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Auto elettrica, arriva alleanza tra Peugeot e Sorgenia

di Rossella Le Donne 

 

Siglato l'accordo tra il colosso automobilistico francese Peugeot e la Sorgenia, l'operatore privato italiano di energia elettrica nato nel luglio del 1999.

L'accordo ha come oggetto lo  sviluppo, in tempi brevi, su tutto il territorio nazionale della mobilità elettrica per un uso privato.

Già al termine del 2010 la Peugeot, forte dell’esperienza dei suoi 70 anni di ricerca nel campo dei motori elettrici, lancerà sul mercato il suo gioiello ecologico la iON, una vettura completamente elettrica con batterie al litio ed un'autonomia di 130 km e con una velocità massima proprio di 130 km/h.

 

La iON , che nasce dalla collaborazione con Mitsubishi e che è stata presentata per la prima volta al 63° Salone di Francoforte lo scorso settembre, sarà omologata per quattro persone ed avrà un metodo di ricarica molto semplice.

 Infatti basterà collegare l'auto ad una comune presa domestica e in sole 6 ore questa risulterà completamente carica,  sarà inoltre possibile effettuare una ricarica rapida di soli 30 minuti che ovviamente garantirà un'autonomia inferiore .

Visto l'enorme successo avuto al salone di Francoforte la casa automobilistica francese ha anticipato la possibilità di prenotare la iON da subito sul sito http://www2.peugeot.it/formion/ , anche se il prezzo di questa piccola city car full electric di soli 3,48 metri di lunghezza è ancora un'incognita. Infatti il costo delle batterie al litio è molto elevato e per mantenere un prezzo che non si discosti notevolmente da quello delle Peugeot 107 e 207, cioè di circa 10mila euro, si paventa l'ipotesi che la iON possa essere concessa in leasing o a noleggio a fronte di un canone mensile di circa 500€ .

La spesa di certo può sembrare elevata, ma occorre tener presente che al modesto costo di 1,50€ si otterrà una carica completa che consentirà di percorrere ben 130 km senza  inquinare.

Non c'è che dire, le principali case automobilistiche mondiali si danno finalmente battaglia a colpi di auto sempre più verdi o con ridottissime emissioni di CO2 .

Anche la Renault infatti , vede come proprio l'obiettivo di rendere l'auto elettrica un vero e proprio  fenomeno di massa entro il 2011, ne sono la prova numerose partnership strette in tutto il mondo per consentire la diffusione delle sue “greencar” e non da ultimo vi è l'accordo stretto lo scorso anno, in occasione sempre del Salone di Francoforte, con la società di noleggio Europcar per la fornitura di 500 veicoli elettrici . Ma la Renault non si ferma qui , entro il 2011 il gruppo Renault-Nissan lancerà in maniera massiccia sul mercato mondiale ben 4 “concept-car elettriche “, la 2 posti Twizy Z.E. , la compatta Zoe Z.E. , la spaziosa Fluence Z.E. e la Kangoo Z.E .

Sulla scia di Peugeot e Renault anche la Citroen lancerà la sua Revolte, una citycar ibrida remake dell'affascinante 2CV, meglio conosciuta come “la 2 cavalli”, simpatica precorritrice di moda e tendenza.

In questo scenario le tedesche non potevano certo rimanere a guardare le agguerrite concorrenti francesi ; la Bmw lancierà le nuove X6 Active Hybrid e Hybrid 7 , si parla di auto ibride di lusso il cui costo si aggira tra i 107.000 e 112.000 Euro , mentre la Mercedes lancierà la Concept BlueZERO alimentata  da batterie al litio ricaricabili anch'esse  da qualsiasi presa di corrente e che garantiranno  un'autonomia di ben 200 chilometri.

E le auto Made in Italy ? Per il momento sullo scenario non è stata presentata al pubblico nessuna auto elettrica. Davvero un peccato, visto che circa 10 anni fa da Napoli era partito un progetto rivoluzionario, considerati  i tempi , che riguardava proprio la mobilità elettrica su tutto il territorio urbano.

Il progetto, senza precedenti in Europa, denominato “Atena”, (acronimo di Ambiente Traffico Telematica Napoli)  prevedeva la collaborazione tra diversi partner, in primo piano Fiat e il suo centro ricerche ELASIS (sistema di ricerca Fiat nel mezzogiorno),  il Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica, l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, il Consiglio Nazionale delle Ricerche Istituto, il Comune di Napoli e l’ANM (Azienda Napoletana Mobilità) con il suo “Parcheggio Brin” . Il progetto  prevedeva la concessione di una flotta di circa 80 veicoli a “minimo impatto ambientale” quindi elettrici , a gas e ibridi , per consentire lo sviluppo di mobilità a emissioni zero  su tutto il territorio urbano.

Una parte di questi veicoli ibridi e a gas vennero dati alla polizia municipale mentre i veicoli elettrici, ben 25 Fiat Seicento Elettra di cui 5 Seicento Elettra Van, erano disponibili al noleggio presso il parcheggio “Brin” dove erano presenti  anche le colonnine di ricarica, previo il versamento di una quota “una tantum” di sole 25.000 Lire.

Noleggiare un'auto elettrica era una cosa molto semplice, costava al cittadino napoletano solo 3 mila lire all'ora e comprendeva : la sosta della propria auto “inquinante” all’interno del parcheggio “Brin”;  la possibilità del ritiro dell’auto elettrica che in tempo reale indicava il proprio stato di carica;  il  parcheggio gratuito sulle strisce blu; l'accesso nelle zone ZTL e naturalmente, permetteva la circolazione anche nei giorni di totale blocco del traffico.

Le auto erano tutte dotate di navigatore satellitare (un lusso per quel tempo), indicatore di carica residua, quattro velocità e antifurto satellitare; ma c’era di più, quel navigatore, avente uno schermo più grande di quelli ai quali siamo abituati sulle nostre auto, era collegato ad un “cervellone centrale” al quale arrivavano in tempo reale informazioni sul traffico da diverse centraline che controllavano costantemente i flussi del traffico, in maniera tale da registrare rallentamenti e ingorghi ed individuare in tempo reale la strada migliore, quella più libera e veloce, per non rimanere “imbottigliati” nel traffico di una grande metropoli come Napoli.

Peccato che il  progetto, ambizioso e all'avanguardia, iniziato nel 1999 si spense inspiegabilmente dopo soli  2 anni con uno spreco di risorse e di  finanziamenti ministeriali per circa 42 miliardi di lire.

 

Rossella Le Donne


 

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