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Anno XIX num.1
Gen./Feb. 2020

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INTRODUZIONE AL BILANCIO AMBIENTALE

di Eraldo Colosio 

Premessa

Oggi si assiste a una crescente attenzione da parte delle amministrazioni pubbliche e delle imprese private verso il tema della responsabilità in campo ambientale. In Italia, numerose amministrazioni e imprese stanno cercando di innovare profondamente il modo con il quale rendere trasparente e comunicare ai cittadini e ai diversi interlocutori esterni e interni ciò che enti e organizzazioni hanno realizzato, le scelte, le azioni e i risultati conseguiti.

Si tratta di una modalità volta a far propria la logica della responsabilità sociale, secondo la quale ogni istituzione e impresa è responsabile degli effetti che la propria azione produce nei confronti delle comunità di riferimento, in un’ottica di sostenibilità economica, sociale e ambientale.

Tale responsabilità richiede di dar conto della propria azione ai diversi interlocutori, costruendo con essi un rapporto fiduciario e di dialogo permanente, poggiato su un insieme di informazioni affidabili e condivise.

In ambito pubblico la responsabilità sociale coincide con la finalità istituzionale di ogni singola amministrazione, che per mandato è chiamata a promuovere e produrre effetti positivi nei confronti di una comunità.

In ambito privato la responsabilità sociale d’impresa è definita dalla Commissione Europea  come “l’integrazione su base volontaria dei problemi sociali e ambientali delle imprese nelle loro attività produttive e nella loro interazione con gli altri portatori d’interesse. Essere socialmente responsabile significa non soltanto far fronte alle attese della legge ma anche andare al di là del soddisfacimento degli obblighi e investire di più nel capitale umano, nell’ambiente e nelle relazioni con i portatori d’interessi”.

L’importanza delle relazioni tra economia e ambiente, due dei tre assi dello sviluppo sostenibile, diviene sempre più evidente e con essa la necessità di analizzare e misurare la loro entità. La consapevolezza di questo dato di fatto ha, tra l’altro, portato allo sviluppo di diversi nuovi strumenti di governance.

Tra questi, il bilancio ambientale rappresenta sicuramente una delle forme più recenti sperimentate nell’ambito dell’amministrazione pubblica e delle imprese.

In questo documento si analizza il bilancio ambientale dell’impresa privata.

Nonostante la riconosciuta importanza strategica di tale strumento, non esiste ancora alcuna disposizione formale che ne legittimi e regoli adozione e utilizzo ed è redatto su base volontaria.

 

Definizione

Nella prassi i termini “bilancio ambientale”, “ecobilancio” e “rapporto (o, più spesso, report) ambientale” vengono, di fatto, impiegati come sinonimi per indicare un documento informativo nel quale sono descritte le principali relazioni tra l’impresa e l’ambiente, pubblicato volontariamente, allo scopo di comunicare direttamente con il pubblico interessato.

In generale il bilancio ambientale serve a:

  • indicare l'insieme di metodologie volte a rappresentare, da un punto di vista quantitativo ed economico, le complesse interazioni esistenti tra azienda ed ecosistema esterno;

  • documentare l’efficienza ecologica e la compatibilità ambientale raggiunto dai processi e dai prodotti attraverso l’elaborazione di dati, statistiche e indicatori, che riguardano sia la parte fisica dell’attività (materie prime, energia, acqua, emissioni, rifiuti, riciclo dei materiali, ecc.) sia quella finanziaria (spese e investimenti ambientali);

  • documentare gli sforzi effettuati e previsti nel campo della protezione ambientale;

  • valutare le prestazioni ambientali delle attività di produzione e di servizio conseguiti in uno specifico arco temporale;

  • fornire informazioni  sul continuo miglioramento della prestazione ambientale.

L’attività di redazione dei bilanci ambientali d’impresa dovrebbe interessare, dunque, sia la componente tecnica della gestione aziendale, legata alla produzione, sia quella amministrativo-contabile.

La redazione di tale bilancio soddisfa un'esigenza fondamentale della gestione sostenibile. Inoltre un'impresa che misura il proprio impatto sull'ambiente al fine di ridurlo, non solo potrà controllare i costi, ma potrà al contempo beneficiare di una maggiore competitività legata al miglioramento dell'efficienza e dell'efficacia sia ambientale che economica. 

La caratteristica di volontarietà però ha comportato divergenze nelle scelte metodologiche a discapito dell'omogeneità e della confrontabilità delle informazioni. 

 

Tipologia

I bilanci ambientali possono essere distinti in due categorie principali legate alla dimensione aziendale a cui fanno riferimento:

  • bilanci ambientali di sito: le informazioni, contenute nel bilancio, riguardano singoli impianti o stabilimenti produttivi;

  • bilanci ambientali di corporate: quando le informazioni riguardano aziende multisito.

Preventivo verso consuntivo

Il bilancio ambientale è costituito da due documenti principali:

  • il bilancio ambientale preventivo e

  • il bilancio ambientale consuntivo.

Il bilancio ambientale preventivo stabilisce i target da raggiungere nel breve e medio periodo.

Il bilancio ambientale consuntivo riprende lo schema di quello preventivo evidenziando però il grado di perseguimento dei target individuati, lo scostamento tra i target da raggiungere e quelli effettivamente riscontrati, nonché la spesa ambientale effettivamente sostenuta. Esso, fornendo indicazioni utili a valutare l’impatto ambientale delle attività svolte, costituisce a sua volta il punto di partenza per la redazione del bilancio ambientale preventivo per il periodo successivo.

 

Finalità

Il bilancio ambientale si propone due livelli distinti di obiettivi:

  • strategici e gestionali;

  • di comunicazione.

Il primo scopo si prefigge di inserire la variabile ambiente in modo trasversale e strategico all’interno del proprio processo di pianificazione e contribuire pertanto al miglioramento delle prestazioni dell’azienda nell’utilizzo delle risorse. Si migliora la conoscenza delle dinamiche della programmazione e spesa all’interno dell’impresa, si monitora l’attuazione delle azioni, degli impegni assunti e si permette di valutare l’efficacia e l’efficienza della politica ambientale definita.

In tal senso con esso si vuole introdurre la logica della sostenibilità dello sviluppo, ossia intraprendere un percorso di sostenibilità volto ad assicurare uno sviluppo durevole.

Il secondo obiettivo è il desiderio di comunicare e rendicontare all’esterno per elevare il livello di trasparenza e accesso all’informazione e questo produce benefici in termini di immagine aziendale, perché la dimostrazione pratica di un maggior impegno nella tutela dell’ambiente non può che accrescere la fiducia dei diversi interlocutori esterni e interni con i quali l’azienda intrattiene rapporti. E l’impegno a favore dell’ambiente viene evidenziato con l’utilizzo di indicatori integrati di tipo fisico-monetario e nel fornire informazioni e statistiche che siano confrontabili nel tempo e nello spazio.

 

Destinatari

Il Bilancio ambientale è rivolto agli stakeholders divisibili in:

  • politici (legislatori nazionali ed internazionali);

  • pubblico interno (management, dipendenti, azionisti);

  • mercato (concorrenti, clienti, fornitori, organizzazioni dei consumatori);

  • soggetti pubblici e finanziari (popolazione locale, organizzazioni ambientalistiche, associazioni dei lavoratori, mass-media, istituzioni scientifiche, assicurazioni e banche).

Caratteristiche

Al di là degli schemi di riferimento volontariamente adottati, qualsiasi attività di rendicontazione ambientale dovrebbe essere “sistematica”, “comparabile” e “credibile”.

La prima caratteristica è assicurata da una continuità nella pubblicazione dei documenti,

nonché nella metodologia e misure adottate.

Inoltre, occorre operare dei confronti, magari adottando degli indicatori standardizzati e normalizzati di performance ambientale basati su sistemi armonizzati di rilevazione.

Da ultimo, il requisito credibilità pone il problema della trasparenza, cioè della possibilità di una verifica indipendente ed autorevole dell’attendibilità di quanto riportato nei documenti diffusi all’esterno. Ciò presuppone la visibilità dei processi di valutazione, delle procedure e delle assunzioni di fondo, nonché la possibilità di identificare la fonte di quanto rilevato, analizzato ed esposto in tali documenti.

Ulteriori requisiti sono quelli di “chiarezza”, “rilevanza”, “completezza”.

Il primo si esplica nell’obbligo, da parte dell’azienda, di rendere disponibili le informazioni

con un adeguato livello di dettaglio, in modo da renderle comprensibili al maggior numero di destinatari;

il secondo, nel considerare una soglia alla quale le informazioni diventano significative al fine di giustificarne la comunicazione agli utenti del documento;

l’ultimo, nel fornire tutte le informazioni utili ai destinatari del documento per valutare le

performance dell’azienda, in modo coerente rispetto all’oggetto, al periodo temporale ed ai

limiti stabiliti e dichiarati.

 

Filosofia di riferimento

Alla base del processo del bilancio ambientale vi è un percorso con il passaggio dal “contare, al contabilizzare, al rendicontare”.

La fase del “contare” è quella del monitoraggio e della raccolta di dati sullo stato dell’ambiente e sulle principali dinamiche tra l’economia (e quindi l’uomo e le sue attività) e gli ecosistemi naturali.

Nella successiva fase del “contabilizzare”, i dati, le informazioni, le conoscenze sull’ambiente e sulle interazioni con le attività umane vengono messi a sistema, in modo da poter stabilire dei rapporti se non di causa ed effetto, almeno di correlazione o di influenza, tra i fenomeni economici e ambientali.

Infine nella fase successiva, quella del “rendicontare”, appunto si “rende conto” di quanto si è fatto in relazione alla propria politica ambientale.

 

Standard e riferimenti

La redazione di documenti quali i “rapporti o bilanci ambientali” manca di una struttura generale ed un contenuto uniforme.

Occorre riconoscere, tuttavia, che le linee guida elaborate in seno alla Global Reporting Initiative (GRI) costituiscono uno dei principali riferimenti in materia.

Tali linee guida si riferiscono al più ampio ambito della redazione dei rapporti di sostenibilità.

Si tratta di un progetto internazionale di lungo termine, multistakeholder diretto a sviluppare, promuovere e diffondere un framework condiviso per il reporting volontario delle performance economiche, ambientali e sociali di un’organizzazione.

 

 

COSTRUZIONE DEL BILANCIO AMBIENTALE

Premessa

L’adozione del bilancio ambientale implica un cambiamento, nei processi organizzativi, generato dalle stesse attività e dai passaggi previsti per la costruzione del sistema: la funzione di processo ha, perciò, un valore aggiunto altrettanto importante rispetto al prodotto finale realizzato. Il bilancio ambientale non rappresenta dunque un momento puntuale, unico, legato alla realizzazione di un output, ma è piuttosto una sequenza di fasi di lavoro.

Tale documento rappresenta il risultato di un processo complesso, che è caratterizzato da tre macro fasi:

  • fase preliminare per l’avvio del processo, necessaria a creare le condizioni organizzative per la realizzazione degli step successivi;

  • fase di realizzazione, che produce i contenuti propri del bilancio ambientale;

  • fase di reporting, che prevede la redazione e la comunicazione del bilancio ambientale.

 

Costruzione della struttura di rendicontazione

Il primo aspetto da affrontare quando ci si accinge a creare un bilancio ambientale sono i temi  su cui si desidera rendicontare.

Si tratta di definire gli “ambiti” del bilancio ambientale, ovvero i confini dell’attività di rendicontazione. Quelle che poi sono denominate “aree di competenza” e vengono suddivise in più dettagliati ambiti di cui rendere conto.

Ad esempio si può decidere di definire l’area di competenza “Risorse idriche” e individuare gli ambiti di rendicontazione “Gestione della acque di approvvigionamento” e “Gestione delle acque reflue”.

Dopo aver “dichiarato” gli aspetti ambientali su cui si vuole rendere conto, è necessario costruire un piano dei conti, cioè individuare una struttura contabile ”fissa”, alle cui voci verranno associati logicamente e coerentemente gli impegni e i parametri di controllo (indicatori fisici e spese).

Il sistema contabile proposto, il cosiddetto piano dei conti, può quindi essere rappresentato come una matrice in cui alla struttura di rendicontazione sono associati e correlati logicamente gli impegni e gli obiettivi (“politiche”), un sistema di indicatori fisici (“conti fisici”) e le spese ambientali (“conti monetari”). In tale modo si costruisce un sistema parametrico di controllo in cui la valutazione delle ricadute ambientali delle attività dell’impresa, dei risultati raggiunti rispetto agli obiettivi inizialmente fissati e dell’efficacia delle politiche e azioni, avviene prevalentemente attraverso la lettura dei dati degli indicatori fisici, mentre la valutazione dell’efficienza delle azioni deriva principalmente dalla lettura incrociata dei “conti fisici” e dei dati monetari di spesa.

Il presupposto di partenza è quello di utilizzare degli indicatori, tra quelli già in uso presso il settore economico dell’impresa e più utili allo scopo di monitorare la propria politica ambientale e di valutarne l’efficacia e l’efficienza.

Il piano dei conti costituisce il sistema contabile dell’organizzazione, che va gestito in modo informatizzato, per sapere con certezza ogni anno - periodo dove reperire i dati e come elaborarli.

Nella fase di avvio del processo di contabilità ambientale l’ecobilancio viene, di norma, approvato una sola volta per periodo, in corrispondenza con il bilancio preventivo. A regime tuttavia, il bilancio ambientale segue lo stesso iter del bilancio tradizionale, e vengono presentati due documenti separati: un consuntivo per l’anno o periodo precedente, se non di durata annuale,  più un preventivo per l’anno o periodo successivo.

È altresì possibile che le imprese possano, nelle fasi iniziali, non essere interessate allo sviluppo di un documento di bilancio completo, quanto alla focalizzazione di aspetti o temi singoli della propria attività e alla loro comunicazione verso l’esterno.

L’impresa può, nel corso degli anni, variare le proprie finalità di utilizzo dello strumento di bilancio ambientale. Ciò può avvenire sia per un cambio di finalità del bilancio, sia per il raggiungimento e consolidamento dei requisiti necessari e delle condizioni operative che permettono la focalizzazione su altri aspetti o temi della propria attività precedentemente non considerati.

Il bilancio ambientale, come tutti gli strumenti gestionali, può quindi venir sviluppato secondo una logica “incrementale”. In altri termini, quando un’organizzazione avvia il percorso per la realizzazione dell’ecobilancio, deve mettere in conto che le prime realizzazioni presenteranno ampi margini di miglioramento. A regime lo strumento verrà gradualmente migliorato e affinato per colmare gradualmente nel tempo i deficit informativi (intesi sia come disponibilità che come capacità di uso delle informazioni) ed aumentare la sua completezza.

 

 

SCHEMA DEL BILANCIO AMBIENTALE

Premessa

Nella fase di avvio della contabilità ambientale (il primo periodo di rendicontazione) il bilancio

ambientale è un documento che viene redatto e approvato una sola volta all’anno-periodo insieme al bilancio di previsione dell’impresa.

 

Struttura del bilancio ambientale

Questo documento, che contiene sia elementi di consuntivo che le linee di previsione, viene denominato  “Bilancio ambientale – Consuntivo e linee di previsione”.

L’indice di riferimento del bilancio è il seguente:

  • La lettera di presentazione

  • Abstract

  • Sommario

  • Premessa

  • Parte I - Inquadramento

  • Aspetti metodologici

  • Il contesto di riferimento

  • Le aspettative dell’impresa

  • Parte II - Consuntivo

  • Impegni prioritari dell’impresa

  • Conti ambientali

  • Spese ambientali

  • Parte III - Linee di previsione

  • Priorità per il periodo seguente

La lettera di presentazione spiega il motivo che ha portato all’adozione della contabilità ambientale, di cui il bilancio rappresenta uno degli output.

La lettera dovrebbe contenere anche accenni ai cambiamenti che tale processo avvierà all’interno dell’impresa e all’impegno a portare avanti la contabilità ambientale anche negli anni seguenti.

La lettera viene predisposta solitamente dall’amministratore e può essere accompagnata da una seconda lettera del direttore generale o del responsabile della contabilità ambientale.

L’abstract è una breve sintesi dell’intero documento che illustra i principali contenuti per orientare e stimolare una lettura anche parziale dello stesso.

Deve contenere una parte introduttiva volta a inquadrare il contesto nel quale si inserisce il documento, indicando gli obiettivi principali del sistema di contabilità ambientale che si avvia. L’abstract riporta anche una breve descrizione dei vari aspetti trattati nelle principali sezioni in cui si articola il documento.

La redazione dell’abstract, che non deve superare le dimensioni di una pagina, deve essere a cura del responsabile del sistema di contabilità ambientale dell’impresa.

La premessa spiega come è nata nell’ente la contabilità ambientale, quali sono i suoi contenuti e gli obiettivi.

La premessa viene predisposta dal responsabile della contabilità ambientale e non dovrebbe superare le due pagine.

La prima parte del bilancio contiene l’inquadramento del bilancio stesso sotto il profilo metodologico, il contesto e le aspettative.

·         Il capitolo sugli aspetti metodologici descrive il processo di costruzione del sistema di contabilità ambientale dell’impresa, ossia su cosa si rende conto, quali sono gli impegni prioritari e le politiche ambientali dell’impresa, in che modo si rende conto (struttura contabile dell’impresa, il piano dei conti, le spese ambientali dell’impresa). In questo capitolo metodologico, predisposto dal responsabile della contabilità ambientale, occorre inserire anche gli eventuali ambiti di miglioramento del sistema. Le dimensioni del capitolo dovranno essere contenute entro le tre pagine.

·         Il contesto di riferimento è una descrizione delle caratteristiche dell’azienda e rende chiaro il collegamento tra la selezione degli obiettivi dell’impresa e le motivazioni sottese. L’impresa viene inquadrata nei suoi aspetti socio-economici, nelle criticità ambientali o nelle opportunità (punti di forza e debolezza) che determinano le politiche elencate nella sezione successiva. Il capitolo viene predisposto dal gruppo di lavoro sulla contabilità ambientale interno all’impresa e dovrebbe avere una dimensione di due o tre pagine.

·     Fa parte dell’inquadramento del bilancio anche il capitolo sulle aspettative dell’impresa, che rappresentano le motivazioni delle scelte politiche e del sistema di parametri collegati. Le politiche ambientali dell’impresa sono scelte anche in funzione delle priorità in tema di sostenibilità.

La seconda parte del bilancio ambientale contiene il sistema contabile dell’impresa. Gli indirizzi prioritari e le politiche sono associati, per ogni area di competenza e ambito di rendicontazione, agli indicatori fisici e monetari, individuati nel piano dei conti per garantire il monitoraggio degli esiti delle politiche ambientali impostate dall’impresa e fornire il consuntivo.

  • Gli impegni prioritari dell’organizzazione sono gli obiettivi strategici di lungo periodo. Tali indirizzi sono realizzati attraverso un insieme coordinato di politiche di medio e breve periodo. Gli impegni sono individuati per ogni ambito di rendicontazione. Questo capitolo è collegato all’analisi del contesto e gli obiettivi ne traducono punti di forza e criticità in politiche di medio-lungo periodo. Il capitolo viene predisposto da un gruppo di lavoro, sulla base dei documenti precedenti.

  • Il capitolo sui conti ambientali, che contiene gli indicatori, rappresenta il nucleo centrale del sistema di contabilità. Per ogni area di competenza e per ogni ambito di rendicontazione in cui sono inserite le politiche dell’impresa, vengono selezionati e associati indicatori fisici e monetari. Il capitolo è diviso in tanti paragrafi quante sono le aree di competenza: contiene grafici e tabelle con i valori che popolano il sistema contabile dell’impresa. È necessario descrivere il sistema contabile, con gli aspetti più significativi e i collegamenti tra le politiche e gli indicatori di ogni ambito di rendicontazione. La redazione del capitolo avviene ad opera di un gruppo di lavoro. Le dimensioni, che tengono conto comunque della complessità e delle difficoltà di lettura connesse a questo capitolo più tecnico degli altri, possono essere valutate in un paio di pagine per area di competenza.

  • Un capitolo a parte è quello che contiene le spese ambientali dell’organizzazione. Oltre alle tabelle riepilogative delle spese correnti e degli investimenti, è necessario un commento sui principali capitoli di spesa e sulle variazioni da un periodo di rendicontazione all’altro. Nella descrizione possono essere evidenziate le spese più significative. Il capitolo viene predisposto dal responsabile del controllo di gestione . Le dimensioni del capitolo non dovrebbero superare le tre pagine.

La parte conclusiva del bilancio ambientale evidenzia il contenuto e la portata preventiva del documento e dunque le linee di previsione. Contiene indicazioni sulle priorità politiche per il periodo successivo, e deve essere associato a un set di indicatori di target per ciascun ambito di competenza e per ciascun obiettivo principale.

  • Il capitolo sulle priorità per il periodo seguente contiene per ogni ambito di competenza e di rendicontazione gli obiettivi principali che l’impresa intende perseguire nel periodo di rendocontazione successivo. Il contenuto preventivo a regime si estende anche alla ripartizione delle risorse economiche rispetto alle aree di competenza e agli ambiti di cui si vuole rendere conto. Politiche, target e risorse sono dunque, a regime, collegati tra loro in sede di preventivo. Il capitolo viene predisposto dal responsabile della contabilità ambientale, sulla base di una stretta interazione con il controllo di gestione. In questa sezione si consiglia di inserire un capitolo specifico sui target, obiettivi quantitativi di medio periodo (in valori assoluti o in termini di riduzioni/aumenti percentuali) di prestazione sull’inquinamento, il consumo di risorse, l’utilizzo di energia rinnovabile, la produzione di rifiuti, ecc. riferiti a una selezione di indicatori, che l’impresa ritiene strategici. Come le priorità anche i target vengono predisposti dal responsabile della contabilità ambientale, sulla base di una stretta interazione con l’amministratore e con la ragioneria e/o controllo di gestione (Mag.2020).

Eraldo Colosio

 

 


 

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