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Anno XIV num.4
Lug./Ago. 2015

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 IL PROGETTO “ROSIA MONTANA” TRA RISCHI E BENEFICI

di Mihaela Ilie

 

  1. INTRODUZIONE

Rosia Montana è una piccola località mineraria nell’ovest della Romania e da 15 anni è la scena di numerosi scontri amministrativi e mediatici provocati da un controverso progetto. La compagnia canadese Rosia Montana Gold Corporation intende sfruttare i giacimenti d’oro e argento in zona, ritenuti i più ricchi in Europa. Rosia Montana Gold Corporation è joint-venture tra la società canadese Gabriel Resources (80% delle azioni) e l'azienda pubblica rumena Minivest (19, 3 %). Questo sfruttamento provocherebbe incommensurabili danni ecologici e patrimoniali nella zona.

Roşia Montană (in latino Alburnus Maior), è un comune della Romania di 3.176 abitanti, ubicato nel distretto di Alba, nella regione storica della Transilvania. Il comune è formato da un insieme di 16 villaggi: Bălmoşeşti, Blideşti, Bunta, Cărpiniş, Coasta Henţii, Corna, Curături, Dăroaia, Gârda-Bărbuleşti, Gura Roşiei, Iacobeşti, Ignăţeşti, Roşia Montană, Şoal, Ţarina, Vârtop.  La città mineraria è situata nei Monti Apuseni nella valle del fiume Roşia (Fiume Rosso).

Le ricche risorse minerarie della zona sono state certamente sfruttate fin dall'epoca romana, ma probabilmente anche prima. Le miniere d'oro a conduzione statale sono state forzatamente chiuse nel 2006, anche perché costituivano un ostacolo all'ammissione della Romania all'Unione Europea, ma la società canadese Gabriel Resources ha intenzione di riaprire le miniere su vasta scala. Questa prospettiva ha causato discussioni pesanti, in quanto il progetto farebbe temere la distruzione dei reperti di epoca romana; c’è anche il rischio del ripetersi dell'inquinamento da cianuro verificatosi anni dietro a Baia Mare. D'altro canto, la società canadese ha promesso di bonificare almeno una parte dell'inquinamento provocato da 2.000 anni di gestione incontrollata delle miniere che ha aggiunto acidi e metalli pesanti al ferro che dà al fiume Roşia quel colore tipico da cui trae il nome. Il progetto della RGMC prevede di sostituire i vecchi processi produttivi con altri più moderni ed aderenti agli standard imposti dall'Unione Europea, aprendo però quella che sarebbe la più grande miniera d'oro a cielo aperto d'Europa.

Un’iniziativa di questo tipo deve essere analizzata con oggettività da specialisti competenti considerando il rapporto tra rischi e benefici. Le conclusioni di quest’analisi devono essere presentate  all’autorità che ha la responsabilità di approvare e sorvegliare la realizzazione del progetto, per prendere la decisione giusta. Il beneficio principale del progetto sarebbe la nascita di nuovi posti di lavoro in una zona con gravi problemi economici e il miglioramento della vita della popolazione. In questa zona c’è bisogno di un investimento però si devono analizzare i rischi e si deve analizzare se questo beneficio è giustificato dalle conseguenze e dagli effetti negativi previsti.

 

  1. BENEFICI PREVISTI

Benefici per RMGC

Rosia Montana Gold Corporation detiene l’ottanta per cento delle azioni della ditta e dunque otterrà la maggior parte del profitto. In più, la RMGC beneficerà di una diminuzione delle imposte e delle tasse doganali da parte dello stato romeno per un periodo di 10 anni come conseguenza della realizzazione del progetto in una zona con gravi problemi economici.

Benefici per la popolazione della zona

Il progetto crea nuovi posti di lavoro in una zona con gravi problemi economici: 200-550 posti nella fase iniziale della costruzione, 2000 in fase di costruzione e 500 posti nella fase operativa. Questo beneficio è relativo perché il numero dei posti di lavoro è comunque basso, ha carattere temporaneo, e il progetto attirerà anche i lavoratori di altre zone che si sposteranno lì sia per cercare un lavoro sia per il bisogno di lavoratori qualificati e specializzati non presenti attualmente nella zona. Altri benefici del progetto sarebbero la qualificazione professionale della popolazione di Rosia Montana e gli incassi statali provenienti dalle imposte locali pagate dalla popolazione.

Benefici per lo stato romeno

Lo stato romeno detiene solamente il venti per cento delle azioni della RMGC, dunque la parte del profitto che gli spetta è molto ridotta (circa 4,4 milioni di euro all’anno, una somma irrisoria paragonata al profitto del RMGC).

Dunque i benefici per la ditta RMGC sono certi  ma i benefici per lo stato romeno e per la popolazione di Rosia Montana sono minimi e discutibili.

 

  1. RISCHI DEL PROGETTO

Aspetti economici e sociali

Il progetto RMGC per l’estrazione dell’oro e dell’argento a Rosia Montana dovrebbe avere una durata di 17 anni. Questo significa che alla fine di questo periodo di estrazione la zona rimarrà senza posti di lavoro, con un numero molto alto di disoccupati determinato anche della presenza  di una popolazione arrivata dopo l’inizio del progetto e stabilita lì nel tempo.

Il progetto incide su 38 % della superficie della località e su quasi 1800 persone che devono essere trasferite. Si prevede anche la demolizione di 740 case e di alcune chiese con i loro cimiteri. L’operazione ha determinato una reazione negativa forte da parte degli abitanti anche se un numero abbastanza alto di persone ha accettato le offerte attraenti di compensazione finanziaria da parte della ditta.

Secondo la Legge dell’Amministrazione Pubblica e la Legge delle Miniere, gli abitanti della zona hanno diritto a un referendum, una modalità legale di consultazione della popolazione per quanto riguarda i progetti che incidono sulla modalità di utilizzo del suolo. Questo referendum non è mai stato fatto.

La località dove saranno spostati gli abitanti è Piatra Alba ed è una zona senza risorse idriche, il terreno è degradato, la superficie offerta da RMGC a ogni famiglia è di 250 m2, insufficiente per l’agricoltura. Le case presentate da RMGC richiedono spese di mantenimento che le persone con redditi bassi non si permettono. Le esperienze anteriori di spostamenti in altri paesi mostrano che aumentano la mortalità, specialmente tra gli anziani e le persone malate e determinano la distruzione della coesione della comunità, determinando nello stesso tempo delle difficoltà economiche. Lo spostamento di alcune famiglie dalla zona può determinare la diminuzione del numero di abitanti sotto quello considerato necessario per la presenza di un’unità sanitaria oppure delle scuole.

In più, il trasferimento degli abitanti senza la loro volontà non è compatibile con i principi CEDU (Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo), facendo eccezione solamente i casi di interesse pubblico. Romania ha firmato questa convenzione dunque le autorità romene non possono approvare legalmente il trasferimento.

Un numero significativo di case di Rosia Montana sono edifici di patrimonio. Queste, essendo uniche, non possono essere spostate e sono state incluse nella così detta “ Zona di patrimonio nazionale di importanza eccezionale”. Malgrado la presenza degli elementi di sicurezza e della barriera forestale intorno alla zona di lavoro, queste case non resisteranno alle esplosioni ripetute.

 

Aspetti storici e culturali

La località Rosia Montana detiene reperti archeologici di grande interesse scientifico, di valore inestimabile, uniche in Europa e nel mondo. L’estrazione dell’oro potrebbe condurre alla distruzione di questi reperti e questo sarà una perdita irreversibile e cancellerebbe la possibilità della costruzione in futuro di una zona di turismo culturale, una soluzione economica durevole a lungo termine.

Rosia Montana è la più antica località miniera della Romania, sono stati trovati dei reperti antichi risalendo a 1870 anni fa. Gli scavi archeologici recenti hanno identificato per la prima volta a Rosia Montana dei lavori in miniera risalendo al periodo dei Daci. Inoltre qui sono presenti dei templi romani, degli edifici fortificati e delle gallerie romane. Quest’ultime possono essere visitate anche oggi, la gran parte delle gallerie essendo ancora sconosciuta[1].

Un altro aspetto è quello dei reperti di superficie. Qui ci sono arrivati vari popoli, specialmente dalla Dalmazia. La zona Alburnus Maior è stata abitata ed e sfruttata intensamente e praticamente non esiste un posto senza tracce del periodo romano (il centro storico di Rosia Montana, le gallerie romane, le case risalendo al XVIII-XIX del villaggio Rosia Montana). Questa zona rappresenta una delle più grandi concentrazioni di reperti antichi dell’Europa. Gli scavi archeologici possono durare tanti anni e possono offrire dei risultati rimarcabili.

I risultati delle ricerche del 2001 sono davvero impressionanti: due templi e altre zone sacre, delle necropoli, delle così dette thermae, degli edifici dei minatori dalmati colonizzati a Alburnus Maior, tutto questo dà per la prima volta un’immagine del paesaggio archeologico in una zona di massimo interesse della Dacia romana. Gli scavi sviluppati nel 2001 e nel 200 permettono mettono a luce un fenomeno importante del mondo romani – lo sfruttamento dell’oro della Dacia.

Dunque le scoperte fatte dimostrano che ci troviamo davanti a un patrimonio nazionale di grande importanza che rientra nel patrimonio europeo e mondiale comune. Ovunque in Europa questo tipo di monumenti sono conservati e messi nel circuito turistico e culturale, rappresentando una testimonianza importante e hanno un effetto educazionale diretto.

 Questa zona è stata protetta, essendo considerata Patrimonio Universale Unesco fino al 1977 quando ha perso questa qualità per colpa delle nuove miniere costruite qui.

Lo sviluppo dei lavori di estrazione dell’oro da parte della RMGC rappresenta una contravvenzione rispetto alla legislazione romena e internazionale, non rispetta il principio della garanzia da parte dello stato della protezione del patrimonio archeologico nazionale di valore eccezionale.

 

Aspetti ambientali

Il progetto trasforma un ecosistema importante, una zona considerata la più bella dei Carpati in un deserto tossico. L’impatto sull’ambiente si sviluppa nelle seguenti modalità:

  • L’inquinamento atmosferico che inciderà su una zona molto più estesa di quella dichiarata da RMGC;

  • L’inquinamento delle risorse idriche;

  • L’inquinamento dell’aria;

  • L’accumulo di metalli pesanti nel suolo e nell’acqua;

  • Effetti negativi sulla biodiversità a lungo termine;

  • Il cambiamento dell’aspetto del paesaggio, le montagne saranno distrutte visto che la miniera sarà di tipo aperto, non sarà delle gallerie ma scavi aperti.

  • Disboscamento di 250 ettari di foreste.

La distruzione del paesaggio caratteristico dei Monti Apuseni annulla il potenziale turistico ed elimina la prospettiva di una valorizzazione durevole di una zona concepita per questo. Una zona inquinata non attira gli investimenti.

Le esplosioni che saranno usate nella miniera aperta (cinque volte alla settimana) presentano il rischio di vibrazioni e onde sismiche che possono avere effetti negativi nelle zone vicine, rischiando il danneggiamento e il crollo di alcune costruzioni e di alcune gallerie nelle vecchie miniere.

 

Aspetti tecnologici

La tecnologia usata da RMGC per l’estrazione dell’oro è il trattamento del minerale con una soluzione a base di cianuro di sodio. L’utilizzo di questo tipo di tecnologia danneggia seriamente l’ambiente e l’esperienza del disastro di Baia Mare è rilevante. Incidenti di questo tipo ci sono stati anche in altri paesi dove si usa lo stesso procedimento. Per esempio negli Stati Uniti nel 1993 e nel 1998, Guyana nel 1995, Australia  nel 1995, Filippine nel 1999. Le zone in cui sono successi gli incidenti sono zone meno popolate di Rosia Montana però e hanno avuto effetti meno drammatici.

Questo tipo di procedimento è stato vietato in alcuni paesi come la Repubblica Ceca, Germania, gli Stati Uniti in Montana e Wisconsin. All’inizio del mese di aprile del 2002, la Corte di Giustizia della Grecia ha impedito un progetto in minerario che implicava l’uso del cianuro nel processo tecnologico (questa sarebbe stato il più grande investimento di capitale privato straniero in Grecia negli ultimi 50 anni.

L’Organizzazione Internazionale per i Diritti dell’Uomo ha adottato nel 2000, la Dichiarazione di Berlino che vieta l’uso del cianuro nelle miniere d’oro.

A Rosia Montana le riserve d’oro sono molto disperse e sarà necessario lo sfruttamento giornaliero del suolo per ricavare l’oro. Questo porterà a degli scavi immensi (cinque montagne saranno trasformate in crateri di 360 m di profondità usando 150 kg di dinamite al giorno. RMGC costruirà una diga di 180 metri di altezza e il lago artificiale che ne risulterà (600 ettari) dovrà contenere alla fine 250 milioni di tonnellate di cianuro. Nella progettazione del lago non è previsto l’uso di un materiale isolante in plastica per impedire le infiltrazioni di cianuro nel suolo[2].

Il cianuro non è l’unico pericolo; i fanghi e le sostanze che risultano dal processo tecnologico presentano alti rischi di inquinamento per il contenuto di metalli pesanti tossici estratti dal minerale che non possono essere neutralizzati. Anche le sostanze usate per neutralizzare il cianuro hanno effetti negativi visto le grandi quantità accumulate nel lago artificiale. La tecnologia prevista nel progetto per la distruzione del cianuro con l’aiuto del biossido di zolfo in serbatoi posizionati all’aria aperta rappresenta un altro possibile agente inquinante.

A causa della presenza del cianuro, esiste la possibilità della formazione dell’acido cianidrico (un gas molto tossico) durante l’estate con la conseguenza delle piogge acide.

Inoltre, dal punto di vista geologico il suolo di Rosia Montana, specialmente il punto dove sarà costruito il lago artificiale è soggetto a frane. Lì, il suolo è formato da strati di argilla che alternano con strati di arenaria molto permeabili. Le frane produrranno delle onde che potrebbero superare la diga e metteranno in pericolo la città vicina, Abrud[3].

 

Aspetti legislativi

Un aspetto molto importante è la compatibilità del progetto con la legislazione europea. Una ricerca realizzata da esperti giuridici dell’Istituto di Diritto Europeo dell’Università di Vienna intitolata “La compatibilità del progetto minerario di Rosia Montana con i principi e le normative dell’Unione Europea e la legislazione della Comunità Europea” arriva alle seguenti conclusioni:

  • il progetto Rosia Montana non rispetta la Direttiva di Valutazione dell’Impatto sull’Ambiente 85/337/EEC del 27 giugno 1985 e la Direttiva 2001/42/EC del Parlamento Europeo.

  • Il metodo usato per la separazione dell’oro con il cianuro non rispetta la Direttiva 80/68/EEC del 17 dicembre 1979 che riguarda la protezione delle falde acquifere.

  • Il trasferimento imposto della popolazione della zona non rispetta l’Art.8  della CEDU. Le persone i cui diritti fondamentali sono stati lesi hanno in presente la possibilità di difenderli davanti alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo.

Il documento menziona ancora che la situazione in cui Gabriel Resources Ltd detiene 80% e la parte romena detiene solamente 20% delle azioni della società Rosia Montana Gold Corporation contraddice il criterio di “interesse pubblico nel beneficio economico del paese” che giustificherebbe alcune misure di trasferimento della popolazione.

Il progetto non rispetta neanche la Convenzione di Berlino (10 ottobre 2001) che prevede il divieto dell’uso del cianuro nelle miniere che si trovano sul territorio dell’Unione Europea.

La conclusione generale del documento è che il progetto non corrisponde ai criteri previsti nell’Articolo 8 della CEDU e non rispetta né la legislazione ambientale dell’Unione Europea né i principi di base e gli standard CEDU.

 

  1. MISURE ALTERNATIVE

Le misure alternative devono risolvere a lungo termine il problema della disoccupazione e della povertà della zona. Queste misure devono basarsi sulle risorse rigenerabili della zona, sul turismo culturale, la ricchezza archeologica della zona può rappresentare un punto di attrazione. L’inserimento della zona nel patrimonio UNESCO come parco archeologico aumenterebbe il numero di turisti e  i fondi dell’Unione Europea  per poter continuare le ricerche archeologiche.

 

  1. CONCLUSIONE GENERALE

Mettendo in bilancia i benefici potenziali e i rischi del progetto di Rosia Montana risulta che nella forma attuale il progetto non può essere considerato come “interesse pubblico nel beneficio economico del paese” e i benefici privati non possono giustificare i rischi. La conclusione è che l’iniziativa deve essere abbandonata prima di produrre delle conseguenze disastrose.

 

Bibliografia

  1. “Rosia Montana Project DFS -20Mt/a – Definitive Feasibility Study” – GRD Minproc Limited Resource Service Group Pty. Ltd., Minproc, Knight Piésold Limited, Planning Alliance, 14 August 2001, 30 Settembre 2002.

  2. “Comments on the Rosia Montana Project”- Ion Stelea, Istituto Nazionale di Geologia.

  3. “La compatibilità del progetto di Rosia Montana con i principi e le norme della legislazione UE e CE”- Peter Fischer, Università di Vienna.

  4. “Comments on the Rosia Montana Feasibility Study”- David M. Chambers, Center for Science in Public Participation.

  5. “Punto di vista sul destino di Rosia Montana” -prof. Ioan Piso.

                             


[1] Punto di vista sul destino di Rosia Montana-prof. Ioan Piso.

[2] Comments on the Rosia Montana Feasibility Study – David M. Chambers, Center for Science in Public Participation.

[3] Comments on the Rosia Montana Project – Ion Stelea, l’Istituto Nazionale di Geologia.

 

Mihaela Ilie

 


 

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