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POLITICA AMBIENTALE NELL’AMBITO DEL MINISTERO DELLA DIFESA

di Maurizio Di Legge

 

INDICE

1.      Introduzione

  1. Quadro ecologico nell’area mediterranea

  2. Fondamenti giuridici della Tutela Ambientale

  3. Politica ambientale NATO

  4. Politica ambientale del Ministero Difesa

  5. Sistema gestione ambientale EMS nell’Amministrazione Difesa

 

1. INTRODUZIONE

Il rischio di alterazioni del sistema eco-ambientale è ormai un problema reale, che ha assunto una crescente importanza in tutti i Paesi sviluppati ai fini di una politica di pace e di sopravvivenza dell'umanità.

Le tematiche ambientali incidono – e sempre di più per il futuro – su ogni processo decisionale, con il coinvolgimento di tutti i livelli di responsabilità, nazionali e sovranazionali.

Il compito istituzionale delle FAè la difesa della Patria. L’art. 1 L. 382/1978 recita: “Compito dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica è assicurare, in conformità al giuramento prestato ed in obbedienza agli ordini ricevuti, la difesa della Patria e concorrere alla salvaguardia delle libere istituzioni e al bene della collettività nazionale nei casi di pubbliche calamità”.

Il D.lgs. 464/97 conferisce, altresì, alle FA il compito di fornire il proprio concorso nel campo della pubblica utilità e della tutela ambientale. In tale quadro, si inserisce il concetto di “sicurezza ambientale”, e l’impegno militare nella tutela dell’ambiente trova le sue ragioni più profonde. 

Vi sono poi altre motivazioni che spingono le Forze Armate ad affrontare con decisione il tema della tutela ambientale.

Sinteticamente, si riportano quelle più rilevanti.:

a.   La tutela ambientale nella pianificazione e condotta delle operazioni militari.   

Le operazioni militari, sia in tempo di pace che di crisi o guerra, possono creare danni ambientali.  Attraverso la pianificazione, le Forze Armate ed i loro Comandanti, per quanto possibile in relazione alla necessità di assolvere la missione ricevuta, devono far in modo di evitare danni non necessari all’ambiente. 

b.   La tutela ambientale nella condotta di esercitazioni militari: l’addestramento.  

Per essere credibili le Forze Armate devono essere operativamente efficienti ed efficaci,  ciò può essere ottenuto attraverso un appropriato addestramento. L’inserimento di considerazioni ambientali nel processo di pianificazione e programmazione delle esercitazioni può garantire l’abbattimento dell’impatto ambientale ed evitare le possibili proteste dell’opinione pubblica locale.

c.   La tutela ambientale nella condotta di operazioni militari: ricerca, sviluppo e acquisizione di materiali.   

La tutela ambientale costituisce una sfida tecnologica, perché occorre raggiungere obiettivi tecnici, imposti dalla legislazione, sempre più restrittivi e difficili.

D’altra parte, non si può dimenticare che l’attenzione all’ambiente circostante è la premessa per una delle tattiche militari più antiche del mondo: la mimetizzazione.

d.   La tutela ambientale come rapporto con l’opinione pubblica.  

L’opinione pubblica è sensibile all’argomento della tutela ambientale, ed è anche sensibile all’argomento dei rapporti tra forze armate e società civile.  Una parte del pubblico nutre per le forze armate, in Italia come all’estero, una notevole diffidenza, che si estrinseca in campagne di stampa sfavorevoli ogni volta che si verifica un evento negativo, con l’effetto secondario di sminuire tutte le attività meritorie svolte dalle Forze Armate.  E’ quindi indispensabile che tutto il personale della Difesa adotti comportamenti personali ed organizzativi mirati al completo e leale assolvimento non solo degli obblighi di legge, ma anche semplicemente quelli dettati dal buon senso e dal senso civico.

 

2. QUADRO ECOLOGICO NELL’AREA  MEDITERRANEA

A livello regionale, l’Italia si colloca l'area del Mediterraneo che, nel suo piccolo, rispecchia fedelmente l'andamento della situazione ecologica mondiale.

La popolazione presente sul territorio è di circa 350 milioni di unità, con un aumento di 219 milioni riscontrato negli ultimi 64 anni. Parte di questa popolazione vive in assoluta povertà. Si pensi che in quest'area ci sono Stati (Albania) dove il prodotto nazionale lordo è di 350 dollari l'anno per abitante rispetto ad altre Nazioni (Svizzera) che registrano 40.000 dollari l'anno per abitante.

Una simile disparità esiste nel campo ambientale. Infatti, in Africa settentrionale e mediorientale, ci sono vaste aree che hanno indice di boscosità zero, mentre in Europa l'indice medio è del 20%.

Per quanto attiene all'inquinamento dei mari, si calcola che nel Mediterraneo ogni anno vengano scaricati 360 milioni di tonnellate di materie solide, che comprendono circa 500.000 tonnellate di idrocarburi. I vegetali acquatici, sia dei mari che delle acque dolci, producono circa il 70% dell'ossigeno atmosferico. 

Tuttavia, gli inquinamenti di vario genere sopprimono la vegetazione per intossicazione diretta ed impediscono gli scambi gassosi aria-acqua frapponendo un velo isolante di idrocarburi. Secondo l'United Nations Environmental Program (UNEP), l'85% degli scarichi fognari di 120 città costiere vengono immessi nel Mediterraneo senza un'adeguata depurazione ed il 24% delle spiagge mediterranee risulta pericoloso per la balneazione.   

Tuttavia, è necessario ricordare che la situazione del Mar Mediterraneo è influenzata fortemente dal drammatico inquinamento che affligge il Mar Nero. Infatti, il Mar Mediterraneo riceve ogni anno, attraverso il Bosforo, il Mar di Marmara ed i Dardanelli, circa 400 Km cubi di acqua dal Mar Nero. Il Mar Nero è il mare più inquinato del mondo essenzialmente perché i fiumi che vi sfociano sono, a loro volta, i fiumi più inquinati del mondo (il Danubio, per esempio, convoglia nel Mar Nero annualmente 500 tonnellate di zinco, 36.000 t di prodotti petroliferi, 3.000 t di nickel, 14.000 t di manganese ed altro). Oggi, nel Mar Nero, solo nello strato più superficiale di 150 metri d'acqua è ancora presente ossigeno, il resto è saturo di acido solfidrico.

 

3.  FONDAMENTI GIURIDICI DELLA TUTELA AMBIENTALE 

Nella Costituzione italiana l’espressione “diritto fondamentale” ricorre soltanto all’art. 32 a proposito del diritto alla salute. Ricorre più spesso il termine “diritto inviolabile” e specificamente all’art. 2, dove prevede in generale che   “la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia come membro della società dove esercita la sua personalità…”.  

La Costituzione riserva tre principi che riguardano l’ambiente:

-   la tutela del paesaggio;

-   la tutela del patrimonio storico ed artistico;

-   la tutela della salute.

Una evoluzione di tali principi è stata determinata con la sentenza 210/87 della Corte Costituzionale stabilendo che   “va riconosciuto lo sforzo in atto di dare un riconoscimento specifico alla salvaguardia dell’ambiente come diritto fondamentale della persona e interesse fondamentale della collettività e di creare gli istituti giuridici per la sua protezione. Si tende, cioè, ad una concezione unitaria del bene ambientale, comprensiva di tutte le risorse naturali e culturali.  

Con la Legge 431/85, è stata estesa la protezione giuridica da alcune zone limitate ad aree naturali più estese, rendendo obbligatoria la formazione di un piano paesistico avente un contenuto ambientale più specifico del piano urbanistico. 

La Corte Costituzionale (con sentenze 151,152,153/86) ha riconosciuto legittima questa legge estendendo di fatto il concetto di   paesaggio   a quello di   natura,   affermando che l’ambiente ha un valore primario, superiore, cioè, a tutti gli altri interessi pubblici (non primari). 

Con la Legge 8 luglio 1986, n. 349, l’ambiente è stato ricompreso tra i beni da tutelare. Il legislatore ha cercato, cioè, di dare un riconoscimento specifico alla salvaguardia dell’ambiente   “quale diritto fondamentale della persona e interesse fondamentale della collettività (C.Cost.210/87)”     , la cui protezione   “è imposta da precetti costituzionali -Artt. 2 e 32 Cost. – per cui assurge a valore primario ed assoluto (C.Cost. 641/87)  .

In ambito strettamente militare l’attività di tutela ambientale è sancita e richiamata nei seguenti provvedimenti:

-   la Legge 898/76 e successive modifiche, ove vengono definiti i criteri e le procedure per l’impiego delle aree addestrative e dei poligoni e sancita la costituzione dei Comitati Misti Paritetici Regionali;  

-   la Legge 84/94, con cui il Ministero dell’Ambiente si avvale delle Capitanerie di Porto;   

-   il D.L n. 464/97, inerente la Riforma Strutturale delle Forze Armate, che disciplina tra l’altro, la differenziazione e l’ampliamento delle attività militari rivolte alla protezione civile e alla tutela dell’ambiente;

 

4. POLITICA AMBIENTALE NATO

Come noto, il Trattato del Nord Atlantico fu firmato quale diretta contromisura ad una possibile aggressione sovietica in Europa. La sicurezza nazionale   (Art. 5)   è assicurata attraverso la difesa dell’integrità territoriale e della sovranità nazionale garantita a tutti gli Stati dalla carta delle Nazioni Unite. La NATO è una alleanza politica e militare con a  base il principio della difesa collettiva.

Il secondo principio del Trattato è quello di perseguire la risoluzione di ogni disputa tra gli Stati membri attraverso mezzi pacifici. L’aderenza a questo principio è facilitata dalla frequente consultazione tra gli Alleati   (Art. 4)  . La sede principale per la consultazione è il Consiglio del Nord Atlantico (NAC). Le decisioni prese all’unanimità dal NAC hanno valenza politica per tutta l’Alleanza. Il NAC ha delegato parte della propria autorità ad un certo numero di comitati e gruppi di lavoro.

Facendo riferimento al citato Art. 4 del Trattato del Nord Atlantico, qualunque argomento può essere portato all’attenzione dell’Alleanza ai fini della consultazione, quando uno Stato membro percepisce che l’integrità territoriale, l’indipendenza politica  o la sicurezza di un qualsiasi Alleato è minacciata. Tra le possibili minacce, quelle provenienti da problematiche ambientali sono tra le più subdole.

In questo quadro, la NATO fornisce molti livelli di consultazione e cooperazione [inclusi l’Euro-Atlantic Partnership Council (EAPC) ed il Partenariato per la Pace (PfP)] dove le problematiche ambientali possono essere affrontate.

Di seguito si forniscono alcune informazioni sui principali comitati e gruppi NATO che trattano anche problematiche di tutela ambientale.

(1)  NATO Group on Acquisition Practices (AC/313). 

È uno dei principali Gruppi che riportano al Conference of National Armaments Directors (CNAD). AC/313 riferisce al CNAD sulle procedure e politiche di acquisizione dei governi, in relazione alla vendita di armamenti, accordi su programmi di cooperazione e collaborazioni industriali all’interno della NATO. 

L’obiettivo ambientale è quello di acquisire materiali e mezzi efficaci che abbiano il minor impatto ambientale. 

(2)  NATO Special Group 12 (AC/141) Maritime Environmental Protection. 

È stato istituito per promuovere, attraverso lo scambio di informazioni, lo sviluppo della capacità delle Marine Militari della NATO di rispettare le norme nazionali ed internazionali sulla tutela dell’ambiente marino, e per ricercare la cooperazione per la costruzione di una Environmentally Sound Ships e delle relative strutture di supporto.

 

5. POLITICA  AMBIENTALE  DEL MINISTERO DELLA DIFESA

Nel quadro delle politiche ambientali descritte nei precedenti paragrafi ed a similitudine della maggior parte degli altri Paesi della NATO il Ministro della Difesa ha approvato il testo della “Politica ambientale del Ministero della Difesa” di seguito riportato integralmente.  

Il nuovo sistema delle relazioni internazionali determinatosi negli ultimi decenni ha indotto profonde trasformazioni negli equilibri politico-strategici, sociali ed ambientali, mutando la natura intrinseca del concetto di "sicurezza" e l’impiego delle Forze Armate.

La sicurezza, infatti, ha assunto connotazione pluridimensionale e multifunzionale tesa a fronteggiare rischi diversificati e, di concerto, le missioni delle Forze Armate si sono estese dalla mera difesa dei confini alla tutela degli interessi nazionali in teatri operativi esterni a quello italiano. 

Nello stesso tempo, l'opinione pubblica e le istituzioni statali hanno dimostrato sempre maggiore attenzione nei confronti di quelle problematiche connesse con il modello di sviluppo che caratterizza le società post-industriali, evidenziando crescente interesse ed impegno per i temi correlati alla tutela del territorio ed alla salute pubblica nazionale, nonché all'equilibrio climatico ed ecologico dell'intero pianeta.

In tale contesto, il Ministero della Difesa ha esercitato un ruolo fattivo sia attraverso l'assolvimento di precipui compiti istituzionali, sia mediante l’espletamento di attività di concorso atte a favorire altre Amministrazioni dello Stato deputate ad operare in settori collegati ai servizi di pubblica utilità, alla protezione civile ed alla tutela ambientale.

 

6.  EMS NELL’AMMINISTRAZIONE DELLA DIFESA

Da quanto illustrato risulta evidente che la Difesa necessita di un sistema per la corretta gestione delle tematiche ambientali. Tale obiettivo è realizzabile tramite:

a.  L’adozione di un sistema di gestione ambientale ufficiale conforme ai principi dello standard ISO 14001, allo scopo di:

-   ridurre l’impatto sull’ambiente;

-   assicurare l’osservanza di regolamenti e leggi sull’ambiente;

-   ridurre i costi con il risparmio di risorse;

-   potenziare l’efficacia dei sistemi esistenti di gestione ambientale;

-   ridurre l’impiego di risorse e di energia, riducendo nel contempo i rifiuti al minimo;

-   diminuire i rischi ambientali imprevisti; 

-   migliorare costantemente il comportamento ambientale e quello generale;

-   sensibilizzare e coinvolgere tutto il personale, sia militare che civile;

-   sviluppare nuove specializzazioni e professionalità.

b.  L’elaborazione e l’attuazione del sistema di gestione ambientale costituirà l’attività principale per il prossimo biennio dell’Ufficio Antinfortunistica e Ambiente dello Stato Maggiore Difesa in coordinazione con gli Stati Maggiori di Forza Armata.

 Il processo prevede una serie di azioni, alcune delle quali già avviate, fra cui: 

-   ottenere una copia dello Standard ISO 14001;

-   nominare un Gruppo con a capo un Ufficiale che abbia l’autorità di agire. Tale Ufficiale dovrà essere direttamente responsabile verso il Comandante dell’Ente/installazione, per l’attuazione dell’EMS; 

-   individuare le attività della Difesa tramite una revisione ambientale iniziale;

-   registrare ed aggiornare i requisiti dei regolamenti e delle leggi relativi alle attività della Difesa;

-   individuare gli aspetti ambientali da considerare;

-   stabilire una priorità agli impatti ambientali più significativi, determinando i principali modi in cui la Difesa influisce sull’ambiente;

-   redigere una politica ambientale tratta dagli impatti ambientali riscontrati con la relativa legislazione e in accordo con quella del Ministero dell’Ambiente;

-   fissare gli obiettivi e i traguardi tratti dalla politica ambientale;

-   elaborare un programma di gestione ambientale per il raggiungimento di obiettivi e traguardi fissati; 

-   definire le responsabilità e le risorse di appaltatori e del personale chiave designato a gestire l’EMS;

-   mettere a punto corsi di sensibilizzazione e addestramento per assicurare che il personale sappia quali siano le misure adeguate da prendere per l’ambiente, conosca con esattezza il proprio ruolo e comprenda l’importanza dell’EMS.

-   potenziare l’informazione;

-   elaborare un Manuale di Gestione Ambientale con relativa documentazione;

-   stabilire la procedura di controllo della documentazione;

-   stabilire il controllo operativo;

-   preparare i piani per le emergenze e le contingenze;

-   controllare le attività operative e l’efficacia del sistema;

-   stabilire le procedure per correggere il mancato controllo e la mancata osservanza di regolamenti e linee di condotta;

-   curare l’aggiornamento dei documenti;

-   stabilire procedure di controllo ambientale per individuarne punti deboli e forti;

-   valutare  l’EMS per stabilirne l’idoneità, adeguatezza ed efficacia;

-   divulgare pubblicamente la politica ambientale della Difesa.

La notevole incidenza delle tematiche ambientali e le alterazioni del sistema eco-ambientale assumono una crescente importanza in tutti i paesi sviluppati e come visto coinvolge tutti i settori.

 

Una nota di ringraziamento ai responsabili del corso ON-line.

(Mar.2010)

 

Maurizio Di Legge

 


 

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