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		“ELETTROSMOG”: NEMICO INVISIBILE! 
		 di 
		Moreno Damino 
		  
		
		PREMESSA 
		
		Il tema relativo all’inquinamento terrestre da 
		elettrosmog (naturale ed artificiale) ha da molto interessato scienziati 
		e tecnici di svariati settori. Il sottoscritto nella seguente 
		trattazione si limita a menzionare gli argomenti relativi ai possibili 
		effetti (in parte ampiamente dimostrati da autorevoli studi scientifici) 
		che l’inquinamento elettromagnetico può avere sul corpo umano. La 
		passione per tali argomentazioni deriva dagli studi effettuati dal 
		sottoscritto nel corso degli anni (Perito Elettronico,Geometra libero 
		professionista,dai diversi esami scientifici dati alla facoltà di 
		ingegneria Civile e Ambientale, nonché dalla 25ennale attività 
		professionale nel pubblico e nel privato e dalla 20ennale attività di 
		Consulente Tecnico del Tribunale di Napoli per la categoria  
		Industriale), ma ulteriormente stimolata dal Master in corso relativo 
		alla Gestione e Sicurezza Ambientale indetto dalla Associazione 
		Culturale CONFGIOVANI. 
		  
		
		:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: 
		  
		
		L’esposizione umana ai campi elettromagnetici(elettrosmog) ed i relativi 
		danni a carico dei vari organi ed apparati non e’ sicuramente una 
		problematica recentissima che suscita notevole interesse con 
		l’introduzione massiccia dei sistemi di telecomunicazione (cellulari), 
		dei sistemi di trasmissione dati informatici (wi-fi,wirless,monitor etc…) 
		e di distribuzione dell’energia elettrica (elettrodotti). In realtà 
		anche in assenza dei sistemi appena citati siamo costantemente immersi 
		in campi elettromagnetici per tutti i fenomeni naturali (campo magnetico 
		terrestre,  
		Il preoccupante aumento 
		di radiazioni, campi e onde elettromagnetiche nel nostro ambiente 
		favorisce lo stress elettromagnetico, un’alterazione energetica che a 
		sua volta è all’origine di diverse patologie: disturbi della 
		comunicazione cellulare, insonnia, nervosismo, aggressività, ma anche 
		maggiore vulnerabilità alle infezioni, disfunzioni neurovegetative, 
		indebolimento del sistema immunitario ecc. 
		A 
		livello normativo in Italia tuttavia si ritiene che questi effetti, che, 
		nel lungo termine e per dosi di specifico valore possono, come già 
		detto, indurre gli effetti di cui sopra, non siano stati ancora provati 
		in modo definitivo attraverso studi ed analisi epidemiologiche.
Però 
		studi ed esperimenti che dimostrano la loro esistenza e pericolosità 
		sono disponibili, fin da tempi lontani, presso Enti qualificati ed 
		indipendenti, quali ad esempio: l’ Università di Warwick – Dipartimento 
		di Fisica a Coventry in Inghilterra, l’Istituto Internazionale di 
		Biofisica a Neuss-Holzheim in Germania , l’americana EPA, l’ Istituto 
		Superiore di Sanità in Italia , il CNR italiano, l’Istituto Oncologico 
		Ramazzini di Bologna … .  
		Per 
		citare solo  un limitato  elenco di articoli che trattano questa 
		materia: 
		
		Grandolfo M. – “ Rischio sanitario della radiazione a 
		radiofrequenza “ , Istituto superiore della Sanità , Roma – 1990; 
		
		Szmigielski S- “ Immunological and cancer – related 
		aspects of exposure to low level microwave and radiofrequency fields “ 
		Modern Elecricity , Marcell-Dekker Editors – 1988; 
		
		Milham S – “ Increased mortality in amateur radio 
		operators due to Lymphaticv and Haemayopoietic malignancies “ – AM 
		Journal of Epidemiology, 127,50 – 1988; 
		
		Blackweel RP, Sauders RD – “ The effects of low-level 
		radiofrequncy and
microwave radiations on brain tissue and animal 
		behaviour “ – International
Radiation Biology, 50,761 – 1986; 
		
		Williams WM, Del Cerro M, Michaelson SM – “ Effects of 
		2450 MHz microwave energy on the blood brain barrier to Hypodrophilic 
		Molecules “ , Brain Research Review 7,171 – 1984; 
		
		Resnekov L – “ Radio frequency radiation and the 
		cardiovascular system “ – Circulation 63,264A – 1981; 
		
		Adey W.R. – “ Tissue interaction with non ionizing 
		electromagnetic fields “ – Phisology Review 61,435-513 – 1981; 
		
		NASA – “ Effects of low power microwavs on the local 
		cerebral blood flow of consciuos rats “ ID 19810004209 N ( 91NI2720 ) , 
		Nasa Technical Report No. AD-A0900426 . 01/06/1980; 
		Qui 
		di seguito, le considerazioni riguarderanno esclusivamente i CAMPI 
		ELETTRICI A CORRENTE ALTERNATA A BASSA FREQUENZA  (frequenza di 
		rete-50Hz per l’Italia) 
		  
		Campi elettrici 
		alternati naturali e artificiali, basse frequenze (50HZ o frequenza di 
		rete) 
		Quando cariche 
		elettriche,ferme o in movimento, sono sottoposte ad una forza che 
		inverte ciclicamente la sua direzione (tensione alternata,) si genera un 
		campo elettrico alternato. L' intensità di tale campo aumenta 
		all'aumentare della forza che agisce sulle cariche, quindi all'aumentare 
		della tensione. In natura, i campi elettrici alternati restano, nella 
		maggior parte dei casi, ad intensità’ molto basse tali da non 
		rappresentare un disturbo per l'uomo, 
		contrariamente a quelli artificiali che sono diffusissimi e spesso di 
		intensità molto elevata. 
		  
		I campi elettrici 
		alternati naturali sono caratterizzati, in genere, da un miscuglio di 
		frequenze con uno spettro più o meno esteso di intensità molto debole. 
		Si originano dalla riduzione dei campi elettrostatici dell'atmosfera ad 
		opera di fulmini. Questi campi ad 
		impulso si uniscono ad 
		un campo elettrico alternato che avvolge la terra con una frequenza che 
		va da 7,5 fino a 10 Hz ed un'intensità di campo di 3 mV/m. 
		Diversamente da quelli 
		naturali, i campi elettrici alternati artificiali vengono generati con 
		una specifica frequenza (es. 50Hz) e possono, al più, contenere delle 
		armoniche (oscillazioni la cui frequenza e’ un multiplo intero della 
		frequenza di origine). Qualsiasi dispositivo (conduttore), che possa 
		trasportare o utilizzare correnti elettriche alternate, se collegato 
		alla rete elettrica, anche senza essere utilizzato, provoca, nelle 
		immediate vicinanze, un campo elettrico alternato. L'intensità aumenta 
		proporzionalmente alla tensione di rete e decresce rapidamente con la 
		distanza dalla fonte. Mentre le frequenze più utilizzate sono i 50 Hz 
		(es. in Italia) e i 60 Hz (es. in America), le tensioni variano in base 
		al tipo di utilizzo della corrente elettrica. Basse, medie, alte e 
		altissime tensioni (da 150KV a 380KV -4 00KV). 
		Più sono lunghe le 
		distanze e più si utilizzano alte tensioni (per un principio di fisica, 
		la dispersione di corrente elettrica e’ inversamente proporzionale alla 
		tensione). A mano a mano che le linee di distribuzione arrivano a 
		destinazione, le tensioni vengono ridotte, con appositi trasformatori 
		(cabine Enel o Altre fonti di approvvigionamento autonomo –SIPPIC per 
		l’isola di Capri), fino a scendere, all'interno di abitazioni ed edifici 
		in aree urbane, a valori di 220-230V. 
		In prossimità di 
		elettrodotti e altre linee ad alta tensione il campo elettrico può 
		essere molto alto ma in genere i cavi passano a notevole altezza e, a 
		terra, l'intensità e’ molto ridotta. Negli edifici, la tensione di rete 
		e’ relativamente bassa.   
		La tabella dei 
		valori sotto riportata da’ un'idea dei valori espressi in V/m  misurati  
		da una distanza fissa di 50 cm.: 
		  
		✔ 
		da un cavo elettrico in tensione, ossia collegato alla rete, valori da 
		50 a 150 V/m (dipende dalla lunghezza del cavo). 
		✔ 
		da lampade a basso consumo e da lampade a fluorescenza tubolari, valori 
		da 100 a 150V/m. 
		✔ 
		da radioregistratori e da impianti Hi-Fi, valori da 150 a 200V/m. 
		In casi particolari, 
		come termocoperte nelle quali si è a stretto contatto, i valori in 
		prossimità del corpo, possono raggiungere i 7.000V/m. 
		Al di fuori degli 
		edifici e delle reti di distribuzione della corrente elettrica, possiamo 
		trovare alti valori di campi elettrici in prossimità di linee 
		ferroviarie elettrificate. Laddove l'alimentazione funziona con tensioni 
		alternate, queste possono  causare intensità di campo elettrico pari a 
		ca. 700/ 800 V/m, a 1,5 m di altezza sopra i binari.  
		Nelle ferrovie italiane 
		si utilizzano correnti continue e quindi non si producono campi 
		elettrici alternati. 
		  
		A 
		differenza del campo elettrico, però, il campo magnetico non è 
		schermabile dalla maggior parte dei materiali di uso comune, per cui 
		risulta praticamente invariato all´esterno e all´interno degli edifici. 
		Ad es. se si misurano livelli di campo magnetico di 15-20 µT sotto una 
		linea a 380 kV, all´interno di edifici vicini i valori di campo rilevati 
		risultano di entità paragonabile. 
		  
		Qual è la unità di 
		misura e la relativa soglia di attenzione? Quali i possibili  rimedi? 
		I campi elettrici 
		alternati vengono ben schermati da pareti, opere murarie, materiali di 
		un certo spessore, rilievi di terreno, alberi e piantagioni. Pertanto, 
		all'interno dei nostri edifici, il problema non è tanto dato dai campi 
		elettrici provenienti dall'esterno (che comunque generalmente sono molto 
		bassi) ma da quelli che si sviluppano all'interno. Infatti, di tutto il 
		caos elettromagnetico esistente in ambienti chiusi, i campi elettrici 
		alternati a bassa frequenza rappresentano quello più diffuso, arrivando 
		in alcuni casi, ad intensità non trascurabili  per il corpo umano.- 
		A questo tipo di 
		perturbazione elettrica non sono imputati gravi effetti sulla nostra 
		salute, ma potrebbe essere solo un fatto di carenza di studi rispetto 
		alle altre forme di inquinamento elettromagnetico. Per precauzione 
		considerando che parte del tempo si trascorre anche al di fuori 
		dell'edificio, (giardino, orto, ecc.),sarebbe sensato rispettare le 
		dovute distanze anche da grosse linee di distribuzione di corrente. 
		  
		Unità di misura e 
		soglie di attenzione 
		L'unita’ di misura 
		utilizzata e il 
		V/m 
		ed esprime l'intensità di campo 
		elettrico; Come soglia 
		di attenzione si ritengono accettabili valori 
		inferiori a 
		25 V/m; 
		a scopo preventivo si consiglia di non superare i  
		6 V/m 
		per l'intensità di 
		campo elettrico e i 
		100 mV 
		per la tensione 
		indotta corporea. 
		  
		Questi i possibili 
		 Rimedi 
		Il problema maggiore da 
		considerare, quindi, sono i campi elettrici alternati che si generano 
		all'interno degli edifici ad opera degli impianti elettrici e delle 
		apparecchiature ad essi collegate. Lo strano comportamento che assumono 
		spesso rende  difficile intervenire sempre con successo. I campi 
		elettrici alternati vengono infatti riflessi da materiali come il legno 
		e trasportati da materiali metallici (conduttori), ed è quindi facile 
		trovarli anche dove meno si pensa. Per poterli annullare o comunque 
		ridurre efficacemente, non basta individuarne semplicemente le cause più 
		evidenti, ma considerare altri aspetti di diverso genere. 
		In via generale, per 
		evitare o comunque ridurre notevolmente il disturbo generato da campi 
		elettrici alternati a bassa frequenza,  
		BISOGNEREBBE 
		NECESSARIAMENTE 
		  
		Rispettare, fin 
		quanto possibile, le indicazioni qui di seguito riportate: 
		✔ 
		Scollegare dalla rete elettrica qualsiasi dispositivo o apparecchio che 
		non viene utilizzato (es. lampade, alimentatori, radioregistratori, 
		televisori, elettrodomestici, ecc.), comprese prolunghe e fili elettrici 
		superflui; 
		✔ 
		Mantenere, in zone dove l'esposizione è prolungata, distanze non 
		inferiori a 50/70 cm da prese, interruttori, piccole lampade e brevi 
		cavi. Distanze di almeno 1 m da lunghi cavi, prolunghe e apparecchi 
		strumentazioni collegate alla rete elettrica. 
		  
		✔
		
		Osservare, per chi trascorre tanto tempo all'aperto se, nelle vicinanze 
		delle zone frequentate, sono presenti linee ad alta tensione. In tal 
		caso sarebbe saggio valutare il tipo di linea e la distanza da 
		rispettare. In genere sono sufficienti 400 m da linee con 380KV, 250 m 
		da linee con 220KV, da 15 a 20 m da linee con 15KV di tensione. 
		
		  
		Campi 
		elettromagnetici  artificiali 
		Diversamente da quelli 
		naturali, (quelli che si formano attraverso cariche elettriche mosse 
		nella ionosfera, influenzate dal sole e dalla luna, e da scariche di 
		fulmini, fenomeni che  formano un campo magnetico alternato molto 
		omogeneo ad intensità molto 
		bassa, circa 0,003 
		nanotesla (nT), i campi magnetici alternati artificiali, in 
		prossimità delle più comuni fonti che li generano, assumono  intensità  
		tali da poter essere considerati dannosi per il nostro organismo.
		Qualsiasi dispositivo, che trasporti o che utilizzi correnti 
		elettriche alternate, provoca, intorno a se, oltre a un campo elettrico 
		alternato anche un campo magnetico alternato. L'intensità aumenta 
		proporzionalmente alla quantità di corrente utilizzata e alla 
		densità dei conduttori che la trasportano e decresce rapidamente con la 
		distanza dalla fonte. I campi magnetici alternati più diffusi sono 
		quelli emanati da linee e dispositivi per la distribuzione di corrente 
		e da tutti gli apparecchi collegati in funzione; la frequenza e’ di 50 
		Hz (es. in Italia) e di 60 Hz (es. in America). Una lampadina da 100 
		watt provoca un campo magnetico alternato maggiore di una lampadina da 
		75 watt, ma un carica batterie per  cellulare (quelli pesanti), che ha 
		un assorbimento di soli 2 watt, avendo una bobina con tanti avvolgimenti 
		di filo conduttore, determina un campo magnetico enormemente più alto. 
		Qualsiasi apparecchio in funzione (televisore, computer, termocoperta, 
		trapano, ecc.) o qualsiasi dispositivo che trasporti corrente elettrica 
		(elettrodotti, cavi elettrici, ecc.), produce questo tipo di 
		campi. 
		Il fattore importante da 
		considerare, per il rischio che si corre, non e’ tanto la potenza della 
		fonte che li emette ma la distanza da essa. A terra, sotto un grande 
		elettrodotto, si possono avere campi magnetici alternati inferiori a 
		quelli che si hanno a pochi centimetri da una radiosveglia. All'esterno 
		dei nostri edifici si sviluppano campi magnetici alternati in tutta una 
		serie di dispositivi per il trasporto e per la trasformazione di 
		corrente, ovviamente, se utilizzati. La rete 
		elettrica pubblica e le relative cabine di trasformazione o di 
		smistamento, sono le fonti più comuni per le quali e consigliato 
		prendere le dovute precauzioni. 
		  
		All'interno degli 
		edifici, i campi magnetici alternati si sviluppano nelle vicinanze della 
		parte dell'impianto elettrico utilizzata (comprese prolunghe e cavi 
		visibili) e degli apparecchi in funzione, compreso quelli in stand-by. 
		Come già accennato, un particolare importante da considerare è che 
		l'intensità del campo magnetico 
		alternato, attorno ad un 
		singolo conduttore (es. cavo elettrico), e estremamente più bassa 
		rispetto a quella di apparecchi che contengono un trasformatore o un 
		motore a corrente alternata con tanti avvolgimenti (bobine). Quindi il 
		disturbo causato da un asciugacapelli, un trapano, una lavatrice, una 
		caldaia a gas, un 
		carica cellulare, un 
		radioregistratore, è significativamente più alto di quello determinato 
		da cavi elettrici, lampadine ad incandescenza o lampade a led (questi 
		ultimi assorbendo una quantità di corrente molto bassa non costituiscono 
		alcun pericolo rispetto a quanto elencato). 
		Per avere un'idea, qui 
		di seguito si riporta una tabella che dimostra come varia l’intensità di 
		campo al variare della distanza dagli elettrodomestici di uso comune: 
		  
		ELETTRODOMESTICI 
		CAMPO MAGNETICO (μT)  
		
		                                               3 cm           30 
		cm           100 cm 
		
		Lavatrice                               0.8-50          0.15-3 
		        0.01-0.15 
		Lampada da tavolo 
		              40-400         0.5-2           0.02-0.25 
		Asciugacapelli 
		                      6-2000       <0.01-1      <0.01-0.3 
		Ferro da stiro 
		                        8-30             0.12-0.3     0.01-0.03 
		Forno elettrico 
		                     1-50              0.15-0.5     0.04-0.09 
		
		Frigorifero                             0.5-1.7         0.01-0.25  
		 <0.01 
		Rasoio elettrico 
		                   15-1500       0.08-7         <0.01-0.3 
		Televisore 
		                           25-50            0.04-2        <0.01-0.15 
		  
		Da evidenziare  che, 
		misurando il campo magnetico a 30 cm da un asciugacapelli, con potenza 
		di 1.600 watt, si registrano fino a 1 μT mentre, alla stessa distanza 
		dal relativo cavo elettrico, i valori sono del tutto trascurabili (0,02 
		μT). Quindi, gli avvolgimenti (“gomitoli di fili conduttori”) presenti 
		nei motori, trasformatori, o altri dispositivi creano un disturbo molto 
		più elevato(campo magnetico rotante). 
		  
		Soglia di 
		attenzione e possibili  rimedi 
		  
		Diversamente dai campi 
		elettrici alternati, i campi magnetici alternati non conoscono ostacoli 
		e solo con speciali leghe metalliche (Mu-Metal) è possibile raggiungere 
		un buon grado di schermatura; sono però interventi molto costosi. 
		Detto questo bisogna 
		considerare anche la possibilità che, all'interno dei nostri edifici, 
		arrivino campi magnetici alternati che si generano all'esterno. Le 
		principali fonti esterne sono tutti i dispositivi destinati al trasporto 
		e alla trasformazione della corrente elettrica, compresi tutti i cavi 
		elettrici attaccati alle mura esterne dell'edificio. All'interno, le 
		fonti di tali campi, sono tutto ciò che determina un flusso di corrente, 
		con particolare attenzione a quegli apparecchi e dispositivi che 
		contengono trasformatori o motori. 
		Entrando un po’ nella 
		storia dell'uso della corrente elettrica alternata, possiamo dire che 
		l'uomo, fin dall'inizio, si è esposto ai campi elettrici e magnetici 
		prodotti. 
		Considerato che l'uso 
		più diffuso di tale energia era soltanto a scopo di illuminazione, il 
		disturbo elettromagnetico più frequente era causato dalle linee di 
		trasporto della corrente elettrica. Dopo 
		aver correlato il fatto che l'incidenza di malattie sulla popolazione, 
		che viveva nelle vicinanze di grandi elettrodotti, era 
		significativamente superiore a quella delle persone residenti in zone 
		più lontane, si sono iniziati tutta una serie di studi. Le ricerche 
		hanno dimostrato la potenziale aggressione da parte di questi campi che, 
		diversamente da quelli elettrici, possono penetrare nelle abitazioni. 
		  
		POSSIBILI 
		RIMEDI 
		  
		La difficoltà più 
		grande, per far fronte a questo problema, e’ quella di valutare quali 
		dispositivi, esterni ed interni agli edifici, sono utilizzati (sono 
		percorsi da corrente) e quali tra questi creano maggior disturbo. 
		Spegnendo una lampadina siamo sicuri che sul filo non scorra più 
		corrente ma, identificare tutti i vari flussi di corrente, che si 
		verificano nell'impianto elettrico, a causa dei tanti apparecchi il cui 
		funzionamento non dipende da noi, è praticamente molto difficile. 
		Frigoriferi, caldaie a gas, boiler elettrici, lampade di emergenza, 
		apparecchi in stand-by, trasformatori per campanelli, amplificatori 
		d'antenna e tanti altri, creano flussi di corrente incontrollabili. Sono 
		incontrollabili anche le varie linee elettriche che attraversano i 
		nostri locali per alimentare impianti dei nostri vicini e tutte quelle 
		linee esterne che alimentano la rete pubblica. 
		Tra gli apparecchi o 
		dispositivi che creano maggior disturbo vi sono le grandi linee di 
		distribuzione di corrente, i trasformatori (che abbassano la tensione 
		alternata o la trasformano in corrente continua) e i motori a corrente 
		alternata. 
		Per le linee di 
		distribuzione di corrente non e’ difficile individuarne grossolanamente 
		la potenza e di conseguenza il disturbo; questa e’ proporzionale alla 
		grandezza dei tralicci ed ai cavi elettrici utilizzati (sono i 
		cavi a creare il problema). La stessa cosa si può dire per i 
		trasformatori (si va dalla grande cabina dell'Enel ai piccoli 
		alimentatori di cellulari), e per i motori a corrente alternata (si va 
		dal grande motore di una gru alle piccole dimensioni di un mixer da 
		cucina). Quindi, più è grande un dispositivo che utilizza corrente e più 
		e’ alta l'intensità del campo magnetico alternato. Ma a questo punto, 
		conoscendo quali sono i dispositivi che emettono maggiori intensità, 
		come fare per riconoscerli? 
		Per individuare le 
		più diffuse fonti esterne ed interne occorrerebbe: 
		1)- fare un giro 
		dell'edificio e osservare accuratamente se ci sono grandi o anche 
		piccole linee elettriche, cavi e cabine Enel, molto vicini o addirittura 
		attaccati ai muri esterni; 
		2)- individuare 
		eventuali cavi che trasportano, attraverso muri e pavimenti, grandi 
		flussi di corrente (es. a grandi elettrodomestici o ad edifici 
		confinanti); se si hanno delle mappe dell'impianto elettrico o la 
		testimonianza di qualche persona che ha assistito alla posa dei cavi, il 
		tutto diventa relativamente semplice; 
		3)- individuare quali 
		apparecchi, di uso comune, sono alimentati da un trasformatore. La 
		maggior parte degli audiovisivi (televisori, radioregistratori, impianti 
		Hi-fi, videoregistratori, computer), li utilizza e possono averlo 
		esterno o interno; per accertarlo basta appoggiare l'orecchio su una 
		parete dell'apparecchio o sullo stesso trasformatore e verificarne 
		il ronzio. Alcuni trasformatori (in alimentatori per campanelli, 
		amplificatori di antenna, ecc.) sono in scatole di derivazione incassate 
		all'interno di muri e pareti e quindi rintracciabili, anche questi, 
		tramite mappe o da chi ha costruito l'impianto; 
		4)- individuare quali 
		apparecchi contengono motori elettrici a corrente alternata. Quasi tutti 
		gli elettrodomestici (dal frullatore alla lavatrice), gli utensili e le 
		macchine da lavoro (dal trapano al tornio) sono di questo tipo, eccetto 
		alcuni che vanno a batteria (trapano portatile, rasoio elettrico, ecc.) 
		o che hanno generalmente un trasformatore esterno.  Individuare quegli 
		apparecchi che utilizzano grandi resistenze elettriche (boiler, 
		termocoperte, radiatori, ecc.), quelli che, 
		in genere, riportano sull'etichetta potenze assorbite superiori ai 400 
		Watt (W). 
		Per poter 
		annullare o comunque ridurre efficacemente i campi magnetici alternati a 
		bassa frequenza, vista la loro penetrabilità in qualsiasi materiale, 
		sarebbe necessario, per chi ne avesse la possibilità, progettare o 
		modificare l'impianto elettrico opportunamente.
		 
		In via generale, per 
		evitare o comunque ridurre notevolmente i campi magnetici alternati a 
		bassa frequenza,  
		  
		BISOGNEREBBE INOLTRE 
		RISPETTARE NORME E COMPORTAMENTI QUI  DI SEGUITO RIPORTATI 
		  
		a)-Scollegare dalla rete 
		elettrica qualsiasi dispositivo o apparecchio che non viene utilizzato 
		(es. alimentatori, radioregistratori, televisori, elettrodomestici, 
		ecc.), in quanto  quasi sempre contengono trasformatori; 
		  
		b)-Mantenere, in zone 
		dove l'esposizione e’ prolungata, distanze non inferiori a 50/70 cm dai 
		normali cavi elettrici utilizzati o potenzialmente utilizzati e da 
		lampadine ad incandescenza o alogene (220V); 
		  
		c) Mantenere, in zone 
		dove l'esposizione è prolungata distanze non inferiori a 1 m (in zone di 
		riposo distanze di almeno 2 m) da: 
		* apparecchi collegati 
		alla rete e alimentati da trasformatori, che in 
		genere sono sempre 
		attivi; 
		  
		* apparecchi in funzione 
		che utilizzano motori, grandi resistenze 
		elettriche, o reattori 
		(lampade a basso consumo o fluorescenti 
		tubolari). Per i monitor 
		dei computer  a raggi catodici (oramai in disuso) e LCD e simili sono 
		raccomandati minimo 70 cm. 
		* cavi che trasportano 
		grandi flussi di corrente, passanti all'interno o all'esterno di muri o 
		pareti oppure punti di partenza di linee elettriche (es. quadri 
		elettrici). 
		  
		d) Osservare, nelle 
		vicinanze dell'edificio, la presenza di linee ad alta tensione. In tal 
		caso sarebbe saggio valutare il tipo di linea e la distanza da 
		rispettare. In genere si considerano  sufficienti 100ml  da linee con 
		distribuzione tra i 10KV (10.000 Volt) e i 380KV (380.000 Volt) ma 
		poiché  il disturbo dipende dal flusso di corrente circolante nei cavi , 
		che può essere molto diverso da linea a linea e anche nella stessa 
		linea, questa distanza di sicurezza può aumentare anche oltre ai 100 m. 
		 Cavi esterni semplici 
		(visivamente sono più cavi avvolti che sembrano un unico cavo) su 
		piccoli tralicci o a ridosso di cornicioni, determinano in genere 
		un'aggressione solo di qualche metro. Per cabine di smistamento e di 
		trasformazione dell'Enel (o altro Ente  privato), le distanze si possono 
		ridurre di molto (dai 5 ai 
		15 m) ma non e’ 
		possibile generalizzare troppo vista la grande variabilità di tali 
		dispositivi. 
		  
		e) Utilizzare, per 
		coloro che lavorano a stretto contatto con apparecchi e utensili 
		elettrici (trapani, seghe, asciugacapelli, ecc.), tali strumenti in modo 
		discontinuo e possibilmente starne alla dovuta distanza. 
		f) 
		Mantenere, per coloro 
		che lavorano in prossimità di grosse macchine o strumentazioni 
		elettriche, il massimo della distanza possibile da motori a corrente 
		alternata o da trasformatori. 
		Come già  detto, 
		questo tipo di campi penetra ovunque, 
		tra l’altro rimane difficile individuarne le fonti se non con l’uso di 
		sofisticata apparecchiatura di rilevamento. Dal momento che sono 
		tutt’ora in corso studi scientifici sui possibili effetti sul corpo 
		umano e’ DOVEROSO TENERE LA DISTANZA DI 
		SICUREZZA! 
		Pertanto, nel caso che: 
		* si sia molto vicini a 
		linee e a dispositivi di distribuzione di corrente; 
		*  non si conoscano 
		eventuali fonti provenienti da edifici confinanti; 
		* non ci si ricordi la 
		posizione dei cavi e dei dispositivi pericolosi incassati all'interno di 
		muri; 
		* si svolgano attività 
		continuative in prossimità di apparecchiature 
		elettriche; 
		IN TAL CASO E’ 
		PREFERIBILE FAR VALUTARE IL RISCHIO DA TECNICI SPECIALIZZATI NEL 
		SETTORE. 
		  
		Il D.Lgs 81/08 pone di fatto al 30 aprile 
		2012 l’entrata in vigore delle norme specifiche sulla protezione dei 
		lavoratori dalle esposizioni ai campi elettromagnetici. Il 30 aprile 
		2012 è il nuovo termine, introdotto dalla Direttiva 2008/46, pubblicata 
		il 26 aprile 2008, per il recepimento della direttiva 2004/40 a livello 
		nazionale ed Europeo. Ci si riferisce in particolare alla definizione 
		dei valori limite di esposizione e dei valori di azione. Bisogna 
		tuttavia considerare che 
		
		sono immediatamente 
		vigenti le disposizioni generali sulla protezione dagli agenti fisici, 
		contenute nel Capo I del Titolo VIII del nuovo testo unico. In 
		particolare l’articolo 180 definisce quali sono gli agenti fisici di 
		interesse della norma, e 
		
		l’articolo 181- 
		anche tramite il richiamo al più generale articolo 28 sulla valutazione 
		dei rischi - 
		
		richiede esplicitamente 
		al datore di lavoro la valutazione dei rischi relativi a tutti gli 
		agenti fisici e 
		l’adozione delle opportune misure di prevenzione e protezione, 
		
		indipendentemente dall’entrata in vigore dei successivi capi specifici, 
		e con particolare riferimento alle norme tecniche ed alle buone prassi. 
		Il vincolo più 
		stringente ad oggi in vigore riguarda pertanto l’obbligatorietà della 
		valutazione del rischio elettromagnetico 
		(la 
		mancata valutazione 
		del rischio da campi elettromagnetici è 
		
		sanzionata 
		già dal luglio 2009). 
		La valutazione del rischio elettromagnetico 
		si occupa innanzitutto di 
		
		definire se i lavoratori
		
		dell’azienda/unità operativa indagata possano 
		
		essere o meno esposti a 
		un rischio di tipo professionale. 
		Quale sia la natura di tale rischio, questo è valutato ed, 
		eventualmente, quantificato mediante opportuni calcoli o misurazioni. 
		Inoltre la valutazione dovrà tenere conto delle esigenze dei lavoratori 
		appartenenti a gruppi particolarmente sensibili 
		al rischio, incluse le donne in stato di 
		gravidanza ed i minori.Le norme 
		tecniche di 
		riferimento sono oggi:
 
			
			
			A queste norme tecniche si aggiunga 
			anche il documento emesso dal 
			
			Coordinamento 
			Tecnico 
			per la sicurezza nei luoghi di lavoro delle 
			
			Regioni e delle 
			Province autonome 
			in collaborazione con 
			
			ISPESL
			dal titolo 
			“Decreto Legislativo 81/2008, Titolo VIII, Capo I, II, III e IV 
			sulla prevenzione e protezione dai rischi dovuti all’esposizione ad
			
			agenti fisici nei 
			luoghi di lavoro. 
			Indicazioni operative”,
			
			riferimento imprescindibile per una puntuale applicazione sia delle 
			indicazioni di legge, sia delle stesse norme tecniche di cui sopra. 
		Nella speranza di aver 
		fornito qualche consiglio alle persone comuni (in particolare a chi non 
		ha alcuna cognizione relativa a tali problematiche) sul come difendersi 
		(per quanto possibile) da questo nemico invisibile i cui effetti nocivi 
		a breve e lungo termine sul corpo umano, costituiscono ancora oggetto di 
		studio da parte di autorevoli scienziati di tutto il mondo. 
		
		                                                
		
		                                               Moreno 
		Damino |