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Anno XIV num.4
Lug./Ago. 2015

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  • Car Sharing

  • FURTI D'AUTO E ANTIFURTI

di Simone Pavarin

 

Il paradigma, assurdo, del trasporto privato è stato finora quello che si concretizzava nelle nostre strade con decine e decine di veicoli in coda, guidati da una singola persona. Il rapporto tra vettura e occupanti dell’auto spesso era di 1 a 1. Il Car sharing vuole invece abolire questo rapporto e rilanciare un utilizzo più proficuo ed efficiente della autovetture, permettendo a più persone dietro il pagamento di una giusta tariffa, l’utilizzo della stessa macchina. All’atto pratico questa strategia di trasporto persone funziona nel modo seguente: un individuo prenota per un certo lasso di tempo, anche per una sola ora, una vettura e, dopo l’utilizzo, riporta la vettura nel luogo dal quale è partito o in uno diverso, il tutto dietro un giusto compenso. La vettura in questione sarà pronta per essere affidata ad un altro automobilista. Il Car sharing che nel nostro Paese ha visto la luce da neppure un decennio e che in altri è da tempo radicato, permette di evitare quegli enormi sprechi tipici dell’utilizzo tradizionale delle automobili. Ad esempio, anche quando la nostra vettura è parcheggiata o chiusa in garage rappresenta un costo importante, assicurazione, bollo, svalutazione della stessa. Costi ormai a cui non facciamo più neppure attenzione.

Con il Car sharing invece questi costi definiti fissi vengono suddivisi con le altre persone che hanno utilizzato e utilizzeranno l’auto in questione. E’ un evidente vantaggio perché in questo modo i costi sono proporzionati all’effettivo utilizzo, ovvero, parafrasando una formula oggi molto diffusa, “paghi solo quello che consumi”. Il Car sharing non è però alla portata di tutti, gli utilizzatori ideali sono rappresentati da quelle persone che hanno necessità solo saltuaria di potenziare la propria capacità di spostamento. Si pensi ad esempio alle famiglie che, avendo già una vettura, a volte hanno bisogno di un secondo veicolo, oppure di coloro che amano spesso cambiare auto.

Il Car Sharing coniuga l’interesse individuale con quello collettivo, infatti, sotto questo ultimo aspetto si deve evidenziare il minor numero di vetture su strada ed un utilizzo più intensivo che costringe, in aggiunta, i fornitori di questo servizio ad rinnovare periodicamente l’intero parco auto con evidenti benefici a livello economico.

In genere le amministrazioni pubbliche vedono di buon occhio  queste iniziative e tendono a favorirle concedendo permessi speciali per le zone a traffico limitato, oppure offrendo forti sconti per il parcheggio.

Attualmente si stanno sperimentando in varie parti del mondo strategie di Car Sharing che, da un lato,  non impongano la restituzione della vettura al punto di partenza, una rigidità questa che scoraggia la condivisione e dall’altro che favoriscano l’utilizzo del veicolo elettrico.

Molto vicino al Car Sharing è il famoso Carpooling. Si tratta di una speciale forma di condivisione spontanea, che vede persone magari estranee utilizzare la vettura di uno di loro dividendo i costi. Il Carpooling non è gratis o totalmente destrutturato come l’autostop, ma nel contempo non soffre delle rigidità tipiche del Car sharing. Il classico esempio si ha negli spostamenti lavorativi. Un gruppo di persone abitando nella stessa zona e recandosi tutte le mattine in un area di lavoro comune può decidere, invece di utilizzare ognuno la propria vettura, di usare, magari a turno, la vettura di un componente del gruppo dividendo  i costi, a questo punto estremamente minimi, di trasporto. Sulla scorta di questa esperienza sono nati siti internet che mettono in contatto automobilisti disposti a condividere le proprie auto.

I precursori di questa strategia di trasporto privato sono ancora gli americani ed i nord europei. Per incentivarla anche nel nostro Paese si sono susseguite diverse iniziative, la più interessante forse quella del 2009 della Società Autostrade che ha offerto uno sconto sul pedaggio a fronte di un utilizzo condiviso dell’auto.

Car Sharing e Carpooling saranno i sistemi di trasporto del furturo? Difficile rispondere. E’ evidente però che più i trasporti pubblici funzionano e sono capillari meno possibilità di forme di trasporto alternative possono nascere. Bene la condivisione di auto che stimola la collaborazione tra persone anche estranee, meno bene il fatto che un’alta condivisione potrebbe essere indice di servizi municipali scarsi.

(S.P.)


Furti d’auto e antifurti
I furti di veicoli rappresentano un problema costante dei nostri tempi, fatto questo comprensibile visto che le società moderne hanno le loro fondamenta sulle comunicazioni e sulla mobilità.
Diverse indagini hanno rilevato come , dopo una continua crescita dei furti di autoveicoli dal 2005, negli ultimo due anni la situazione si è “fortunatamente” stabilizzata. L’osservatorio della Lojack Italia, multinazionale che si occupa di rilevamento e recupero veicoli rubati, ha evidenziato come dal 2010 i furti di autovetture si sia stabilizzato ad una media 340 eventi giornalieri, ovvero in Italia vengono sottratte al legittimo proprietario ben 14 auto all’ora. Un valore comunque in linea con il resto d’Europa. Un’ulteriore indicazione proviene dal Ministero dell’Interno che individua le tre vetture più soggette a furti che risultano essere anche le più diffuse, tutte di casa Fiat: la Panda, la Punto e la Uno.

Le motivazioni per cui si rubano le vetture sono principalmente due: il business dei pezzi di ricambio e l’utilizzo del veicolo per commettere altri reati. Secondo le forze dell’ordine i luoghi preferiti dai malviventi per portare a termine i furti sembrano essere principalmente i luoghi nei quali il proprietario del veicolo ritiene di essere più al sicuro come per esempio il parcheggio sotto casa o addirittura il garage dell’abitazione. Quest’ultimo modus operandi risulta essere il più pericoloso per il proprietario che si troverebbe a diretto contatto coi criminali.
Per sensibilizzare i cittadini verso questo problema la Polizia di Stato ha istituito un sito internet tramite il quale, chiunque, inserendo il numero di targa nell’apposito spazio può verificare se il veicolo corrispondente è rubato.
Le campagne di sensibilizzazione però sarebbero inutili per contrastare questo odioso fenomeno se i cittadini non facessero la loro parte, utilizzando tutte quelle strategie e strumenti che oggi vengono messi a disposizione per contrastare il crimine.
La riduzione che si è registrata nei furti d’auto si deve principalmente all’utilizzo massiccio degli antifurto che, negli ultimi anni, hanno avuto un’evoluzione tecnologica incredibile.
Gli antifurto per auto li possiamo suddividere in tre grandi gruppi, meccanici, elettronici e GPS acronimo per Global Positioning System o sistema di posizionamento globale.
Gli antifurti meccanici, i più antichi, che conservano una certa efficacia sono anche, in genere, i più economici. Si basano su di un elementare principio, ovvero, bloccano la pedaliera della vettura (frizione, freno, acceleratore), il volante o entrambi.
Gli antifurti elettronici, sono i più diffusi e sono quelli che stanno attraversando un’interessante evoluzione. In origine vi era solamente la sirena d’allarme, chi tentava di aprire la vettura o la scuoteva attivava un forte e fastidioso segnale acustico. Questo tipo di antifurto ha avuto un’enorme diffusione tanto che ancora oggi viene installato come elemento standard su molte auto. E’ stata proprio la sua diffusione a ridurne l’ efficacia. Siamo ormai talmente abituati a sentire sirene d’allarme di autovetture attivate perché nei pressi transita un grosso mezzo che produce vibrazioni o perché accidentalmente qualcuno si appoggia alla vettura, che spesso neppure il proprietario ci fa più caso.

Per ovviare a questo problema esistono oggi, sul mercato, sistemi d’allarme silenziosi che, in caso di reale pericolo di furto, non attivano alcuna sirena, ma avvisano ad esempio tramite SMS il proprietario della vettura. La particolarità è rappresentata dal fatto che questi sistemi sono bidirezionali, ovvero, inviano informazioni ma possono anche riceverle, nulla può impedire al proprietario di un’auto di consultare, tramite il suo telefono cellulare, il sistema d’antifurto per una diagnostica.
L’ultimo tipo di sistema d’allarme entrato in commercio è quello GPS. Attraverso il GPS possiamo conoscere in ogni momento la posizione, nell’intero globo della nostra auto, ed in caso di situazioni sospette avvisare immediatamente le forze dell’ordine. Il GPS visto in questo contesto sembra la panacea che possa risolvere il problema dei furti d’auto, in realtà, anch’esso ha un tallone d’achille. Se per esempio la macchina venisse ricoverata in un parcheggio sotterraneo il sistema sarebbe totalmente inutile a causa della schermatura provocata dagli spessi muri intorno.

 

Simone Pavarin

 


 

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