COS'E' LA ECOSOSTENIBILITA'
di
Cinzia Pradella
Negli
ultimi anni è molto di moda la parola “Ecosostenibile”! :I detersivi, i
prodotti per la pulizia della persona, i vestiti ed ultimamente anche le
case sono seguite da marchi e certificazioni che ci garantiscono questa
caratteristica che sembra ormai avere carattere prioritario sui prodotti
che decidiamo di acquistare. Tale necessità nasce dal desiderio
dell’essere umano di vivere in maniera armonica con il mondo che lo
circonda. Nei primi anni 70 il mondo economico ebbe a confrontarsi con
la prima crisi energetica, provocata a seguito della guerra tra Israele
ed i Paese Arabi i quali decisero di diminuire le esportazioni di
Petrolio verso l’Occidente e di aumentarne il prezzo facendo così
pressioni sugli Stati Uniti e Sull’Europa a favore dei Palestinesi.
Tale
“gioco” politico provocò la prima vera crisi petrolifera ed il risveglio
della coscienza umana. Ad opera di alcuni studiosi si iniziarono ad
effettuare grafici e loro intersezioni dove venivano messe in relazione
le risorse primarie del nostro pianeta, la popolazione mondiale, il
grado di industrializzazione, l’inquinamento, la produzione alimentare e
le risorse idriche dimostrando che con il tempo, mentre la popolazione
si sarebbe sviluppata in maniera esponenziale, allo stesso modo le
risorse primarie si sarebbero ridotte. Oltre a questo la crisi portò i
paesi industrializzati ad interrogarsi su fino a quando il petrolio
sarebbe stata una risorsa e prendere pertanto in considerazione
alternative ai combustibili fossili. Negli anni 80 la comunità
scientifica definì la sostenibilità globale un complesso sistema che
comprende sia aspetti ecologici che sociali.
I
componenti fondamentali comprendevano la SOSTENIBILITA’ ECONOMICA ovvero
la capacità di generare reddito e lavoro per il sostentamento della
popolazione; la SOSTENIBILITA’ SOCIALE ovvero la capacità di garantire
condizioni di benessere delle persone dove il benessere è inteso come
uno stato di sicurezza, istruzione e salute sia fisica che mentale della
persona. SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE intesa come la capacità delle risorse
di riprodursi in modo naturale; SOSTENIBILITA’ ISTITUZIONALE ovvero la
capacità di stabilire una politica in democrazia e giustizia. Tra i
primi paesi a prendere in parola e provare ad attuare le citate
definizioni ci fu la Svezia ed in particolare il colosso IKEA,
all’inizio degli anni 90.Nel 1992 a Rio de Janeiro, con una conferenza
ONU, vengono confermati i contenuti della dichiarazione ONU del 1972 per
l’Ambiente e lo Sviluppo ponendo l’accento su alcuni temi ritenuti
importanti quali:
-
Il diritto allo sviluppo equo mantenendo un equilibrio
tale da soddisfare i fabbisogni delle generazioni future;
-
Tutela ambientale come parte integrante dello sviluppo;
-
La partecipazione dei cittadini, a diversi livelli, a
sensibilizzazione delle tematiche ambientali;
-
Introduzione del reato ambientale.
Su
tali principi venne redatto un Programma d’azione denominato AGENDA 21,
di 800 pagine, condiviso dalle varie nazioni dove si evidenzia che lo
sfruttamento del pianeta non è più sostenibile e che il divario
economico tra i popoli sta aumentando incrementando fame, povertà,
malattia e il deterioramento dell’ecosistema. Sempre nel 1992 viene
sviluppato a New York uno strumento legale: il Protocollo di Kyoto
(sottoscritto nel 1997) con scopo le linee guida per la stabilizzazione
delle concentrazioni in atmosfera dei gas serra provenienti dalle
attività umane. Tra gli stati, principali, produttori di gas serra non
parteciparono gli Stati Uniti. Tra gli obiettivi del protocollo
troviamo:
-
Sostituzione le fonti energetiche non rinnovabili con
quelle rinnovabili;
-
Ridurre l’uso di combustibili fossili;
-
Aumentare l’efficienza energetica;
-
Ridurre i consumi energetici;
-
Ridurre la deforestazione.
Tra
gli anni 90 e il 2000 vennero tenute 3 Conferenze Europee dove si
chiedeva alle città Europee un impegno ad elaborare piani d’azione per
uno sviluppo equo e sostenibile. Nel 2001 viene definito il VI piano
d’Azione dal 2002 al 2010 dove gli argomenti trattati riguardano: Natura
e biodiversità, Ambiente e Salute, uso sostenibile delle risorse
naturali e gestione dei rifiuti.
Nel
2002 si tiene a Johannesburg il Vertice Mondiale sullo Sviluppo
Sostenibile introducendo alcune novità sostanziali rispetto agli
argomenti trattati fino a quella data. Tra i pilastri principali un
concetto che rivoluzionava l’idea dello sviluppo economico così come
concepito fino a quel momento ovvero che la crescita economica non è più
alla base dello sviluppo e che c’è distinzione tra crescita e sviluppo.
Nella piramide dei valori nessuno di questi potrà essere considerato in
maniera indipendente ed il sociale ha tanto peso quanto l’economico e
l’ambientale. Nel 2005 L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamò
il DESS: Decennio dell’Educazione allo Sviluppo Sostenibile per il
periodo che decorreva dal 2005 al 2014 affidando all’UNESCO la
coordinazione e la promozione del progetto. Lo scopo era quello di
sensibilizzare da prima i governi e di
conseguenza le società di tutto il mondo verso l’educazione, formazione
ed informazione nonché sensibilizzazione verso l’ambiente. Ambiente
inteso nel suo senso letterario più ampio come cultura basata su una
prospettiva di equo sviluppo di cui possano beneficiare popolazioni,
presenti e future, le risorse naturali e i vari ecosistemi. La cultura a
l’ecosostenibilità dovrebbe iniziare fin dalle scuole della prima
infanzia facendo approcciare i bambini all’ambiente come gioco fino ad
arrivare da adulti ad una coscienza responsabile verso il pianete e le
sue risorse.
Cos’è l'educazione ambientale?
Insegnare agli esseri umani a rapportarsi in modo
sostenibile con gli ecosistemi gestendo i propri comportamenti, senza
alterare gli equilibri naturali. Varie possono essere le azioni
intraprese soprattutto a livello scolastico. Il solo riprendere un
bambino che butta una carta per terra è educazione ambientale, imparare
a fare la raccolta differenziata è educazione ambientale, non sprecare
l’acqua del rubinetto nelle proprie case è educazione ambientale,
spegnere le luci quando non servono è educazione ambientale. Talvolta
l’errore che si tende a fare è credere che la protezione dell’ambiente
debba provenire solo dalle grandi industrie mentre ogni cittadino nel
suo piccolo può contribuire al benessere del paese. La scuola dovrebbe
inculcare questo basilare ma fondamentale concetto.
In Italia?
Secondo la legge Italiana il reato Ambientale è trattato all’interno del
Testo Unico Ambientale nonché D-Lgsl del 3 aprile 2006 n.152 e s.m.i.e
prevede denuncie di tipo penale con conseguente arresto e/o multe molto
salate. Nel testo unico vengono normate una serie di materie in
riferimento a: 1) scarico, immissione illecita di un quantitativo di
sostanze o radiazioni ionizzanti nell’aria, nel suolo o nelle acque che
provochino o possano provocare il decesso o lesioni gravi alle persone
2) o danni rilevanti alla qualità dell’aria; 3) la raccolta, il
trasporto, il recupero o lo smaltimento di rifiuti; 4) la spedizione di
rifiuti illecita;5) l’esercizio di un impianto in cui sono svolte
attività pericolose o nelle quali siano depositate o utilizzate sostanze
o preparazioni pericolose che provochi o possa provocare il decesso o
lesioni gravi alle persone; 6) la produzione, lavorazione, trattamento
di materiali nucleari o altre sostanze radioattive pericolose; 7)
uccisione, distruzione, possesso di specie animali o vegetali selvatiche
protette; 8) deterioramento che provochi il significativo deterioramento
di un habitat all’interno di un sito protetto;9) uso di sostanze che
riducono lo strato di ozono.
Il
principio dello sviluppo sostenibile viene citato all’art.3-quater e
recita:
1.
Ogni attività umana
giuridicamente rilevante ai sensi del presente codice deve conformarsi
al principio dello sviluppo sostenibile, al fine di garantire all'uomo
che il soddisfacimento dei bisogni delle generazioni attuali non possa
compromettere la qualità della vita e le possibilità delle generazioni
future.
2.
Anche l'attività della pubblica
amministrazione deve
essere finalizzata a consentire la migliore attuazione possibile del
principio dello sviluppo sostenibile, per cui nell'ambito della scelta
comparativa di interessi pubblici e privati connotata da discrezionalità
gli interessi alla tutela dell'ambiente e del patrimonio culturale
devono essere oggetto di prioritaria considerazione.
3.
Data la complessità delle
relazioni e delle interferenze tra natura e attività umane, il principio
dello sviluppo sostenibile deve consentire di individuare un equilibrato
rapporto, nell'ambito delle risorse ereditate, tra quelle da risparmiare
e quelle da trasmettere, affinché nell'ambito delle dinamiche della
produzione e del consumo si inserisca altresì il principio di
solidarietà per salvaguardare e per migliorare la qualità dell'ambiente
anche futuro.
4.
La risoluzione delle
questioni che involgono aspetti ambientali deve essere cercata e trovata
nella prospettiva di garanzia dello sviluppo sostenibile, in modo da
salvaguardare il corretto funzionamento e l'evoluzione degli ecosistemi
naturali dalle modificazioni negative che possono essere prodotte dalle
attività umane.
Fra gli strumenti atti a garantire l’attuazione di uno
sviluppo sostenibile, assumono un ruolo importante la VIA e la VAS. La
VAS, Valutazione ambientale strategica, serve a valutare la
sostenibilità delle previsioni inserite nei piani e nei progetti
urbanistici. La VIA, Valutazione d’impatto ambientale, riguarda la
valutazione dei probabili effetti sull’ambiente di uno specifico
progetto. L’obiettivo della VAS è di integrare considerazioni di tipo
ambientale all’elaborazione del piano urbanistico, in modo da garantire
l’adozione di uno sviluppo sostenibile all’interno del piano stesso. Di
fatto la procedura VAS valuta in primo luogo quali piani ricadano nel
suo ambito di competenza; poi stabilisce le indagini da eseguire ai fini
della valutazione, raccogliendo le conoscenze utili a tali fini e
definisce i probabili impatti ambientali. La procedura si basa, inoltre,
sul confronto col pubblico e sull’interazione con i soggetti proponenti.
Infine, essa prevede il monitoraggio degli effetti del piano o del
progetto anche dopo l’effettiva adozione. L’applicazione della VAS
riguarda i piani urbanistici concernenti:
-
i settori agricolo,
forestale e della pesca;
-
la pianificazione
territoriale e la destinazione dei suoli;
-
la gestione della qualità
dell’aria;
-
i settori energetico,
industriale e dei trasporti;
-
la gestione dei rifiuti e
dell’acqua;
-
le telecomunicazioni e il
turismo.
In definitiva, la VAS rappresenta una parte integrante
del procedimento di approvazione dei piani e dei programmi ed è per
questi ultimi un elemento valutativo e di monitoraggio. La VIA fornisce
ai soggetti decisori gli elementi per valutare l’impatto ambientale di
specifici interventi. La VIA, dunque, è uno strumento atto a individuare
gli effetti di un progetto su diverse componenti ambientali, quali ad
esempio l’acqua, l’aria, il suolo, la fauna, la flora e il paesaggio;
nonché sul patrimonio culturale. Gli obiettivi della VIA possono essere
schematizzati nei seguenti punti:
·
proteggere l’ambiente al fine di garantire una migliore
qualità della vita;
·
tutelare le specie e garantirne la sopravvivenza;
·
proteggere la salute umana;
·
preservare la capacità di riproduzione degli ecosistemi.
La VIA, inoltre, deve rispondere alle seguenti esigenze:
·
fornire una pluralità di opzioni (previsionali,
progettuali e localizzative), compresa quella di non intervento;
·
consultare i soggetti interessati;
·
essere trasparente e fornire informazioni chiare ed
esaustive.
Dal punto di vista aziendale sono state create delle
procedure chiamate ISO
ovvero
una serie di
normative
e
linee guida
sviluppate dall'Organizzazione
internazionale per la normazione (ISO),
le quali definiscono i requisiti per la realizzazione, in una
organizzazione, di un sistema
di gestione della qualità, al fine di condurre i processi
aziendali,
migliorare l'efficacia e l'efficienza nella realizzazione del
prodotto
e nell'erogazione del servizio,
ottenere ed incrementare la soddisfazione del cliente.
Per quanto riguarda l’ambiente troviamo:
-
ISO 26000: Responsabilità sociale e sviluppo sostenibile,
che intende fornire una guida mirata a responsabilizzare tutti i tipi di
organizzazioni sull'impatto delle loro attività sulla società e
sull'ambiente, affinché tali attività siano condotte in una modalità
che, in accordo con le leggi applicabili, sia basata su un comportamento
etico e sia consistente con gli interessi della società e di uno
sviluppo sostenibile.
- ISO 9004: Qualità verso
la sostenibilità - "Linea guida per il miglioramento delle
prestazioni" con l'intenzione di fornire alle organizzazioni una linea
guida per conseguire un successo sostenibile. Nella stessa norma vien
proposta la definizione di "sostenibile" come "capacità di
un'organizzazione o di un'attività di mantenere e sviluppare le proprie
prestazioni nel lungo periodo" attraverso un bilanciamento degli
interessi economico-finanziari con quelli ambientali.
- Direttiva 2010/31/UE
sulla prestazione energetica nell’edilizia che intende promuovere
il miglioramento della prestazione energetica degli edifici all'interno
dell'Unione, tenendo conto delle condizioni locali e climatiche esterne,
nonché delle prescrizioni relative al clima degli ambienti interni e
all'efficacia sotto il profilo dei costi". Essa costituisce un notevole
passo avanti nel raggiungimento dello sviluppo sostenibile; stabilendo,
fra le altre cose, che dal 31 dicembre 2020 tutti gli edifici di nuova
costruzione siano “edifici a energia quasi zero”. Dove per “edificio a
energia quasi zero” si intende: “edificio ad altissima prestazione
energetica”; il cui “fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo
dovrebbe essere coperto in misura molto significativa da energia da
fonti rinnovabili, compresa l’energia da fonti rinnovabili prodotta in
loco o nelle vicinanze”.
Una speranza per il futuro …
La manutenzione può rappresentare una speranza per il
futuro del mondo, stimolando i cittadini a conservare, a ridurre lo
spreco, ad agire in sicurezza, a condurre un’esistenza sostenibile che
renda vivibili le nostre città ed efficienti quanto virtuose le nostre
fabbriche, nel rispetto dell’ambiente e della vita umana. “La cultura
del mantenimento è l’unica alternativa allo sviluppo incontrollato delle
attività produttive che porterà al disastro l’umanità”.
Per. Agr. Cinzia Pradella |