un
po’ per caso un po’ per sfida
La nascita della Mercedes 300 SL “Ali di
gabbiano”
di Roberto Maurelli
Se
qualcuno credeva che l’immagine del marchio Mercedes-Benz abbia sempre
goduto di ottima salute nel corso della sua lunga vita, questa è
l’occasione buona per ricredersi.
Quando, infatti, all’inizio degli anni Cinquanta la produzione
automobilistica tornava a decollare dopo gli anni difficili del secondo
conflitto mondiale, la Casa di Stoccarda navigava in pessime acque, con
un prestigio internazionale ridotto ai minimi termini a causa del
supporto industriale offerto al regime del Terzo Reich per la
costruzione degli aeromobili da guerra della Luftwaffe.
Per riuscire a rifondare il marchio e rimettere in piedi una produzione
minata dalle difficoltà economiche e dalle sanzioni americane, si iniziò
una fase di gestione molto oculata che portò alla progettazione
commercializzazione delle fortunate 170V e Typ 300.
Il buon successo di queste vetture, per molti versi inaspettato, unito
alla ripresa generale e alla riduzione dei divieti, consentì ai vertici
del gruppo Daimler-Benz,
Wilhelm Haspel,
Fritz Nallinger
e
Rudolf Uhlenhaut,
di iniziare a pensare anche a qualcosa di diverso. Qualcosa che potesse
davvero portare una ventata di novità e di freschezza per il marchio.
La strategia prevedeva essenzialmente un ritorno vincente nelle
competizioni dove, fino a poco prima della guerra, la Mercedes aveva
primeggiato a livello europeo. La risposta a tutte queste esigenze aveva
un nome: Mercedes-Benz W194, sigla interna per identificare uno dei
modelli più incredibili della storia della Casa della Stella, la 300 SL.
I
primi progetti, risalenti al 1950, si presentavano a dir poco audaci. La
soluzione scelta per il telaio era quella di adottare un innovativo
telaio a traliccio di tubi, capace di generare una rigidità torsionale
eccellente pur garantendo innate qualità di leggerezza. Dalle
caratteristiche strutturali di questo tipo di telaio, che obbligavano ad
uno sviluppo verticale della vettura piuttosto pronunciato e non
consentivano l’adozione di sportelli tradizionali, nacque l’idea che
forse maggiormente contraddistingue la 300 SL: le portiere con apertura
ad “ali di gabbiano”. La simpatica definizione è dovuta all’originale
sistema di incernieramento delle portiere, collocato in corrispondenza
del tetto, che determinava all’apertura un suggestivo effetto di
gabbiano con le ali spiegate per il volo.
Quanto all’unità motrice, la 300 SL era equipaggiata con lo stesso 3000
cc della Typ 300, spremuto fino a raggiungere la più che dignitosa
potenza massima di 175 cv.
Al di là di ogni aspettativa, la 300 SL si impose immediatamente nelle
competizioni automobilistiche più famose, celebrando una doppia vittoria
nella 24 ore di Le Mans, piazzandosi nei primi quattro posti alla 24 ore
del Nurburgring e conquistando il primo ed il secondo posto nella
Carrera Panamericana, una gara che si correva in Messico per un totale
di oltre 3000 chilometri. Nemmeno un avvoltoio, colpito in volo, e la
conseguente rottura del parabrezza riuscirono a fermare l’equipaggio
tutto tedesco che avrebbe dominato questa estenuante prova.
Da questi successi sportivi nacque la 300 SL Gullwing, che sarebbe
diventata ben presto una delle sportive più amate dell’epoca, in Europa
e un po’ in tutto il mondo.
Per la prima volta, su questa vettura, faceva la sua comparsa
l’iniezione diretta, al posto del tradizionale carburatore; la
lubrificazione era a carter secco. Al fine di ottimizzare i flussi
aerodinamici frontali, il nuovo propulsore, che raggiungeva i 215 cv,
era montato con un’inclinazione a sinistra di 45°.
Per quanto riguarda le sospensioni, l’asse anteriore presentava bracci
trasversali mentre quello posteriore era dotato di asse oscillante a
doppio snodo, proprio come la sua progenitrice da competizione.
Dall’agosto del 1954 fino al maggio 1957 sono state costruite 1400
unità, 29 delle quali con un telaio in lega leggera e un veicolo di
prova dotato di telaio in plastica.
Oggi la leggenda di questo mito dell’automobilismo mondiale continua,
reincarnandosi anno dopo anno in continue evoluzioni. L’ultima di
queste, la SLS ha perfino riproposto il tema delle ali di gabbiano,
inserendolo in un mix di forme nuove e stilemi retrò che conferisce alla
vettura un aspetto davvero unico nel suo genere.
Nonostante gli oltre cinquant’anni di differenza tra le due “cugine”
credo che nessun appassionato avrebbe dubbi su cosa portarsi in garage.
La 300 SL Gullwing è ancora oggi un capolavoro assoluto di eleganza e
sportività e mezzo secolo non è abbastanza perché i segni del tempo
possano intaccare la sua rara perfezione.
Roberto Maurelli |