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Anno XIV num.4
Lug./Ago. 2015

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di Loredana Bossi

 

Vale circa due miliardi di euro il pacchetto di aiuti all'auto e ad altri settori industriali varato dal Consiglio dei ministri. Il provvedimento appena varato dal governo, che si aggiunge al primo pacchetto anticrisi ormai definitivo, contiene misure per circa 1,8 miliardi di euro.

Il pacchetto anticrisi-bis prevede, tra l'altro, incentivi per l'auto (rottamazioni e acquisti di veicoli ecologici) e per gli elettrodomestici a basso consumo (insieme ai quali sono agevolati anche i mobili). Niente tassa invece per i Suv, come sembrava in un primo momento. Vediamo in sintesi i singoli interventi ipotizzati che resteranno in vigore fino al dicembre 2009, un arco di tempo sufficiente – secondo il governo – per dare una scossa all'economia stagnante.

Mille euro per l'auto nuova, ma il bollo resta

Nel pacchetto anti-crisi di è confermato il bonus da 1.500 euro, ma per chi rottama una vettura da Euro 0 a Euro 2 immatricolata entro il 1999 e ne acquista una Euro 4 o Euro 5. Il bonus per rottamare le vecchie auto inquinanti per l'acquisto di nuove vetture varrà soltanto fino a dicembre 2009. Se la vecchia automobile verrà sostituita con una nuova a benzina o diesel con cilindrata inferiore a 1.300 cc, il contributo aumenterà di 500 euro, quindi il bonus arriverà fino a 2 mila euro. E ancora, se si sceglierà di acquistare auto nuove elettriche, a metano e idrogeno l’incentivo aumenta ancora di altri 1.500 euro. Non c'è alcuna esenzione invece dal pagamento del bollo.

Per le moto ci sarebbe un incentivo di 500 euro l'acquisto di un euro 3 con la rottamazione di un euro 0 o 1

Salvi i Suv

Come già ampiamente previsto è scomparsa dal decreto la sovrattassa sui veicoli inquinanti, in particolare sui Suv. Inizialmente si parlava di un onere maggiorato tra i 1.000 e i 5.000 euro. Una decisione destinata a sollevare polemiche.

Sconti per la cucina ecologica (mobili compresi)

Incentivo fiscale per l'acquisto di frigoriferi, lavatrici, e così via e arredamento legato a interventi di ristrutturazione edilizia. Prevista la detrazione Irpef del 20% in 5 anni. Il tetto sui mobili sarebbe fissato a 10mila euro per acquisti da sostenere entro il 30 settembre 2009.

(L.B.)


AMBIENTE: BUSINESS VERDE CONTRO LA CRISI 

Un new deal ecologico per una nuova economia: "La rivoluzione ambientale è la risposta alla crisi. Con la ricerca e l'innovazione si possono produrre un milione di posti di lavoro in cinque anni". A dirlo il ministro dell'ambiente del governo ombra del Pd, Ermete Realacci, a margine del primo appuntamento tematico dedicato alle politiche ambientali in preparazione della conferenza programmatica del Pd di aprile. Secondo Realacci le direzioni per uscire dalla crisi sono due: "Da un lato servono risorse per famiglie e imprese, dall'altro la sfida ambientale capace di dare le risposte e di mettere in moto l'economia". Realacci pensa "alle energie rinnovabili, all'efficienza, all'innovazione in tutti i settori, alla qualità del made in Italy e al nostro patrimonio storico culturale". Dal canto suo, il presidente degli ecologisti democratici, Fabrizio Vigni, aprendo la conferenza, parla di "economia verde al centro del futuro dell'Italia per dimostrare cos'è il riformismo del XXI secolo", in un momento in cui "la crisi finanziaria si intreccia con quella energetica e climatica". Alcuni esempi per attivare politiche ambientali e capaci di rimettere in moto l'economia passano per primo "dall'industria dell'auto" attraverso l'incoraggiamento "della ricerca e dell' innovazione tecnologica per una riconversione ecologica dell' industria automobilistica", pensando anche al trasporto pubblico. Poi, "le infrastrutture partendo da scuole e ospedali e nuove reti per l'energia elettrica", l'edilizia attraverso "un piano straordinario per l'efficienza energetica degli edifici pubblici" e l'obiettivo di ottenere energia dalle fonti rinnovabili.

Business ecologico come motore per l'economia anche sul versanti parchi. E il primato verde dell'Italia, soprattutto nelle aree protette, può aiutare offrendo strumenti adatti. Sono questi alcuni dei temi toccati al VI congresso nazionale della Federparchi (l'associazione che riunisce le aree protette), oggi a Roma. Il presidente, Matteo Fusilli, ricorda che l'importanza del patrimonio verde del nostro Paese (oltre 1.100 aree protette per una superficie di circa 3.500.000 di ettari pari al 12% del territorio italiano, 1.873 comuni interessati e 630 chilometri di costa) dovrebbe fare dei parchi "istituzioni non passeggere, capaci di mettere radici" con due sono obiettivi: "Istituire una università dei parchi per formare alla gestione e costruire un Centro studi dove raccogliere i documenti".

Il ministero dell'Ambiente, osserva il segretario generale, Marco De Giorgi, condivide il documento Federparchi, a partire dalla "strategia sulla biodiversità", che sarà "un punto fermo del G8 Ambiente a Siracusa", passando attraverso la questione del governo del territorio, delle risorse, per arrivare al ruolo dei parchi "nelle comunita' locali". Anche Ermete Realacci, ministro dell'Ambiente del governo ombra del Pd, vede "nei parchi un modello di qualità e una risposta alla crisi". E a proposito di crisi e fondi, Antonio d'Ali', presidente della commissione Ambiente del Senato, fa un richiamo al Federalismo: "Anche gli enti parco devono avere la ridestinazione delle risorse". Il presidente del parco del Pollino (il più grande d'Europa), e membro del consiglio direttivo di Federparchi, Domenico Pappaterra, sottolinea "l'apertura di un dialogo con il ministro dell'Ambiente". Intanto la Federparchi è chiamata, dopo l'elezione del consiglio direttivo, a nominare il prossimo presidente.

 

Loredana Bossi


 

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