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Anno XIV num.4
Lug./Ago. 2015

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  • Salone di Parigi:  supersportive ed ecologia sempre al primo posto

  • Motori 2 tempi o 4 tempi? Questo è il dilemma

di Giuseppe Capitanio

 

Si è aperto quest’anno, con l’inaugurazione da parte del presidente della repubblica francese Sarkozy, il salone dell’auto di Parigi che si è tenuto dal 2 al 17 ottobre.

Il tema, che ormai da decenni occupa e preoccupa le case produttrici automobilistiche rimane costantemente invariato: ecologia.

Sempre meno petrolio, sempre più energie alternative, ma allo stesso tempo comfort silenziosità e prestazioni. Ma nonostante temi così rilevanti e importanti che potrebbero salvare il mondo, l’attrazione dei numerosi visitatori è stata focalizzata dalla potenza che nell’automobilismo è sinonimo di velocità.

Le auto che sono state prese d’assalto da occhi sognanti erano: le supersportive.

Era presente il marchio del cavallino rampante di Maranello, che ha presentato i nuovi modelli, quali la Ferrari SA Aperta che verrà prodotta in un numero limitato di 80 vetture che solo in pochi, anzi pochissimi potranno permettersi, ma che migliaia e migliaia di appassionati potranno sognare, e la California, che è stata prensentata con la sigla”HELE”, sigla che sta per “High Emotion Low Emission” e che tradotta in italiano significa ”alte emozioni, basse emissioni”. Ma la Ferrari non era la sola casa di supersportive presente, infatti è stata esposta anche l’altra emiliana docg: la Maserati. La casa del tridente ha presentato la nuovissima Maserati Granturismo MC Stradale, che è l’auto più veloce della storia marchiata Maserati: essa infatti può raggiungere i 300 km/h e vantare 450 cavalli di pura potenza italiana.

Dulcis in fundo è stata presentata la rivale della Ferrari a partire dagli anni ’60, la Lamborghini, che presenta la Sesto Elemento, che non sarà immatricolata per uso stradale, ma è una concept car,  servita solamente al fine di far capire come il gruppo Lamborghini sia capace di lavorare la fibra di carbonio, appunto il sesto elemento della tavola periodica degli elementi.

Oltre alle supersportive italiane erano presenti, al salone, marche di superlativa eleganza e da motori ruggenti, come Audi e Porsche. Il prestigio americano ed inglese era presente al salone con Jaguar e Lotus, oltre alla nuovissima Corvette e l’audacia inglese di Bentley.

La rivelazione più inaspettata del salone è stata comunque la Lotus, in quanto ha presentato 4 modelli che verranno prodotti e immessi nel mercato mondiale dal 2012 al 2016. Che nello stabilimento inglese, qualcosa bolliva qualcosa in pentola era già stato avvertito, ma erano solo intuizioni, previsioni che sono state poi confermate al salone; ricordiamo però che da qualche anno alla Lotus lavorano alcuni ex ingegneri e designer del cavallino rampante!

Come già citato, il tema predominante del salone, oltre alle supersportive, è stata l’ecologia.

A tal proposito sono stati presentati vari modelli “anti inquinamento”, che se pur mantenendo uno spirito da corsa, hanno sprigionato altre potenzialità: sono Renault DeZir e Fisker Karman, due ibride che a breve vedremo sfrecciare silenziose per le vie d’Europa.

La casa sud-coreana Kia Motor mostrava al suo stand la nuovissima suv diesel-hibrid, una super ibrida anti inquinamento dotata di un motore da 1.7 litri e capace di sprigionare 115 cavalli. Il marchio ceco Skoda, mesi fa, annunciò la sua presenza al salone di Parigi con una gamma ecologica, passati i mesi, oggi, la Skoda ha presentato la “GreenLine”, una linea di autovetture ecologiche, con consumi ed emissioni di CO2 ridotte del circa 35% e composta da Yeti, Superb Fabia, Roomster e l’icona della casa, l’Octavia uno dei modelli di punta da anni della casa ceca.

Accanto ad auto da sogni alcune case motoristiche come Hiunday, Ford ed Opel hanno presentato vari modelli accessibili a tutti e dai consumi limitati, sempre però con un occhio rivolto ad un pubblico giovanile, che vuole anche buone prestazioni.

L’ampia partecipazione di marche e modelli ha decretato anche quest’anno il successo del salone dell’auto parigino.

(G.C.)


Motori 2 tempi o 4 tempi? Questo è il dilemma

I motori a scoppio si sono sviluppati con due tipologie: quelli a 2 tempi e quelli a 4 tempi. Il motore a 4 tempi è sempre stato l’organo motopropulsore principale in campo automobilistico ed è sempre stato un ottimo motore, che oggi anche grazie all’impiego dell’elettronica è divenuto quasi un meccanismo perfetto. Il motore a 2 tempi, invece è presente, alternandosi a quello a 4 tempi, in campo motociclistico.

Il motore a 2 tempi è meccanicamente più semplice, in quanto non vi sono né valvole, né alzavalvole, meccanismo fondamentale per l’accensione di un motore a 4 tempi.

E’ un meccanismo molto semplice, in quanto l’iter di funzionamento è banale: la benzina entra nel galleggiante, da qui passa nell’organo di aspirazione, detto collettore di aspirazione, la benzina miscelata ad aria (processo avvenuto nel carburatore) entra nel cilindro o gruppo termico, qui avviene l’aspirazione - compressione e successivamente la fase di scoppio – scarico. Dopo di che i fumi di scarico passano attraverso il sistema di espulsione di fumi esausti chiamato più comunemente con il termine marmitta e vengono espulsi dal silenziatore.

C’è da fare un’altra distinzione, in quanto i motori producono energia termica e quindi calore, con il calore i metalli si dilatano e ciò, all’interno di un motore 2 o 4 tempi che sia, provocherebbe una grippatura. Per evitare ciò, il motore ha bisogno di essere lubrificato, tramite olii sintetici e soprattutto deve essere raffreddato: i tipi di raffreddamento sono due, a liquido e ad aria.

All’inizio entrambe le tipologie di motore erano raffreddate ad aria, ma con il progresso tecnologico ed ingegneristico è stato sviluppato anche il raffreddamento “a liquido”.

I motori con raffreddamento ad aria sono riconoscibili, in quanto sul cilindro sono presenti decine e decine di alette, che hanno appunto il compito di raffreddare il cilindro, tramite il passaggio di aria tra queste; in passato alcune moto erano a doppio cilindro, il cosiddetto “motore con cilindri a V” e quindi il cilindro posteriore non raffreddava; serviva una innovazione che raffreddasse anche il cilindro posteriore; ed ecco che nacque il raffreddamento a liquido. Anche in questo caso è facilmente riconoscibile se un motore a 2 o 4 tempi sia a liquido o no, in quanto sul cilindro non sono presenti alette, poiché all’interno di esso si trovano dei canali, attraverso i quali passa il liquido di raffreddamento.

E’ possibile fare anche un’altra distinzione, poiché come ho già detto, i motori hanno bisogno di essere lubrificati, e perché ciò avvenga ci sono all’interno dei cilindri dei condotti che portano olio: esistono motori con miscelatore e senza miscelatore. In quei motori con il miscelatore, l’olio va versato all’interno dell’apposito serbatoio, che solitamente si trova accanto a quello del liquido di raffreddamento; invece in quello senza miscelatore, l’olio va miscelato in percentuale alla benzina, ogni qual volta si faccia il pieno di carburante. Solitamente i motori senza miscelatore sono quelli da competizione, come le moto da cross o le moto da strada 500cc di circa 20 anni fa. Per gli esperti, per capire se un motore è a 2 o 4 tempi, basta ascoltare il rumore, se è un suono più “aperto, tintinnante” il motore è a 2 tempi, se invece il motore è più  “tranquillo” è deducibile che sia un 4 tempi. I motori a 2 tempi sono più scattanti, agili e veloci al contrario di quelli a 4 tempi che sono più lenti e tranquilli, ma allo stesso tempo capaci di darti forti emozioni. Il motore a 2 tempi ha però una pecca; va più veloce ed è più agile, ma questa tipologia di motore è più soggetta ad usura e quindi costi e tempi di manutenzione sono molto elevati.

Prevalentemente le case motociclistiche usufruiscono dei motori a 4 tempi per le moto di grossa cilindrata, ad esempio dai 250 cc fino ai 1200 cc, anche se viene utilizzato nelle cilindrate da 50 cc a 125 cc, ma non è molto apprezzato, in quanto per una piccola cilindrata non è il più adatto: non ha velocità ed agilità. Per quest’ultime due cilindrate è preferito il motore a 2 tempi, agile e scattante, perfetto per i ragazzi dai 14 ai 18 anni. I consumi di carburante variano moltissimo, poiché la benzina ha un tempo di combustione più basso e perciò è utilizzata nei motori a 2 tempi, dando ciò che i ragazzi amano, vale a dire prestazioni e velocità.

Le motociclette a 4 tempi al contrario consumano poco, ma questa definizione di “poco” è superficiale in quanto il consumo di carburante varia a seconda della cilindrata, dell’uso, tranquillo o aggressivo e in gergo motociclistico “dalla manetta del pilota”. In termini di affidabilità, manutenzione e comfort sicuramente è preferibile il 4 tempi, molto comodo per i lunghi viaggi, ma se amate non passare inosservati e se potete permettervelo per manutenzione e consumo, scegliete senza esitare motociclette con motore a 2 tempi.

 

Giuseppe Capitanio

 


 

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