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Anno XIV num.4
Lug./Ago. 2015

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Bonifica e smantellamento dell'amianto

 

di Alvaro Diamanti R.

 

Introduzione

Nel tempo, l'amianto si è rilevato nocivo per la salute dell'uomo ed i danni che esso provoca sono ben noti. Le patologie provocate dall'esposizione dell'amianto possono essere gravi ed irreversibili. L'amianto è cancerogeno e non esiste un valore al di sotto al quale si sia certi di non contrarre patologie neoplastiche.

 

L'amianto

L'amianto è una sostanza che appartiene alla categoria delle fibre. Esse sono dei corpi allungati in cui prevale la lunghezza rispetto al diametro ed alla larghezza. Abbiamo due tipi distinti di fibre, quelle naturali, cioè che si trovano in natura (amianto, zeoliti, sepioliti) e quelle artificiali (lana di scoria, lana di roccia, fibre di ceramica), che sono fibre minerali, prodotte dall'uomo attraverso delle procedure tecnologiche, e che oggi l'hanno quasi totalmente sostituito.

L'amianto e anche conosciuto come asbesto; l'inalazione delle sue fibre causa l'asbestosi, una malattia che provoca fibrosi del polmone, rendendolo meno estensibile ed elastico soprattutto durante l'inspirazione, ma anche nell'espirazione. L'amianto non provoca solo asbestosi, ma anche altre malattie, alcune molto gravi. La sua manipolazione provoca la liberazione delle fibre, che possono disperdersi nell'ambiente e  una volta venute a contatto con l'uomo penetrare e progredire lungo le vie aeree. L'amianto, perciò, date le dimensioni delle sue fibre, è una sostanza di facile inalabilità.

 L'amianto ha eccellenti proprietà chimico-fisiche; è, infatti, resistente, indistruttibile, flessibile, filabile, ottimo isolante, non infiammabile e con  un costo di produzione relativamente basso. Questo ha portato al suo utilizzo in molti ambienti, sia di lavoro, sia di vita, sia allo stato puro che impastato ad altri materiali.

 

Legislazione

Sull'amianto esiste una ricca legislazione da molti anni. Dal 1992 è in vigore una legge che vieta su tutto il territorio nazionale l'estrazione, l'importazione, l'esportazione la commercializzazione e la produzione di amianto o di prodotti che lo contengono.

 

Quando è entrato in vigore la legge n. 257/92, la materia era regolamentata dal DPR n. 915/82 e della deliberazione del comitato interministeriale del 27 luglio del 1984. Questa legge decreta che i rifiuti di amianto erano classificati in base al contenuto di amianto in “polveri e fibre libere”,

 

la concentrazione limite che rendeva il rifiuto tossico e nocivo era di 100 mg/kg (0,01%).

con legge del 27 marzo 1997, n 257, sono state decretate a livello nazionale le norme per la dismissione progressiva, la cessazione dell'impiego di amianto.

Con D.P.R. 8.08.1994 "Atto di indirizzo e coordinamento alle regioni ed alle province autonome di Trento e di Bolzano per l'adozione di piani di protezione, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica dell'ambiente, ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall'amianto", sono state emanate disposizioni per le Regioni. In seguito sono stati emanati numerose altre normative nel settore.

Si evidenziano, D.M. 14 maggio 1996 recante: "Normative e metodologie tecniche per gli interventi di bonifica, ivi compresi quelli per rendere innocuo l'amianto, previsti dall'art. 5, comma 1, lett. f.

l'art 6 del DPR 8.8.1994, ha introdotto la possibilità di smaltire in discariche per rifiuti inerti, anche i rifiuti di amianto non tossici e nocivi, costituiti da materiali in matrice cementizia o resinoide, provenienti da attività di demolizione.

L.R. 4.08.2009, n. 11 - Art. 2, comma 3 - "Norme per la protezione dell'ambiente, decontaminazione, smaltimento e bonifica ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall'amianto". Nomina del "Comitato regionale tecnico-scientifico interdisciplinare".

L'esposizione a questa sostanza è oggi limitata ai soli lavoratori impiegati nelle attività di rimozione della stessa dai luoghi ancora contaminati, e nella bonifica.

Alcune normative variano da regione a regione.

 

Uso dell'amianto

La produzione massiccia dell'amianto è avvenuto nell'edilizia, sopratutto nel periodo 1965-1983 come cemento-amianto (eternit). Dal 1994 non vengono più prodotti e commercializzati materiali con amianto.

 

L'uso dell'amianto comprendeva:

 

-Controsoffitti, coibentazioni del sottotetto

-Le coperture in cemento-amianto

-serbatoi dell'acqua

-pannelli, divisori , tamponature

-canne fumarie, camini e tubazioni di scarico

-pavimentazioni in vinil-amianto

-caldaie e stufe

-tube per il riscaldamento

-coperture in eternit

-parti di macchine

 

Tecniche di intervento

La presenza di amianto in edifici o strutture abitabili non significa necessariamente che esista un rischio per la salute de chi l'occupa.

Se non si applicano correttamente le misure giuste per la procedura di lavoro è possibile che ci sia un rilascio di fibre respirabili da chi vi abita o vi lavora. Pertanto ogni attività svolta dagli enti che si occupano dell'intervento devono essere tali da non provocare contaminazioni ambientali.

Le tecniche di intervento vanno effettuate in base alla valutazione del rischio di dispersione di fibre di amianto e dipendono da l'accessibilità della struttura, condizioni di conservazione è l'esigenza dell'intervento.

 

Le tecniche di intervento adottate vanno dal restauro a provvedimenti di bonifica e smantellamento.

 

La rimozione è un'operazione molto costosa ma presenta il vantaggio di eliminare definitivamente il materiale, il problema maggiore consiste nel fatto che presenta un alto rischio di contaminazione se non vengono rispettate a pieno le norme tecniche.

Un intervento di rimozione seguito in maniera sbagliata può provocare una contaminazione ambientale con relativo aumento di malattie da amianto.

 

L'incapsulamento, questa procedura consiste nel trattamento dell'amianto con prodotti penetranti o ricoprenti che, hanno la funzione di inglobare le fibre di amianto, ripristinare l'aderenza al supporto è di protezione per la superficie del materiale. Rispetto alla rimozione presenta costi relativamente più contenuti, non ci sono rischi di produzione di rifiuti tossici, non presenta un rischio per gli addetti ai lavori è risulta indicata per il trattamento dei materiali poco friabili, di tipo cementizio(coperture in amianto-cemento integre).

La nota negativa di questo procedimento risiede nel fatto che serve un maggior controllo per verificare la durabilità dell'intervento.

 

Il confinamento, consiste nel costruire una protezione  contro il rilascio delle fibre che non produce rifiuti, ma non risolve in maniera assoluta il problema. Presenta il vantaggio di realizzare una barriera resistente agli urti che deve però essere mantenuta in buone condizioni.

 

I rifiuti, le operazioni di raccolta, trasporto, stoccaggio e smaltimento dei rifiuti contenenti amianto , sono sottoposti alle normative del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22 che sono specifiche all'amianto.

Durante il deposito temporaneo e lo stoccaggio, i rifiuti contenenti amianto devono essere opportunamente raccolti e depositati separatamente da altri rifiuti di diversa natura e nel momento in cui ci siano tipologie diverse di amianto, anche queste dovranno essere separate.

 

Tutti i materiali contaminanti con amianto devono essere raccolti in modo appropriato in sacchi omologati con la scritta “attenzione contiene amianto” ed eliminati secondo previsto dalla legge.

 

Discariche, Le discariche che accettano rifiuti contenenti amianto (discariche per rifiuti non pericolosi e discariche per rifiuti pericolosi) devono essere coltivate ricorrendo a metodologie che permettono la realizzazione di settori o trincee. Le coltivazioni devono essere spaziate in modo da consentire il passaggio degli automezzi senza causare frantumazione dei rifiuti contenenti amianto abbancati. 

Il terreno e gli eventuali materiali impiegati per copertura giornaliera devono avere consistenza plastica, in modo da adattarsi alla forma e ai volumi dei materiali da ricoprire e da costruire un'adeguata protezione contro la dispersione di fibre. Inoltre la messa in opera della copertura giornaliera deve consentire una livellazione dello strato giornaliero.

 

Piano di lavoro prima di intraprendere qualsiasi tipo di lavoro di rimozione, demolizione, bonifica o smantellamento su qualsiasi tipo di struttura, il responsabile legale deve provvedere a notificare i lavori, ai sensi dell'art 11 del d.lgs 494/1996.

Tale piano di lavoro serve per prevedere le misure necessarie per garantire la sicurezza, la salute dei lavoratori e la protezione dell'ambiente esterno.

 

Progetto KRY.AS, è un processo industriale di conversione termica(ricristallizzazione) dell'amianto in materia prima pulita. L'impianto soddisfa le restrizioni imposte dal decreto n. 113 del 11 maggio 2005, il quale pone dei limiti ai valori medi giornalieri di emissione.

L'amianto trattato a T° maggiori a 900°C, si trasforma in fase cristalline

innocue con completa distruzione della fase fibrosa, il materiale ricristallizzato può essere riciclato come materia prima per altri processi industriali.

 

Rischi per la salute

 

Di tutte le fibre tecnicamente importanti, l'amianto è considerato il responsabile primario delle malattie professionali, date le caratteristiche del amianto è molto pericoloso se inalato , infatti può entrare in profondità negli alveoli polmonari.

I rischi per la salute dovute all'uso di amianto si verificano nel momento in cui  si crea un rilascio delle fibre microscopiche nell'ambiente e possono portare alla comparsa di patologie molto pericolose.

 

Le patologie più importanti legate all'amianto sono:

 

Asbetosi, è una fibrosi paranchimale  del polmone, molto simile  alla silicosi che colpisce lavoratori fortemente esposti a fibre di amianto.

 

Malattia pleurica, comporta la presenza di anomalie pleuriche benigne consistenti in ispessimenti e placche ialine o calcificate. È la forma più comune di danno polmonare legato all'asbesto.

 

Tumore polmonare, i casi di tumore polmonare legato all'esposizione dell'amianto si manifesta generalmente dopo un intervallo di 15-20 anni dall'inizio della all'esposizione.

 

In Italia, muoiono ogni anno circa 3000 persone (più di tre volte di tutti i morti per infortuni sul lavoro e il picco della mortalità si avrà tra il 2020 e il 2024). Sono interessati circa 600.000 esposti e sono ancora sul nostro territorio decine di milioni di tonnellate di cemento amianto che ai ritmi attuali di smaltimento richiederanno 80 anni per la bonifica.

 

Conclusioni

Sappiamo che l'amianto è un materiale molto pericoloso è la quantità presente nel territorio è troppo alta, ce bisogno di una maggiore sensibilizzazione da parte dei enti locali, comunali e regionali con  fine di abbassare la percentuale di rischio di perdita nell'ambiente è per questo ci vuole l'aiuto da parte di questi enti verso coloro che non si possono permettere di fare lavori di bonifica e smantellamento.

 

“Dobbiamo giungere al rischio zero perché l’unica fibra d’amianto innocua è quella che noi non respiriamo” (Prof. L. Mutti, AUSL 11 Vercelli).

 

Alvaro Diamanti R.

 


 

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