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  • Autovetture nei film

  • AUTO BLU

di Simone Pavarin

 

Non vi è una data certa nella quale collocare la prima apparizione di un’autovettura in un film. Probabilmente, visto che i fratelli Lumière proiettarono per la prima volta una pellicola ad un pubblico pagante nel 1895 e, nello stesso periodo, incominciarono ad apparire sulle strade le prime vetture a motore, si presume fu allora che le due grandi innovazioni destinate a cambiare la vita dei popoli si fusero.

Il cinema, o meglio i documentari nella prima metà del ‘900 identificarono l’auto come strumento di dominio e potere. Un esempio ne fu l’Istituto Luce che realizzò, in Italia, per il regime fascista, innumerevoli filmati nei quali spesso era presente un’automobile. E’ ormai nota a tutti la passione che  Mussolini nutriva  per le vetture in particolare le Alfa Romeo. Situazioni similari si ebbero in altre dittature come nella Germania  nazista. Le democrazie però non furono immuni al binomio televisione e automobile.

Quando Hollywood divenne il punto di riferimento del cinema mondiale, attorno agli anni ’50, le autovetture erano già utilizzate in modo intensivo nei film, proprio perché originariamente erano le stesse case automobilistiche che sponsorizzavano le produzioni cinematografiche. La vettura più nota in assoluto al grande pubblico,  è stata probabilmente la Aston Martin che ha affiancato il primo ed immortale James Bond, interpretato dall’ottimo Sean Connery, nelle sue avventure per salvare il mondo.

Negli anni ’60 non possiamo dimenticare il film “Un Maggiolino tutto matto” prodotto dalla Walt Disney che narra le disavventure dell’omonima autovettura, nel film dotata di anima, di fabbricazione Volkswagen. Sicuramente il film ha contribuito alla diffusione massiccia del Maggiolino in Europa e Stati Uniti.

E’ però il 1970 che consacra l’utilizzo di autovetture di grossa cilindrata col film “Le 24 di Le Mans” il cui protagonista, Steve McQueen, che alla guida della sua Porsche riesce a far vincere il suo team contro il nemico di sempre, la Ferrari.

Sempre su questo filone, motori potenti, adrenalina e sfide è la fortunata serie di film partita nel  2001 “Fast and Furios”, anch’essa tratta di corse tra auto ma questa volta clandestine. Il merito forse più importante di questa saga è quello di aver diffuso la pratica fin allora poco conosciuta del “tuning”, ovvero, la modifica delle auto per scopi principalmente estetici.

E’ nel 2008 che rientrano timidamente le vetture italiane nel panorama della produzione cinematografica hoollywoodiana, col film “Angeli e Demoni”  nel quale viene utilizzata una magnifica Lancia Delta da 200CV. Sempre relativamente al 2008, è da segnalare una curiosità sfuggita ai più. L’Audi R8 utilizzata nel film “Iron Man” è lo stesso modello utilizzata quattro anni prima nel film “Io Robot”, in questo caso però era solo un prototipo.

Il 2010 ha visto la rivisitazione di una storica vettura, la Citroen Super 5, nota negli anni ’70, ma che è stata utilizzata nel film “Vallanzasca” per raccontare la storia di questo noto criminale.

Oltre ai film anche diverse serie tv hanno trasformato più o meno oscure automobili in icone ed oggetti del desiderio per molti.

E’ degli anni ’70 il fortunato telefilm “Starsky&Huch”, i due poliziotti americani, che, in borghese, nella loro mitica Ford Gran Torino rossa a strisce bianche, difendevano la legge nelle vie della città di Los Angeles.

Chi negli anni ’80 amava le serie americane non può non ricordare l’immortale Generale Lee, la Dodge Charger arancione con le portiere saldate, dei cugini Duke, protagonisti di un’altra serie cult, “Hazzard”.

Sempre degli anni ’80 si riferisce il telefilm che ha contribuito a diffondere nel mondo il marchio dell’inarrivabile Ferrari, mi riferisco all’eccellente serie “Magnum PI”. Infatti l’investigare privato, Thomas Magnum, utilizzava, per spostarsi nelle paradisiache Hawaii, proprio una Ferrari 308 cabriolet. Un a’altro telefilm che consacrò il mito Ferrari fu, sempre nei mitici anni ’80, “Miami Vice” nel quale i due poliziotti erano spesso alla guida di un’eccezionale Testarossa di colore bianco.

Quelli citati sono solo alcuni esempi delle automobili utilizzate in ambito cinematografico, utilizzo che ha contribuito a creare negli anni una vera e propria cultura dell’automobile nei film, basti ricordare le cifre incredibili che i collezionisti sono disposti a pagare per acquisire la vettura dell’ultimo film di successo.

(S.P.)


AUTO BLU

In un momento di forte crisi economica, l’opinione pubblica vuol conoscere il modo in cui le risorse finanziarie nazionali vengono utilizzate. In particolare si vuol essere consci degli sprechi che si annidano nelle pieghe della pubblica amministrazione. Certamente uno di questi sprechi è rappresentato dalle così dette auto blu.

Le auto blu sono quelle vetture che lo Stato, quindi tutti noi contribuenti, mette a disposizione, a vario titolo, ai funzionari dell’amministrazione pubblica, come ad esempio politici, alti dirigenti di enti centrali e locali, magistrati e così via.

Nel 2010 è stata commissionata dal governo in carica un’indagine di grande interesse sul mondo delle auto blu. Indagine condotta dal prestigioso centro studi Formez che si occupa di analizzare i vari ambiti di attività della Pubblica Amministrazione nel nostro Paese. Il primo dato significato che è emerso è costituito dal fatto che parlare di auto blu genericamente è riduttivo. Infatti vi è una classifica che presuppone l’esistenza di almeno tre tipologie di auto blu: le auto blu blu, quelle blu ed infine le grigie. Per quanto riguarda le prime, meno numerose, si tratta di vetture assegnate alle più importanti cariche dello Stato, come il Presidente della Repubblica, il Presidente del Consiglio, i Sindaci delle più importanti città e così via. Il secondo tipo, le auto blu, sono invece quelle a disposizione di dirigenti dei più importanti enti governativi, come per esempio gli enti previdenziali. Infine vi sono le auto grigie, le meno prestigiose ma le più diffuse, che sono quelle vetture di servizio utilizzate per ispezioni o sopraluoghi. La ricerca del 2010 effettuata per via telematica che ha coinvolto un folto numero di enti centrali e periferici dello Stato, ha evidenziato che in Italia sono in circolazione circa 90.000 auto definite genericamente blu.

Nella ricerca non sono state contemplate le vetture a disposizione delle forze dell’ordine o dei reparti militari. Un’indagine questa che ha svelato almeno in parte un’area di spesa della pubblica amministrazione, fino ad oggi poco trasparente. E’ grazie a questi dati che ci siamo scoperti i più “spendaccioni” d’ Europa in questo settore. Il numero di vetture  scaturito dall’indagine Formez, deve sommarsi ai costi di gestione di questo immenso parco auto, costi relativi alla manutenzione e agli autisti, infatti spesso le auto blu sono forniste con tutti gli optional autista incluso.

Secondo alcuni ottenere un’auto blu non è troppo difficile, soprattutto per i politici. Recentemente un sedicente internauta sotto lo pseudonimo di Spidertruman ha svelato un “trucchetto” molto semplice. Secondo la sua esperienza maturata in diversi anni di precariato presso la Camera dei Deputati, Montecitorio, è sufficiente per un politico dimostrare di essere minacciato attraverso anche solo una semplice lettera anonima che può essere scritta da chiunque anche da se stesso, e richiedere ed ottenere un’auto blu con addirittura agenti di scorta. Secondo questo fantomatico personaggio il cui blog in poche ore ha ricevuto decine di migliaia di visite, non solo il politico in questione godrebbe dell’auto di Stato ma anche la sua famiglia: la moglie per andare a far la spesa o la baby sitter per andare a prendere i figli a scuola. 

Nessuno per ora conosce la verità su quanto asserisce Spidertruman ma, la sua stessa esistenza giustifica quell’alone di mistero che circonda la gestione delle auto blu in Italia.

Forse anche per questi continui attacchi ed illazioni che, è notizia di questi giorni, il governo intende ridurre l’utilizzo di auto blu. Vi sono delle interessanti proposte. Si pensa ad esempio di utilizzare servizi taxi oppure implementare il car sharing già diffuso in ambito privato.  L’obiettivo è comunque sempre lo stesso, evitare abusi da parte degli utilizzatori che comportano aggravi per la pubblica amministrazione.

Un’ultima annotazione riguarda la marca e modello dell’auto blu. Negli ultimi anni è cresciuto in modo esponenziale l’utilizzo  di case costruttrici straniere come fornitrici di vetture, penalizzando la “nostrana” Fiat. Scelta questa da un lato positiva in un’ottica di globalizzazione ma quantomeno singolare la tempistica in relazione alla congiuntura economica negativa che l’Italia come il resto d’Europa sta attraversando.

 

Simone Pavarin

 


 

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