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ECONOMIA CIRCOLARE - UN NUOVO MODELLO ECONOMICO

di Maurizio Bertinelli

 

Premessa

Il 2 dicembre 2015, la Commissione europea ha presentato un pacchetto sull’economia circolare. Le nuove misure in materia propongono un approccio integrato che va oltre il focus sui rifiuti, includendo azioni per promuovere l’economia circolare in ogni fase della catena del valore, dalla produzione alla riparazione ai prodotti secondari, coinvolgendo tutti gli attori, sia dal lato della produzione che del consumo.

Economia circolare: un nuovo modello economico.

Per decenni l’occidente e l’Europa in particolare si sono basati sulla cosiddetta economia lineare, un modello economico che prevede la produzione di un bene, il suo utilizzo ed alla fine l’abbandono. Questo modello, in estrema sintesi, comporta un elevato spreco di risorse con un forte impatto ambientale.

Nel 2012, ad esempio, il 60% dei materiali di scarto è stato conferito in discarica o incenerito, mentre solo il 40% è stato riciclato o riutilizzato. In termini di valore, l'Europa ha perso il 95% del materiale e valore energetico, mentre il riciclaggio dei materiali e il recupero energetico dai rifiuti ha recuperato solo il 5% degli originali valori delle materie prime.

Siccome queste risorse, in particolare le materie prime essenziali, sono per lo più concentrate al di fuori dell'Unione europea, l'industria e la società europee vengono ad essere dipendenti dalle importazioni e sempre più vulnerabili all'aumento dei prezzi, alla volatilità dei mercati e alla situazione politica dei paesi fornitori.

L’UE importa sei volte tanto materiali e risorse di quante riesca ad esportarne, per una cifra che si aggira sui 760 miliardi di euro l’anno e che rappresenta oltre il 50% in più rispetto agli USA. In particolare, importa circa il 60% del fabbisogno di combustibili fossili e metalli e ha individuato 20 materie prime che rappresentano una criticità in termini di sicurezza degli approvvigionamenti.

Per sviluppare un’economia sostenibile, competitiva e a basso tenore di carbonio l’Unione europea ha deciso di passare a un sistema ad economia circolare, in cui i materiali e l'energia utilizzati per fabbricare i prodotti mantengono il loro valore il più a lungo possibile, i rifiuti sono ridotti al minimo e si utilizzano quante meno risorse possibili.

Per poter realizzare il passaggio a un'economia circolare occorre intervenire in tutte le fasi della catena del valore: dall'estrazione delle materie prime alla progettazione dei materiali e dei prodotti, dalla produzione alla distribuzione e al consumo dei beni, dai regimi di riparazione, rifabbricazione e riutilizzo alla gestione e al riciclaggio dei rifiuti.

Il seguente diagramma illustra il modello di economia circolare schematizzandone le fasi principali:

Obiettivi

Oltre a fissare obiettivi comuni in materia di riduzione dei rifiuti entro il 2030 (tra i quali, il 65% per il riciclaggio dei rifiuti urbani; il 75% per il riciclaggio dei rifiuti di imballaggio; il 10% per il collocamento in discarica per tutti i rifiuti), la Commissione ha proposto azioni specifiche per alcune aree identificate come prioritarie: plastica, rifiuti alimentari, materie prime critiche, costruzione e demolizioni, biomassa e prodotti bio-based.

Per raggiungere questi obiettivi, la stessa Commissione ha fornito in questo pacchetto un'armonizzazione delle definizioni, soppresso e semplificato alcuni obblighi di comunicazione e introdotto metodi unificati di calcolo.

Il pacchetto è composto dalla Comunicazione: "L'anello mancante - Piano d'azione dell'Unione europea per l'economia circolare con annesso cronoprogramma” (COM(2015) 614), accompagnata da proposte legislative per la revisione delle seguenti direttive UE:

l  direttiva quadro sui rifiuti 2008/98/CE (COM(2015) 595);

l  direttiva sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggio 1994/62/CE, (COM(2015) 596);

l  direttiva sui rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Direttive 2000/53/CE (relativa ai veicoli fuori uso), 2006/66/CE (relativa a pile e accumulatori) e 2012/19/UE (sui rifiuti di apparecchiature elettriche e elettroniche (RAAE) (COM(2015) 593);

l  direttiva sulle discariche 1999/31/CE (COM(2015) 594).

Tutto questo lavoro si basa sul concetto di economia circolare in contrapposizione al modello di economia lineare finora perseguito dalle nazioni occidentali.

Le proposte della commissione europea.

Secondo la Commissione, la prevenzione dei rifiuti, la progettazione ecocompatibile, il riutilizzo e misure analoghe possono generare risparmi netti per le imprese europee pari a 600 miliardi di euro, ossia l'8% del fatturato annuo, generando 580.000 nuovi posti di lavoro e riducendo nel contempo l'emissione di gas a effetto serra del 2-4% pari a 450 milioni di tonnellate per anno.

L’obiettivo consiste nel garantire l’esistenza di un quadro normativo adeguato per lo sviluppo dell’economia circolare nel mercato unico, nel dare segnali chiari agli operatori economici e alla società in generale sulla via da seguire per quanto concerne gli obiettivi a lungo termine in materia di rifiuti, nonché nel predisporre una vasta serie di azioni concrete e ambiziose da attuare entro il 2020.

Di seguito vengono analizzate in breve alcune di queste misure:

l  Misure previste in fase di produzione. L’economia circolare inizia nelle primissime fasi del ciclo di vita del prodotto. Sia la fase di progettazione sia i processi di produzione incidono sull’approvvigionamento delle risorse, sul loro uso e sulla generazione di rifiuti durante l’intero ciclo di vita del prodotto. La Commissione intende promuovere la riparabilità, la durabilità e la possibilità di rimessa a nuovo e riciclaggio dei prodotti, mettendo a punto specifiche dettate dai principi dell’economia circolare, laddove opportuno e tenendo conto delle caratteristiche dei vari gruppi di prodotti.

l  Misure previste nei processi di produzione. La Commissione intende includere nei documenti di riferimento sulle migliori tecniche disponibili (BREF) orientamenti sulle migliori prassi di gestione dei rifiuti e di efficienza delle risorse nei settori industriali, e intende fornire orientamenti nonché promuovere le migliori prassi in materia di rifiuti minerari. La Commissione propone (nelle proposte di revisione della legislazione sui rifiuti) di chiarire le norme relative ai sottoprodotti per agevolare la simbiosi industriale e creare pari condizioni concorrenziali nell’Unione.

l  Consumo. Le scelte operate da milioni di consumatori possono influire in modo positivo o negativo sull’economia circolare. Tali scelte sono determinate dalle informazioni a cui i consumatori hanno accesso, dalla gamma e dai prezzi dei prodotti sul mercato, come pure dal quadro normativo. Le nuove proposte della Commissione intendono sostenere la riparabilità, la durabilità e la riciclabilità mediante le specifiche di prodotto nell'ambito dei futuri piani di lavoro, presentare nuove norme intese a incoraggiare le attività inerenti al riutilizzo, adoperarsi per migliorare l’applicazione delle garanzie sui beni materiali, lavorare sul fronte degli appalti verdi, predisporre orientamenti sulle migliori prassi di gestione dei rifiuti e di efficienza delle risorse nei settori industriali

l  Gestione dei rifiuti. Le nuove proposte legislative sui rifiuti generano dalla necessità di migliorare l'efficienza delle risorse e far sì che l'Unione europea non continui a perdere, come invece avviene attualmente, una quantità significativa di potenziali materie prime secondarie presenti nel flusso dei rifiuti.  Tra le principali novità introdotte dalla proposta si segnalano l'obbligo di incrementare il riciclaggio dei rifiuti urbani di almeno il 60% in peso entro il 2025 e di almeno il 65% entro il 2030 e l'obbligo di aumentare la preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio e il riempimento inerenti ai rifiuti da costruzione e demolizione non pericolosi del 70% entro il 2020. A tale scopo assumono particolare significato anche la semplificazione degli obblighi di registrazione per gli enti o le imprese di piccole dimensioni che raccolgono o trasportano piccole quantità di rifiuti non pericolosi e il miglioramento della qualità, dell'affidabilità e della comparabilità delle statistiche mediante l'utilizzo, da parte degli Stati membri della metodologia più recente messa a punto dalla Commissione europea e dagli istituti nazionali di statistica.

La partecipazione alla consultazione pubblica sull’economia circolare

Anche l’Italia, in quanto paese membro, ha contribuito alla discussione intorno al pacchetto di proposte della Unione Europea. A tale proposito la 13a Commissione permanente (Territorio, ambiente e beni ambientali) del Senato della Repubblica ha inviato alla Commissione europea la Risoluzione Doc XXIV n. 51, approvata il 30 luglio 2015 a conclusione dell'esame assegnato in materia di rifiuti.

La risoluzione è stata adottata al termine di un breve ciclo di audizioni informali di personalità provenienti dalla Commissione europea, dal Governo italiano nonché di enti di ricerca sul tema dell'economia circolare. La risoluzione, dopo aver sottolineato la necessità di ridurre il prelievo di risorse naturali - in particolare di quelle non rinnovabili - e l'immissione nell'ambiente di inquinanti e rifiuti nonché di migliorare l'efficienza delle risorse, ha individuato in particolare alcuni aspetti sui quali occorrerà intervenire prioritariamente.

Quello che è emerso da questa risoluzione e che rappresenta il contributo dello stato italiano ai lavori della commissione può essere sintetizzato nei punti seguenti:

l  la necessità di promuovere la progettazione di prodotti che durino a lungo, che siano facilmente riparabili, efficacemente riusabili e semplicemente riciclabili, contrastando i prodotti ad obsolescenza programmata, a rapido decadimento e di breve durata;

l  in secondo luogo, la necessità di affermare il concetto del circular design, per far sì che la progettazione ecocompatibile si riferisca all'intero ciclo di vita del prodotto e che in ciascuna fase (produzione, utilizzo, eventuale riparazione) siano migliorate le prestazioni ambientali del prodotto stesso;

l  l'importanza della ricerca e dell'eco-innovazione, specialmente per le tecnologie del riciclo, ad esempio nel settore della plastica, e di investire maggiormente nella ricerca nell'uso di CO2 quale materia prima chimica al fine di offrire ulteriori opportunità per chiudere il ciclo del carbonio;

l  nell'ottica di un percorso circolare dei rifiuti sottolinea l'importanza di sviluppare dei cicli produttivi corti, multipli e a cascata, dove i primi attuano il recupero dei materiali derivanti dai prodotti a fine vita, i secondi puntano a mantenere i prodotti in uso più a lungo - mediante il riuso, la riparabilità e la manutenzione - e i terzi collegano imprese diverse, per cui gli scarti di una impresa diventano materiali per un'altra;

l  la necessità di agevolare il ricorso agli appalti verdi intervenendo sulla disciplina delle garanzie a corredo dell'offerta degli appalti pubblici, riducendo l'importo della garanzia per gli operatori economici in possesso di specifiche qualificazioni ambientali;

l  l’opportunità di spostare la pressione fiscale dal lavoro all'inquinamento e all'uso delle risorse, portando avanti quelle misure economiche che si sono rivelate determinanti per migliorare la gestione dei rifiuti a livello nazionale, quali l'aumento della tassa sul conferimento in discarica e in inceneritore, le tasse puntuali (Pay as you throw), i regimi di responsabilità estesa del produttore, e gli incentivi a livello locale, volti ad incoraggiare la prevenzione, il riutilizzo e il riciclo. In questo contesto occorrerà anche responsabilizzare maggiormente i cittadini, in base al principio chi inquina paga e sviluppare al contempo meccanismi che incentivino le buone pratiche di risparmio energetico anche mediante sistemi di tariffazione che favoriscano i comportamenti virtuosi di chi riduce i consumi di energia elettrica;

l  soffermandosi inoltre sui rifiuti organici, che rappresentano la quota più rilevante nella produzione dei rifiuti urbani, l'importanza di regole armonizzate che ne consentano il corretto riciclaggio, e definiscano i requisiti sulla qualità dei prodotti riciclati chiamati compost e digestato affinché ne venga assicurata, a tutela della salute umana e dell'ambiente, l'elevata qualità tramite un'accurata selezione dei rifiuti all'origine e non attraverso tecniche di trattamento a posteriori;

l  la necessità di incorporare nella legislazione finanziaria i rischi ambientali, istituire un quadro politico che consenta agli investitori privati e istituzionali il passaggio verso investimenti sostenibili di lungo periodo, per cui vengono incoraggiate le imprese innovative ed efficienti sotto il profilo delle risorse, istituire incentivi e obblighi volti ad una migliore pianificazione sull'uso delle risorse e sulle scelte di materiali sostenibili durante l'intero ciclo di vita;

l  l'opportunità che i sistemi fiscali favoriscano l'uso di risorse ambientali rinnovabili e penalizzino quello di fonti fossili, suggerendo l'istituzione di un regime di IVA agevolata per i manufatti realizzati con una percentuale minima di materiale riciclato.

Nel maggio 2016 è poi stato pubblicato un altro dossier (2) volto ad analizzare i risultati della procedura di consultazione pubblica svolta dalla Commissione Territorio, ambiente, beni ambientali del Senato sul pacchetto di proposte della Commissione europea in materia di economia circolare. Anche questo dossier è molto interessante in quanto contiene i contributi pervenuti da vari portatori d’interesse in risposta ai questionari specifici della Commissione ambiente su ciascuno degli atti che compongono il pacchetto "economia circolare".

Entro fine anno ci si aspetta che la Commissione Europea, sulla base di tutti i contributi pervenuti, pubblichi le direttive definitive a cui gli stati membri dovranno adeguarsi per i prossimi anni. 

Riferimenti:

  • Documentazione per le Commissioni ESAME DI ATTI E DOCUMENTI DELL’UNIONE EUROPEA - Le proposte sull’economia circolare - Senato della Repubblica e Camera dei Deputati

  • XVII legislatura - La Consultazione pubblica della 13a Commissione (Territorio, ambiente, beni ambientali) sull'economia circolare - maggio 2016 n. 328

  • COM(2015) 614 - COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E

  • AL COMITATO DELLE REGIONI - L'anello mancante - Piano d'azione dell'Unione europea per l'economia circolare

  • COM(2015) 595 - Proposta di DIRETTIVA DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO che modifica la direttiva 2008/98 relativa ai rifiuti

  • COM(2015) 596 - Proposta di DIRETTIVA DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO che modifica la direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio

  • COM(2015) 593 - Proposta di DIRETTIVA DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO che modifica le direttive 2000/53/CE relativa ai veicoli fuori uso, 2006/66/CE relativa a pile e accumulatori e ai rifiuti di pile e accumulatori e 2012/19/UE sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche

  • COM(2015) 594 - Proposta di DIRETTIVA DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO che modifica la direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti

(Nov.2016)  Maurizio Bertinelli

 


 

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