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Anno XIV num.4
Lug./Ago. 2015

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COS'E' LA ECOSOSTENIBILITA'

 di Cinzia Pradella

 

Negli ultimi anni è molto di moda la parola “Ecosostenibile”! :I detersivi, i prodotti per la pulizia della persona, i vestiti ed ultimamente anche le case sono seguite da marchi e certificazioni che ci garantiscono questa caratteristica che sembra ormai avere carattere prioritario sui prodotti che decidiamo di acquistare. Tale necessità nasce dal desiderio dell’essere umano di vivere in maniera armonica con il mondo che lo circonda. Nei primi anni 70 il mondo economico ebbe a confrontarsi con la prima crisi energetica, provocata a seguito della guerra tra Israele ed i Paese Arabi i quali decisero di diminuire le esportazioni di Petrolio verso l’Occidente e di aumentarne il prezzo facendo così pressioni sugli Stati Uniti e Sull’Europa a favore dei Palestinesi.

Tale “gioco” politico provocò la prima vera crisi petrolifera ed il risveglio della coscienza umana. Ad opera di alcuni studiosi si iniziarono ad effettuare grafici e loro intersezioni dove venivano messe in relazione le risorse primarie del nostro pianeta, la popolazione mondiale, il grado di industrializzazione, l’inquinamento, la produzione alimentare e le risorse idriche dimostrando che con il tempo, mentre la popolazione si sarebbe sviluppata in maniera esponenziale, allo stesso modo le risorse primarie si sarebbero ridotte. Oltre a questo la crisi portò i paesi industrializzati ad interrogarsi su fino a quando il petrolio sarebbe stata una risorsa e prendere pertanto in considerazione alternative ai combustibili fossili. Negli anni 80 la comunità scientifica definì la sostenibilità globale un complesso sistema che comprende sia aspetti ecologici che sociali.

I componenti fondamentali comprendevano la SOSTENIBILITA’ ECONOMICA ovvero la capacità di generare reddito e lavoro per il sostentamento della popolazione; la SOSTENIBILITA’ SOCIALE ovvero la capacità di garantire condizioni di benessere delle persone dove il benessere è inteso come uno stato di sicurezza, istruzione e salute sia fisica che mentale della persona. SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE intesa come la capacità delle risorse di riprodursi in modo naturale; SOSTENIBILITA’ ISTITUZIONALE ovvero la capacità di stabilire una politica in democrazia e giustizia. Tra i primi paesi a prendere in parola e provare ad attuare le citate definizioni ci fu la Svezia ed in particolare il colosso IKEA, all’inizio degli anni 90.Nel 1992 a Rio de Janeiro, con una conferenza ONU, vengono confermati i contenuti della dichiarazione ONU del 1972 per l’Ambiente e lo Sviluppo ponendo l’accento su alcuni temi ritenuti importanti quali:

-      Il diritto allo sviluppo equo mantenendo un equilibrio tale da soddisfare i fabbisogni delle generazioni future;

-      Tutela ambientale come parte integrante dello sviluppo;

-      La partecipazione dei cittadini, a diversi livelli, a sensibilizzazione delle tematiche ambientali;

-      Introduzione del reato ambientale.

 

Su tali principi venne redatto un Programma d’azione denominato AGENDA 21, di 800 pagine, condiviso dalle varie nazioni dove si evidenzia che lo sfruttamento del pianeta non è più sostenibile e che il divario economico tra i popoli sta aumentando incrementando fame, povertà, malattia e il deterioramento dell’ecosistema. Sempre nel 1992 viene sviluppato a New York uno strumento legale: il Protocollo di Kyoto (sottoscritto nel 1997) con scopo le linee guida per la stabilizzazione delle concentrazioni in atmosfera dei gas serra provenienti dalle attività umane. Tra gli stati, principali, produttori di gas serra non parteciparono gli Stati Uniti. Tra gli obiettivi del protocollo troviamo:

-      Sostituzione le fonti energetiche non rinnovabili con quelle rinnovabili;

-      Ridurre l’uso di combustibili fossili;

-      Aumentare l’efficienza energetica;

-      Ridurre i consumi energetici;

-      Ridurre la deforestazione.

Tra gli anni 90 e il 2000 vennero tenute 3 Conferenze Europee dove si chiedeva alle città Europee un impegno ad elaborare piani d’azione per uno sviluppo equo e sostenibile. Nel 2001 viene definito il VI piano d’Azione dal 2002 al 2010 dove gli argomenti trattati riguardano: Natura e biodiversità, Ambiente e Salute, uso sostenibile delle risorse naturali e gestione dei rifiuti.

Nel 2002 si tiene a Johannesburg il Vertice Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile introducendo alcune novità sostanziali rispetto agli argomenti trattati fino a quella data. Tra i pilastri principali un concetto che rivoluzionava l’idea dello sviluppo economico così come concepito fino a quel momento ovvero che la crescita economica non è più alla base dello sviluppo e che c’è distinzione tra crescita e sviluppo. Nella piramide dei valori nessuno di questi potrà essere considerato in maniera indipendente ed il sociale ha tanto peso quanto l’economico e l’ambientale. Nel 2005 L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamò il DESS: Decennio dell’Educazione allo Sviluppo Sostenibile per il periodo che decorreva dal 2005 al 2014 affidando all’UNESCO la coordinazione e la promozione del progetto. Lo scopo era quello di sensibilizzare da prima i governi e di

conseguenza le società di tutto il mondo verso l’educazione, formazione ed informazione nonché sensibilizzazione verso l’ambiente. Ambiente inteso nel suo senso letterario più ampio come cultura basata su una prospettiva di equo sviluppo di cui possano beneficiare popolazioni, presenti e future, le risorse naturali e i vari ecosistemi. La cultura a l’ecosostenibilità dovrebbe iniziare fin dalle scuole della prima infanzia facendo approcciare i bambini all’ambiente come gioco fino ad arrivare da adulti ad una coscienza responsabile verso il pianete e le sue risorse.

 

Cos’è l'educazione ambientale?

Insegnare agli esseri umani a rapportarsi in modo sostenibile con gli ecosistemi gestendo i propri comportamenti, senza alterare gli equilibri naturali. Varie possono essere le azioni intraprese soprattutto a livello scolastico. Il solo riprendere un bambino che butta una carta per terra è educazione ambientale, imparare a fare la raccolta differenziata è educazione ambientale, non sprecare l’acqua del rubinetto nelle proprie case è educazione ambientale, spegnere le luci quando non servono è educazione ambientale. Talvolta l’errore che si tende a fare è credere che la protezione dell’ambiente debba provenire solo dalle grandi industrie mentre ogni cittadino nel suo piccolo può contribuire al benessere del paese. La scuola dovrebbe inculcare questo basilare ma fondamentale concetto.

In Italia?

Secondo la legge Italiana il reato Ambientale è trattato all’interno del Testo Unico Ambientale nonché D-Lgsl del 3 aprile 2006 n.152 e s.m.i.e prevede denuncie di tipo penale con conseguente arresto e/o multe molto salate. Nel testo unico vengono normate una serie di materie in riferimento a: 1) scarico, immissione illecita di un quantitativo di sostanze o radiazioni ionizzanti nell’aria, nel suolo o nelle acque che provochino o possano provocare il decesso o lesioni gravi alle persone 2) o danni rilevanti alla qualità dell’aria; 3) la raccolta, il trasporto, il recupero o lo smaltimento di rifiuti; 4) la spedizione di rifiuti illecita;5) l’esercizio di un impianto in cui sono svolte attività pericolose o nelle quali siano depositate o utilizzate sostanze o preparazioni pericolose che provochi o possa provocare il decesso o lesioni gravi alle persone; 6) la produzione, lavorazione, trattamento di materiali nucleari o altre sostanze radioattive pericolose; 7) uccisione, distruzione, possesso di specie animali o vegetali selvatiche protette; 8) deterioramento che provochi il significativo deterioramento di un habitat all’interno di un sito protetto;9) uso di sostanze che riducono lo strato di ozono.

Il principio dello sviluppo sostenibile viene citato all’art.3-quater e recita:

1.  Ogni attività umana giuridicamente rilevante ai sensi del presente codice deve conformarsi al principio dello sviluppo sostenibile, al fine di garantire all'uomo che il soddisfacimento dei bisogni delle generazioni attuali non possa compromettere la qualità della vita e le possibilità delle generazioni future.

2.  Anche l'attività della pubblica amministrazione deve essere finalizzata a consentire la migliore attuazione possibile del principio dello sviluppo sostenibile, per cui nell'ambito della scelta comparativa di interessi pubblici e privati connotata da discrezionalità gli interessi alla tutela dell'ambiente e del patrimonio culturale devono essere oggetto di prioritaria considerazione.

3.  Data la complessità delle relazioni e delle interferenze tra natura e attività umane, il principio dello sviluppo sostenibile deve consentire di individuare un equilibrato rapporto, nell'ambito delle risorse ereditate, tra quelle da risparmiare e quelle da trasmettere, affinché nell'ambito delle dinamiche della produzione e del consumo si inserisca altresì il principio di solidarietà per salvaguardare e per migliorare la qualità dell'ambiente anche futuro.

4.  La risoluzione delle questioni che involgono aspetti ambientali deve essere cercata e trovata nella prospettiva di garanzia dello sviluppo sostenibile, in modo da salvaguardare il corretto funzionamento e l'evoluzione degli ecosistemi naturali dalle modificazioni negative che possono essere prodotte dalle attività umane.

Fra gli strumenti atti a garantire l’attuazione di uno sviluppo sostenibile, assumono un ruolo importante la VIA e la VAS. La VAS, Valutazione ambientale strategica, serve a valutare la sostenibilità delle previsioni inserite nei piani e nei progetti urbanistici. La VIA, Valutazione d’impatto ambientale, riguarda la valutazione dei probabili effetti sull’ambiente di uno specifico progetto. L’obiettivo della VAS è di integrare considerazioni di tipo ambientale all’elaborazione del piano urbanistico, in modo da garantire l’adozione di uno sviluppo sostenibile all’interno del piano stesso. Di fatto la procedura VAS valuta in primo luogo quali piani ricadano nel suo ambito di competenza; poi stabilisce le indagini da eseguire ai fini della valutazione, raccogliendo le conoscenze utili a tali fini e definisce i probabili impatti ambientali. La procedura si basa, inoltre, sul confronto col pubblico e sull’interazione con i soggetti proponenti. Infine, essa prevede il monitoraggio degli effetti del piano o del progetto anche dopo l’effettiva adozione. L’applicazione della VAS riguarda i piani urbanistici concernenti:

-      i settori agricolo, forestale e della pesca;

-      la pianificazione territoriale e la destinazione dei suoli;

-      la gestione della qualità dell’aria;

-      i settori energetico, industriale e dei trasporti;

-      la gestione dei rifiuti e dell’acqua;

-      le telecomunicazioni e il turismo.

In definitiva, la VAS rappresenta una parte integrante del procedimento di approvazione dei piani e dei programmi ed è per questi ultimi un elemento valutativo e di monitoraggio. La VIA fornisce ai soggetti decisori gli elementi per valutare l’impatto ambientale di specifici interventi. La VIA, dunque, è uno strumento atto a individuare gli effetti di un progetto su diverse componenti ambientali, quali ad esempio l’acqua, l’aria, il suolo, la fauna, la flora e il paesaggio; nonché sul patrimonio culturale. Gli obiettivi della VIA possono essere schematizzati nei seguenti punti:

·       proteggere l’ambiente al fine di garantire una migliore qualità della vita;

·       tutelare le specie e garantirne la sopravvivenza;

·       proteggere la salute umana;

·       preservare la capacità di riproduzione degli ecosistemi.

La VIA, inoltre, deve rispondere alle seguenti esigenze:

·       fornire una pluralità di opzioni (previsionali, progettuali e localizzative), compresa quella di non intervento;

·       consultare i soggetti interessati;

·       essere trasparente e fornire informazioni chiare ed esaustive.

Dal punto di vista aziendale sono state create delle procedure chiamate ISO ovvero una serie di normative e linee guida sviluppate dall'Organizzazione internazionale per la normazione (ISO), le quali definiscono i requisiti per la realizzazione, in una organizzazione, di un sistema di gestione della qualità, al fine di condurre i processi aziendali, migliorare l'efficacia e l'efficienza nella realizzazione del prodotto e nell'erogazione del servizio, ottenere ed incrementare la soddisfazione del cliente. Per quanto riguarda l’ambiente troviamo:

-      ISO 26000: Responsabilità sociale e sviluppo sostenibile, che intende fornire una guida mirata a responsabilizzare tutti i tipi di organizzazioni sull'impatto delle loro attività sulla società e sull'ambiente, affinché tali attività siano condotte in una modalità che, in accordo con le leggi applicabili, sia basata su un comportamento etico e sia consistente con gli interessi della società e di uno sviluppo sostenibile.

-       ISO 9004: Qualità verso la sostenibilità - "Linea guida per il miglioramento delle prestazioni" con l'intenzione di fornire alle organizzazioni una linea guida per conseguire un successo sostenibile. Nella stessa norma vien proposta la definizione di "sostenibile" come "capacità di un'organizzazione o di un'attività di mantenere e sviluppare le proprie prestazioni nel lungo periodo" attraverso un bilanciamento degli interessi economico-finanziari con quelli ambientali.

-       Direttiva 2010/31/UE sulla prestazione energetica nell’edilizia che intende promuovere il miglioramento della prestazione energetica degli edifici all'interno dell'Unione, tenendo conto delle condizioni locali e climatiche esterne, nonché delle prescrizioni relative al clima degli ambienti interni e all'efficacia sotto il profilo dei costi". Essa costituisce un notevole passo avanti nel raggiungimento dello sviluppo sostenibile; stabilendo, fra le altre cose, che dal 31 dicembre 2020 tutti gli edifici di nuova costruzione siano “edifici a energia quasi zero”. Dove per “edificio a energia quasi zero” si intende: “edificio ad altissima prestazione energetica”; il cui “fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo dovrebbe essere coperto in misura molto significativa da energia da fonti rinnovabili, compresa l’energia da fonti rinnovabili prodotta in loco o nelle vicinanze”.

Una speranza per il futuro … La manutenzione può rappresentare una speranza per il futuro del mondo, stimolando i cittadini a conservare, a ridurre lo spreco, ad agire in sicurezza, a condurre un’esistenza sostenibile che renda vivibili le nostre città ed efficienti quanto virtuose le nostre fabbriche, nel rispetto dell’ambiente e della vita umana. “La cultura del mantenimento è l’unica alternativa allo sviluppo incontrollato delle attività produttive che porterà al disastro l’umanità”.

Per. Agr. Cinzia Pradella

 


 

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