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IL BENZENE: FONTI ED EFFETTI SULL’UOMO

di Loredana Bossi

Il benzene presente nell’ambiente deriva sia da processi naturali che da attività umane.
Le fonti naturali forniscono un contributo relativamente esiguo rispetto a quelle antropogeniche e sono dovute essenzialmente alle emissioni vulcaniche ed agli incendi boschivi.
La maggior parte del benzene presente nell’aria è invece un sottoprodotto delle attività umane.
Le principali cause di esposizione al benzene sono il fumo di tabacco, le combustioni incomplete del carbone e del petrolio (dei quali è un costituente naturale), i gas esausti dei veicoli a motore e le emissioni industriali (gli usi industriali del benzene, inclusi la produzione di plastiche e resine sintetiche, causano spesso il rilascio di vapori contenenti questo inquinante). Anche i vapori liberati dai prodotti che contengono benzene, come colle, vernici, cere per mobili e detergenti, possono a loro volta essere fonte di esposizione.
Da notare che circa il 50% dell’esposizione a benzene è dovuta al fumo di tabacco (mentre i gas esausti delle auto e le emissioni industriali contribuiscono al 20% circa). Un fumatore medio (32 sigarette al giorno) assorbe circa 1,8 mg di benzene al giorno. Questo valore è circa 10 volte quello assorbito mediamente da un non fumatore.
Per quanto riguarda l’inquinamento da benzene dovuto al traffico, circa il 95% dell’inquinante deriva dai gas di scarico degli automezzi a benzina, mentre il restante 5% deriva dalle emissioni dovute all’evaporazione del benzene presente nel serbatoio e nel carburatore durante le soste.
Una certa esposizione avviene anche quando si pompa la benzina nei serbatoi delle automobili, per cui il personale addetto ai distributori di carburante o ai grandi impianti di stoccaggio va a costituire la categoria di lavoratori che è più frequentemente esposta ad elevate concentrazioni dell’inquinante.

I rischi maggiori vengono corsi anche dagli addetti ai processi di produzione, trasporto e utilizzazione del benzene nell’industria petrolifera, chimica e petrolchimica. Molto spesso le esposizioni medie sono basse perché i lavoratori hanno un banco dei comandi posizionato a distanza di sicurezza e perché il macchinario di produzione è installato all’aria aperta. Invece nel caso di versamenti o perdite accidentali di vapori l’esposizione può divenire a rischio, come pure in alcune situazioni che richiedono degli interventi manuali di manutenzione e pulizia degli impianti produttivi. Anche gli operatori addetti alle operazioni di carico e scarico del benzene da camion o vagoni cisterna e da navi trasporto possono essere a rischio, come i dipendenti delle industrie di profumeria che utilizzano il benzene come solvente di estrazione ed il personale dei laboratori che prevedono l’impiego del benzene nelle attività di ricerca.

L’esposizione al benzene avviene essenzialmente per inalazione (circa il 99% del benzene assunto), per contatto cutaneo o per ingestione (consumo di cibo o di bevande contaminate).
Gli effetti tossici provocati da questo composto organico hanno caratteristiche diverse e colpiscono organi sostanzialmente differenti sulla base della durata dell’esposizione.

Gli effetti tossici acuti sono in genere dovuti a contatto per inalazione o per via cutanea e si presentano per lo più a causa di fughe o versamenti in ambienti di lavoro. Brevi esposizioni di 5-10 minuti a livelli molto alti di benzene nell’aria (10000-20000 ppm) possono condurre alla morte. Livelli di concentrazione più bassi (700-3000 ppm) possono causare giramenti, sonnolenza, aumento del battito cardiaco, tremori, confusione e perdita di coscienza. Concentrazioni minori ma più prolungate nel tempo possono alterare la memoria e certe capacità psichiche.
Il benzene è anche responsabile di disturbi e di un effetto irritante sulla pelle e sulle mucose (oculare e respiratoria in particolare).
L’ingestione di cibi e bevande che contengono alti livelli di benzene possono causare il vomito, irritazione allo stomaco, giramenti, sonnolenza, convulsioni, aumento del battito cardiaco, coma e morte.

Gli effetti tossici cronici sono invece dovuti a periodi di esposizione molto lunghi e a basse concentrazioni.
Il benzene si distingue, per l’uomo, per la sua grande tossicità per le cellule sanguigne e gli organi che le producono (soprattutto midollo osseo). Gli effetti si manifestano solitamente in funzione delle dosi di benzene alle quali il soggetto è stato esposto, e possono variare dalla semplice anemia alla diminuzione simultanea dei globuli rossi, dei globuli bianchi e delle piastrine (pancitopenia, molto rara nei paesi sviluppati dove i livelli di esposizione sono stati ridotti per la maggiore tutela della salute).
L’affezione che preoccupa di più, sia a livello professionale che ambientale, è la comparsa del cancro del sangue dovuta all’esposizione ripetuta a concentrazioni di benzene di qualche ppm per più decine di anni. Diversi studi hanno messo in evidenza il pericolo di contrarre la leucemia mieloide o altre forme di cancro. L’insorgere di queste malattie si manifesta più frequentemente in seguito ad esposizioni basse e continuate piuttosto che elevate e intermittenti (picchi di inquinamento) e sono solitamente precedute dalle anomalie sanguigne già descritte in precedenza.
L’esposizione al benzene è stata anche collegata al danno ai cromosomi, la parte delle cellule responsabile dello sviluppo delle caratteristiche ereditarie e a danni a livello degli organi riproduttivi.

Loredana Bossi

 


 


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