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100 milioni di euro e la SAAB diventa cinese al 100%

 

di Carla Musti

 

Sembrava che ormai i giochi fossero fatti in quanto a luglio sapevamo che Saab, dopo aver firmato un memorandum d’intesa, cedesse ai cinesi quasi il 54% della compagnia, è invece notizia di questi giorni che Saab cederà il 100% delle azioni di Saab Automobile AB (Saab) e Saab Great Britain (Saab GB) dietro il pagamento di un corrispettivo pari a 100 milioni di euro. Ma ripercorriamo le tappe di questa vicenda, la olandese Spyker, proprietaria di Saab dal 2010 che a sua volta l’aveva acquistato da General Motors, firma una lettera di intenti per la cessione del quasi 54% delle proprie quote a due aziende cinesi, vale a dire il principale distributore di auto in Cina con circa 1.100 concessionarie “Pang Da Automobile Trade Co.” e la “Zhejiang Youngman Lotus Co.” che avrebbe dovuto ottenere la licenza per costruire e distribuire in Cina la Saab. Questa intesa prevedeva che la Youngman e Saab avessero il 45% cadauna del reparto “produzione” e il restante 10% andasse alla Pang Da, mentre per la sezione “distribuzione” la fetta più grande sarebbe toccata a quest’ultima col 34% mentre alla Youngman e a Saab spettava il 33% a testa.

Per questa operazione si era parlato di un esborso da parte delle due società cinesi di circa 245 milioni di euro così suddivise, la Pang Da avrebbe dovuto versare 109 milioni per un possesso del 24% complessivo, mentre la Youngman avrebbe dovuto versare 136 milioni per un totale del 29,9%. Fin qui tutto tranquillo finché non entra in crisi l’accordo, i cinesi sono seriamente intenzionati a rilevare il 100% di Saab dalla Spyker ma la Saab, attraverso il suo Amministratore Delegato Victor Muller, fa sapere che non sono interessati a cedere il 100% in quanto questo significherebbe perdere il controllo dell’azienda con il conseguente rischio di vedere la fine del brand europeo. Nel frattempo per evitare il fallimento della Saab, è stato nominato un Amministratore, Guy Lofalk, dal Tribunale di Goteborg che ha il compito di riorganizzare l’azienda e più precisamente ha il compito principale di reperire risorse per poter pagare i fornitori che già da qualche tempo hanno sospeso le forniture provocando, di conseguenza, la sospensione della produzione di auto. E’ storia invece di questi ultimi giorni il colpo di scena, nonostante le iniziali reticenze del gruppo, la Swedish Automobile (Swan) annuncia di aver siglato un protocollo d’intesa con la Youngman e la Pang Da per la cessione del 100% di Saab e Saab GB dietro un corrispettivo di cento milioni di euro.

La Swan ha deciso di accettare la transazione soprattutto in seguito all’impegno preso dalle due aziende cinesi di fornire finanziamenti a lungo termine che possono garantire il futuro sviluppo della casa svedese. A questo punto l’Amministratore fallimentare ha ritirato la sua richiesta di interruzione della procedure di riorganizzazione. L’intento delle case cinesi è quello di tamponare lo stato di emergenza in cui versa la Saab con un primo immediato prestito da 50 milioni mentre per il prossimo anno arriveranno altri 610 milioni che, in base al documento programmatico firmato dall’amministratore nominato dal tribunale, dovrebbe portare Saab in attivo già nel 2014. La nota dolente riguarda l’intenzione dei nuovi proprietari di tagliare i costi attraverso la riduzione del personale impiegato ma la gran parte dei sindacati svedesi ha comunque accolto con entusiasmo la notizia in quanto la produzione sarà mantenuta in Svezia, quindi resta l’occupazione a Trollhattan e nelle aziende dell’indotto.

Carla Musti

 


 

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