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Anno XIV num.4
Lug./Ago. 2015

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CELLULARE SEQUESTRATO SE LO USI ALLA GUIDA

di Giovanni Minieri

 

Qualche settimana fa, scorrendo il mio profilo facebook, visualizzo un video condiviso da un mio amico in cui un gruppo di ragazzi si riprende con l’ormai noto bastone per i selfie mentre stanno viaggiando in auto e si stanno esibendo nella interpretazione canore di uno dei tanti tormentoni dell’estate. Tutt’un tratto la ragazza che è alla guida cambia espressione, spalanca occhi e bocca e il terrore si dipinge sul suo volto. Un attimo dopo e tutto un roteare ed un urlare, l’auto si sta cappottando.

La ripresa termina con l’immagine fissa di quello che dovrebbe essere il velluto di un sedile. Non so come siano usciti i giovani interpreti canori, ma se il fato è stato benevolo, lasciandoli tutti e quattro in vita, scommetto che per il resto dei loro giorni, anche se vorranno cantare in auto, non si azzarderanno più a riprendersi con lo smartphone. Ma quanti sono gli incidenti causati dall’uso improprio del cellulare alla guida?

L’Associazione Sostenitori Amici Polizia, ASAPS, tramite il suo presidente Giordano Biserni, fa sapere che è impossibile saperlo. Biserni spiega che:” in particolare in un Paese che dal 2009 non riesce più a monitorare neppure gli incidenti causati da alcol e droga alla guida. Altri paesi hanno ben quantificato la condizione di crescente rischio – oltre 3.000 morti l’anno negli USA. Dopo un periodo estivo col ritorno del segno più nella mortalità stradale, possiamo constatare che negli incidenti del fine settimana la percentuale delle fuori uscite per sbandamento sfiora il 40%, forse in questo segmento ci sono anche le distrazioni da uso del cellulare.”

Per l’uso del cellulare alla guida, il codice della strada prevede, all’art. 173, una multa di 161 euro e la decurtazione di 5 punti dalla patente, e se il conducente è recidivo, cioè incorre nella stessa violazione nel corso del biennio successivo alla prima contestazione, è prevista la sospensione della patente da 1 a 3 mesi.

Eppure tali pene non sembrano sortire effetto, gli italiani che continuano a messaggiare o chattare mentre guidano sono ancora tanti, troppi. Ricordiamoci che scrivere un messaggio significa distogliere lo sguardo dalla strada per 10 secondi circa. Pochi? Non credo, in 10 secondi a 50 Km/h si percorrono la bellezza di 140 metri, pensate in città a quanti attraversamenti pedonali incrociate in quei 140 metri.

Le proposte per arginare questo fenomeno?

L’ASAPS ha una sua idea:” È ora di arrivare ad una decisa svolta per interrompere questo dilagante e rischioso utilizzo abusivo del cellulare, inserendo nelle modifiche al C.d.S. che sono in discussione in Parlamento, l’ipotesi della sospensione immediata della patente e il sequestro e fermo del cellulare per un mese per chi lo usa alla guida.” Probabilmente il solo rischio di vedersi sequestrare il proprio cellulare, potrebbe essere un ottimo deterrente vista la dipendenza oramai totale dal quel diabolico oggetto tecnologico.

 

Giovanni Minieri


LA BICI DAL TRUCCO ELETTRIZZANTE

 

E’ noto il poco traffico che interessa una delle opere autostradali più imponenti e costose degli ultimi tempi, la BRE.BE.MI., talmente poco che un arzillo ciclista, un po’ in là con gli anni, qualche giorno fa ha avuto la splendida idea di approfittare delle poche auto in circolazione in autostrada per percorrere qualche chilometro della corsia di emergenza in sella alla sua rapante bici.

L’automobilista che ha assistito alla scena l’ha prontamente immortalata con uno scatto fotografico subito condiviso sui social e diventato virale in pochissimi giorni. Probabilmente l’automobilista sarà rimasto stupito nel constatare che l’attempato ciclista pedalava realmente con flemmatica cadenza, che la sua cioè non era una bici a pedalata assistita, quelle cioè dotate di un motore elettrico alimentato da una batteria ricaricabile e che aiuta il ciclista quando pedala. Oramai ce ne sono davvero tante, la loro diffusione è dovuta soprattutto al prezzo di acquisto sceso notevolmente negli ultimi anni. E non sarebbe stato strano neppure scoprire che il “giovane” ciclista viaggiava su una bici elettrica truccata.

Ebbene sì, dopo gli scooter modificati, dalla Cina arrivano le bici elettriche modificate. Il trucco consiste nel montare un potenziometro sul manubrio, una manopola del tutto uguale a quella degli scooter, agendo sulla quale si “apre” la corrente elettrica e via in sella, senza neanche pedalare. Ma una modifica del genere rende fuori legge la bici. Il codice della strada è chiaro nel definire il velocipede:” Sono considerati velocipedi le biciclette a pedalata assistita, dotate di un motore ausiliario elettrico avente potenza nominale continua massima di 0,25 kw la cui alimentazione è progressivamente ridotta ed infine interrotta quando il veicolo raggiunge i 25 km/h o prima se il ciclista smette di pedalare.” Ciò significa che se il ciclista non pedala, il motore elettrico smette di funzionare.

Nella realtà dei fatti però questo non accade.

Ad esempio a Chiavari i vigili urbani hanno fermato alcuni ciclisti che in sella alle proprie bici si spostavano tra le strade del paese senza imprimere il benché minimo sforzo sui pedali. Il trucchetto della manopola sembra essere poca cosa, sfuggono le implicazioni a cui una modifica del genere conduce.

Un bici così modificata diventa a tutti gli effetti un ciclomotore, con tutti gli annessi e connessi del caso. Bisogna infatti montare una targa, provvedere ad assicurarlo ed il conducente è obbligato ad indossare il casco. Fino ad oggi i vigili di Chiavari non hanno calcato la mano, tenendo bonariamente conto dell’età media piuttosto alta dei fuorilegge, quasi tutti “diversamente giovani”. Si sono infatti limitati a fermarli e invitarli a proseguire a piedi conducendo la bici truccata in una officina per ripristinarne le caratteristiche originali.

 

 Giovanni Minieri

 

 


 

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