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Anno XIV num.4
Lug./Ago. 2015

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EFFICIENZA ENERGETICA DEGLI EDIFICI

 di Stella De Paola

 

Uno degli obiettivi promossi a livello nazionale ed internazionale in materia di tutela ambientale è la riduzione delle emissioni di gas serra nell’atmosfera attraverso il risparmio energetico e l’utilizzo  di energia da fonti rinnovabili.

Gran parte dell’energia consumata dall’uomo viene utilizzata nelle aree urbane o urbanizzate all’interno degli edifici (residenza, luoghi di lavoro, industrie, ecc.), oltre che per i trasporti.

In particolare, gli edifici impegnano il 45% dei consumi energetici per l’espletamento delle varie attività cui sono destinati: è importante, dunque, comprendere come si possa ridurre il consumo energetico, evitando da un lato le dispersioni e dall’altro impiegando fonti di energia alternative e dispositivi tecnici in grado di ridurre i consumi e l’inquinamento che ne consegue.

Questo orientamento è noto come efficienza energetica degli edifici e concerne una serie di aspetti messi a sistema: approvvigionamento energetico, impianti, componenti e materiali dell’edificio stesso, caratteristiche climatiche del sito.

Ciò implica diversi vantaggi, non solo il risparmio dell’energia consumata necessaria alla gestione dell’attività svolta al suo interno, ma anche la fonte di approvvigionamento dell’energia stessa e il modo con il quale le diverse parti dell’edificio concorrono, assieme ai dispositivi tecnici, a formare un sistema virtuoso a tal fine: anche l’edificio, dunque, nella sua forma, nei materiali di cui è composto, nell’orientamento e nell’interazione con l’ambiente esterno in cui si trova.

Una parte dell’energia impiegata all’interno di un edificio è destinata alla climatizzazione dell’ambiente interno: riscaldamento invernale e raffrescamento estivo; l’altra parte, invece, all’uso dell’edificio da parte dell’utenza, quindi all’alimentazione dei dispositivi tecnici e delle attrezzature: illuminazione, elettrodomestici, macchine, ecc.

Nel primo caso, ai fini del risparmio energetico e del benessere termo igrometrico dell’ambiente interno, è molto importante considerare la forma dell’edificio e delle sue parti, la sua esposizione, le caratteristiche dell’involucro edilizio, la sistemazione dell’ambiente interno ed esterno che lo circonda.

Nel secondo, invece, è opportuno da un lato valutare i dispositivi tecnici che richiedono una quantità minore di energia, dall’altro considerare fonti di energia alternative, che possano contribuire al funzionamento dei dispositivi stessi o addirittura sostituire le fonti classiche di rifornimento.

Il primo modo di risparmiare energia è evitare le dispersioni.

Per ottenere ciò è necessario che l’involucro edilizio, ossia le pareti esterne, le coperture e i solai contro terra, siano ben isolati (coibentati). È fondamentale, dunque, che i materiali che compongono tali elementi siano in grado di rispondere a questo requisito. È possibile, tuttavia, intervenire anche su edifici esistenti con interventi che migliorino le caratteristiche isolanti delle pareti, come per esempio il cosiddetto isolamento “a cappotto”, ossia l’applicazione dall’esterno di un materiale isolante.

Un altro aspetto fondamentale sono gli infissi, che per natura rappresentano la causa principale di dispersione: l’utilizzo di infissi a taglio termico e vetri performanti può ridurre notevolmente la dispersione. I telai delle finestre sono i componenti a maggiore dispersione dell'intero involucro. E' importante che la percentuale di telaio sia ridotta al minimo.

La forma dell’edificio e la sua esposizione alle componenti climatiche permette, inoltre, di sfruttare la luce, il calore e il vento, diminuendo il fabbisogno energetico, influendo in maniera significativa sulle perdite termiche. Lo scambio termico tra interno ed esterno di un edificio, avviene attraverso la superficie dell'involucro: tanto più elevata è la superficie che racchiude il volume, tanto più elevato è lo scambio. Per essere energeticamente efficiente un edificio deve avere una forma compatta, si deve quindi rinunciare a sporgenze e rientranze.

L'orientamento più vantaggioso è quello verso sud. Le finestre esposte a sud possono ricevere sole durante tutto il giorno. In inverno, la posizione del sole è bassa e la radiazione incide quasi perpendicolarmente, mentre in estate, quando la posizione del sole è alta, la facciata riceve invece meno apporti e le finestre sono più facilmente ombreggiabili tramite schermature orizzontali fisse (aggetti, balconi, gronde). 

L'ombreggiamento delle finestre previene surriscaldamenti e riduce così la necessità di raffrescare artificialmente gli ambienti; quindi contribuisce al risparmio energetico. L'ombreggiamento esterno (monti, alberi, edifici adiacenti) è difficilmente modificabile. Ma l'ombreggiamento endogeno di balconi, tettoie e simili è molto più importante.
L'aspetto architettonico di un edificio efficiente è perciò caratterizzato:
- da ampie finestre vetrate sul lato sud,
- da aperture di dimensione ridotta sul lato nord.
Le vetrate orientate verso sud assumono pertanto il carattere di superfici "utili".

Le facciate esposte ad est e ovest pongono maggiori problemi; esse ricevono luce quando la posizione del sole è bassa (mattina, pomeriggio). Le finestre orientate verso est e ovest sono pertanto meno facilmente ombreggiabili e spesso la causa di surriscaldamenti. Queste finestre necessitano schermature mobili, adattabili alla variazione della posizione del sole. Le finestre esposte a nord ricevono radiazione diretta solo in alcune giornate d'estate e, di solito, non hanno bisogno di schermature.

Particolare attenzione la meritano le falde di tetto esposte verso sud. Queste ricevono una massimo di apporti solari in estate, quando la radiazione solare incide quasi perpendicolarmente.

Questo fatto può comportare un surriscaldamento delle strutture del tetto e degli ambienti sotto lo stesso. Le falde esposte a sud sono però ideali per installarvi collettori solari e pannelli fotovoltaici.
Anche la disposizione degli ambienti è molto importante ai fini del risparmio energetico: sarebbe opportuno disporre la zona giorno o luoghi di lavoro dotati di grandi finestre sul lato sud, mentre la cucina, i bagni e locali di servizio con finestre di ridotte dimensioni sul lato nord, dove questi locali assumono la funzione di "cuscinetti termici".

Oltre a queste caratteristiche, si può intervenire su elementi strutturali dell’edificio, ossia delle soluzioni particolari con lo scopo di captare o disperdere energia, come per esempio le serre e  i muri captanti, in grado di immagazzinare il calore della radiazione solare per il riscaldamento invernale o le facciate ventilate e i camini, in grado di fornire ventilazione nei periodi più caldi.

Da quanto sopra descritto si comprende che il comportamento dell’edificio è di vitale importanza per il risparmio energetico, perché consente di adattare l’edificio stesso al microclima in cui si trova, senza dover necessariamente ricorrere a dispositivi tecnici per il riscaldamento, il raffrescamento, l’illuminazione dei locali.

A questo si può aggiungere la scelta di impianti più efficienti, in grado di fornire maggiori prestazioni a parità di energia consumata.

Il sistema di riscaldamento a pavimento radiante, per esempio, diminuisce il fabbisogno annuo di energia del 4%, perché ha un rendimento maggiore dei radiatori e necessita di un livello dell’acqua di mandata all’impianto più basso.

Se, inoltre, invece del generatore tradizionale, si utilizza una caldaia a condensazione, sempre alimentata a gas metano, il fabbisogno  scende del 15% in caso di radiatori e del 18% in caso di pannelli radianti.

Ancora più efficiente è la pompa di calore elettrica, con la quale il fabbisogno annuo di energia scende drasticamente, dal 32% al 44%.

È possibile poi installare particolari dispositivi che consentono di recuperare il calore prodotto dal funzionamento stesso delle macchine.

Infine, per quanto riguarda l’approvvigionamento dell’energia, è possibile installare piccoli impianti di fotovoltaico, solare termico o eolico che possono in alcuni casi sopperire all’intero fabbisogno energetico richiesto.

E’ da notare che, per gli adeguamenti degli edifici ai fini del risparmio energetico esistono diverse forme di incentivi da parte dello Stato, di modo che tali interventi siano anche economicamente vantaggiosi per l’utenza: per esempio la sostituzione di vecchi impianti con nuovi dispositivi più efficienti o dei vecchi infissi con quelli a taglio termico e vetro camera, gode di una considerevole detrazione fiscale, da aggiungere ai vantaggi successivi in termini di risparmio energetico e benessere dell’ambiente in cui si vive o si opera.

Ancora, l’installazione di impianti fotovoltaici o piccoli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, viene totalmente ripagata attraverso il sistema di incentivi statali, eliminando del tutto o in gran parte i costi per la fornitura di energia.

Oltre al fotovoltaico, esistono già e sono tutt’ora oggetto di ricerca, altri dispositivi e macchine per la produzione di energia da fonti rinnovabili, come per esempio le pale e le mini-pale eoliche, impianti che sfruttano la geotermia (ossia la temperatura del terreno o dei locali interrati), la biomassa (dalle centrali di cogenerazione alle piccole stufe che funzionano grazie al principio della pirolisi).

Se a tutto ciò si aggiungono comportamenti più consapevoli da parte degli utenti (utilizzo di lampade a basso consumo, utilizzo delle macchine e dei dispositivi solo quando necessari, ecc.), il consumo e la dispersione di energia sarebbe decisamente inferiore a quello attuale, con evidente diminuzione dell’immissione di gas nell’ambiente (mar. 2012).

 

Stella De Paola

 


 

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