fertilizzanti. E sono classificabili in almeno due differenti categorie: inquinamento da fonte certa, come quello degli scarichi industriali; e inquinamento da fonte non localizzabile, come nel caso delle contaminazioni dell’acqua per infiltrazione, saturazione del terreno, piogge ad elevata acidità.

Le cause locali di inquinamento dell’acqua sono dovute a molteplici e diverse ragioni, delle quali 12 piuttosto comuni e diffuse, per le quali, però non esiste un’unica soluzione.

1.     Acque inquinate

Persino in paesi a diffusa e moderna conoscenza dei trattamenti possibili per le acque inquinate, le spiagge sono spesso interdette alla popolazione a causa dell’elevata presenza dei batteri. Questo ci dà la percezione della qualità dell’acqua nei paesi in via di sviluppo, dove si stima che il 90% delle acque inquinate sia scaricato nei fiumi e nei laghi, dove scorre senza alcun trattamento. Le acque nere dell’uomo contengono batteri, virus e parassiti che possono causare serie malattie ed anche la morte.

2.     Operazioni di minatura

La miniatura può concorrere all’inquinamento dell’acqua in diversi modi, e non solo nella circostanza di rottura di dighe destinate alla tenuta dei residui di lavorazione. La pioggia può lavare le munizioni utilizzate per le esplosioni e contaminare acque vicine, anche con residui metallici e composti sulfurei dalle rocce esposte durante i processi di perforazione. Succede spesso con l’utilizzo del cianuro nelle miniere per l’estrazione dell’oro che si provochino anche contaminazioni del suolo. Classico esempio di acque inquinate da queste attività è il fiume King, in un’area sottoposta e perforazione per oltre un secolo.

3.     Inquinamenti di nutrienti

L’eccessivo utilizzo di nutrienti come azoto e fosforo possono provocare danni all’ecosistema costiero. Incrementando la presenza di alghe e causando la diminuzione dell’ossigeno che ne consegue, possono essere la ragione di morte dei pesci  e di distruzione di altre forme di vita acquatica. I nutrienti raggiungono le coste sia attraverso la dispersione di acque inquinate che in conseguenza dell’aria, e generano la formazione di alghe tossiche che causano maree rosse e marroni. Si provoca un danno grave alla catena alimentare, che raggiunge l’uomo attraverso il pescato. Non solo, la morte delle alghe tossiche compromette come effetto finale, vaste aree sommerse che vengono definite morte per la mancanza di attività di rigenerazione floro – faunistica.

4.     Radioattività

E’ quasi scontato ricondurre qualsiasi discorso sull’inquinamento da nubi radioattive, all’incidente avvenuto nel 1986 nell’allora Unione Sovietica, a Chernobyl. Ma è il lago Karachay a poter essere definito il luogo più inquinato della terra. Negli anni 50 era utilizzato come luogo di raccolta delle scorie radioattive del centro militare di produzione di armamentari di Mayak, dove un’esplosione, nel 1957, ha generato ulteriori contaminazioni della regione. Nel 1967 una violenta siccità, per la quale il livello delle acque del lago si è notevolmente ridotto, ha scoperto residui radioattivi  i cui micro frammenti si sono sparsi per il vento oltre 50Km.

5.     Perdite di greggio

Le perdite di greggio contaminano qualsiasi cosa sulla faccia della terra e soffocano le piante, bloccando l’irradiazione solare. I pesci e le piante muoiono sia per diretto contatto con il greggio che per la sua presenza, anche rarefatta, nella catena alimentare nel suolo come sott’acqua. Si stima che il delta del Niger, sulla costa occidentale dell’Africa – dove stati costruiti otre 600 impianti di estrazione- estragga tanto greggio quanto ne viene sprecato dalle perdite su base annuale di una importante multinazionale del settore. Le perdite possono essere causate da condutture degradate, estrazioni di pompaggio, piattaforme di estrazione, ma nel 98% dei casi, secondo uno dei maggiori produttori, partner del governo nigeriano, sono causa di vandalismo, piuttosto che di danni infrastrutturali.

6.     Emissioni di anidride carbonica

Uno studio del Programma ambientale delle Nazioni Unite, condotto nel 2009 stima che gli oceani di tutto il mondo assorbono circa un quarto delle emissioni di anidride carbonica del pianeta. Dal momento che una quantità maggiore di anidride carbonica circola a causa della deforestazione e dell’utilizzo di  combustibili fossili gli oceani ne assorbono una maggiore quantità in tempi minori. Tale assorbimento, pur riducendo l’impatto delle emissioni, altera il bilanciamento chimico dell’acqua, alterandone l’acidità. Il rapporto  delle Nazioni Unite ne prevede per il 2050 un possibile incremento oltre il 150% un cambiamento più rapido di 100 volte di qualsiasi altro avvenuto nell’ambiente marino per 20 milioni di anni, lasciando poco tempo alle diverse specie marine per adattarsi. Prevede, inoltre, una variazione dei minerali essenziali dell’Oceano Artico, che potrebbe annientare la produzione dei granchi, aragoste, molluschi, ostriche e gamberi.

7.     Scarichi inquinamento agricolo

Il fiume Sarno è noto da 50 anni per essere il fiume più inquinato d’Europa. Le cause sono diverse, ma il vero problema è che questo fiume ha il compito di drenare un’area urbana priva di fogne. Il sistema fognario è sottodimensionato e costellato di pozzi neri, ragione per cui, in caso di abbondanti piogge, le acque che si riversano nei paesi bagnati dal Sarno (bacino esteso circa 500 km²)  non sono semplici acque bianche, bensì acque miste, bianche e nere, con le immaginabili ripercussioni di tipo sanitario ed igienico. Oltre a queste, ci sono anche le fonti di inquinamento agricolo rappresentate dall’uso spesso indiscriminato di fertilizzanti chimici, di fitofarmaci, di antiparassitari, di anticrittogamici, di diserbanti, nonché di reflui di origine zootecnica utilizzati come concime. E poi l’inquinamento industriale legato soprattutto agli scarichi non trattati degli stabilimenti conciari, conservieri, cartari, tipografici e di altro tipo, a cominciare da quelli del marmo e della ceramica.

8.     Mercurio

Il lago  Onondaga è un lago dello stato di New York, negli Stati Uniti, situato ad est della regione dei Finger Lakes. Tale lago è considerato uno dei laghi più inquinati degli Stati Uniti sebbene i programmi di salvaguardia ambientale condotti a partire dagli anni Settanta abbiano migliorato la qualità delle acque. Anche a causa della costruzione del Canale Erie, la regione fu colonizzata dagli europei, che si accentrarono nella città di Syracuse, dove si andava sviluppando l’industria dell’estrazione del sale. Questa scaricava i suoi rifiuti nel lago, che iniziò ad inquinarsi con l’aumento dei cloruri, del sodio e del calcio; inoltre le fogne di Syracuse defluivano direttamente nel lago, portandovi fosforo, ammoniaca e nitriti. Ulteriori industrie chimiche provocarono l’aumento dei livelli di mercurio. I primi miglioramenti nel livello d’inquinamento vi furono nei primi anni Settanta, con l’approvazione del Clean Water Act, nel 1989 fu fondato l’Onondaga Lake Management Conference, cui parteciparono i rappresentanti degli enti locali e dell’Environmental Protection Agency, con lo scopo di migliorare la qualità del lago. I livelli di fosforo, ammoniaca e cloruri sono molto diminuiti rispetto agli anni precendti,grazie ai programmi di recupero ambientale.

9.    Spazzatura

Il fiume Citarum, in Indonesia, è stato soprannominato il fiume più inquinato del mondo. Circa 5 milioni di persone vivono sulle sponde del fiume, e molti di essi si appoggiano su questa risorsa idrica per ottenere acqua ad uso domestico e da bere. Il corso indonesiano, lungo 322 Km, raccoglie gli scarichi di oltre 500 industrie. C’è talmente tanta immondizia sulla sua superficie che per la maggior parte del suo tracciato è impossibile vedere l’acqua. Sulle rive si è sviluppato un mercato fiorente: dato che è praticamente impossibile pescare qualcosa di vivo nelle sue acque, gli abitanti hanno iniziato un commercio dei rifiuti che vi scorrono. Il suo guadagno permette loro di sopravvivere, anche se le malattie che l’acqua putrida porta sono molto pericolose.

10.   Intossicazione da piombo

 Nella città mineraria di La Oroya, situata nel territorio delle Ande a 4.000 mt di altezza, nel 1992 una compagnia americana decide di costruire un grande complesso minerario per l’estrazione e la lavorazione dei minerali cui il sottosuolo è ricco, come rame e piombo. L’area immediatamente circostante a La Oroya ne è imbevuta fino in profondità, ma la contaminazione arriva anche a pascoli e villaggi lontani, trasportata per chilometri dai farti venti di montagna. Anche le scorie solide vengono scaricate senza controlli, rilasciando il loro carico di veleno nelle falde acquifere. Studi delle autorità sanitarie e ambientali del Perù hanno dimostrato che il 99% dei bambini di La Oroya presenta concentrazioni di piombo nel sangue anche tre volte oltre i limiti. Livelli di piombo oltre la norma sono stati riscontrati nel sangue dei neonati, che lo assorbono direttamente dalla mamma. L’intossicazione de piombo ha effetti devastanti sul sistema nervoso, compromettendo gravemente il normale sviluppo mentale e nervoso dei bambini e minacciando, quindi, anche le generazioni future.

11.   Industrializzazione

La rapida crescita economica della Cina ha portato cambiamento sostanziali  nell’ambiente, nella modalità di trasporto, nella costruzione delle abitazioni e nelle abitudini di vita, con conseguenti ripercussioni sulla salute degli abitanti. In particolare, l’industrializzazione, la rapida motorizzazione, l’invecchiamento della popolazione, l’urbanizzazione e le forti disuguaglianze che si presentano nel paese, oltre ai cambiamenti culturali, hanno alterato il quadro epidemiologico complessivo. La provincia di Henan è una delle aree più povere della Cina e anche delle più degradate a causa dell’insediamento intensivo e incontrollato di industrie che hanno profondamente inquinato il bacino del fiume Huai. Qui si registrano anche altissimi livelli d’inquinamento dell’aria visibili ad occhio nudo, sotto forma di dense nuvole di polveri sottili. Da queste parti la patologia tumorale è così diffusa che i centri urbani sono stati definiti “I villaggi del cancro”. Lungo il corso dei grossi fiumi l’incidenza di tumore è di circa 2 volte quella della media nazionale. I medici ospedalieri di queste regioni hanno inoltre registrato, negli ultimi tempi, la presenza di tumori come quello del naso o degli occhi, mai visti prima. La principale ragione del crescente numero di casi di cancro è che l’inquinamento  dell’ambiente, dell’acqua e dell’aria peggiora di giorno in giorno. Molte industrie chimiche sono state costruite lungo i fiumi in modo da poter smaltire più facilmente i loro rifiuti.

12.   Riversamento

L’inquinamento marino è caratterizzato dall’immissione di sostanze  che determinano una qualsiasi modifica delle caratteristiche naturali del mare. Può avere origini diverse, quasi tutte di origine antropica. Tra le più importanti vi sono le fonti terrestri, come scarichi fognari non adeguatamente depurati; acque di lavaggio degli allevamenti, ricchi di sostanze eutrofizzanti, scarichi industriali riversati direttamente nei fiumi o in mare; prodotti chimici usati in agricoltura – antiparassitari, fertilizzanti – che con varie modalità raggiungono il mare ecc..; fonti di origine atmosferica che determinano ricadute direttamente in mare di sostanze inquinanti da precipitazioni meteoriche, come le piogge acide; inquinamento legato ad attività che interessano i fondali marini (attività estrattive), come risultato diretto di tali attività (detriti, fanghi oleosi); provocato dalle strutture impiantistiche  utilizzate; determinato da perdite accidentali o dolose, dei prodotti dell’estrazione (petrolio); cagionato dai rifiuti del personale addetto.

Esiste poi l’inquinamento determinato da riversamento diretto in mare di sostanze o prodotti tossici quali: acque di lavaggio di cisterne, serbatoi di navi, scaricate direttamente in mare aperto; per perdita accidentale, totale o parziale, del carico da parte delle navi; da smaltimento di rifiuti tossico – nocivi, di solito di derivazione industriale, effettuato da organizzazioni criminali attraverso modalità differenti: per riversamento doloso di sostanze in mare di tali sostanze, anche in conseguenza dell’affondamento delle navi con l’intero carico.

 

Rosa Tomasi Scianò

 


 

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