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Anno XIV num.4
Lug./Ago. 2015

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LE PRINCIPALI TECNICHE DI GESTIONE DEI RIFIUTI
di Federica Marti

 

Nell’ultimo secolo con il verificarsi dell’aumento dell’uso di beni di consumo si è osservato un incremento della produzione di rifiuti che la gente miscela rendendoli difficilmente recuperabili. Il problema dello smaltimento dei rifiuti è stato oggetto di cronaca negli ultimi anni, soprattutto quello riguardante la situazione della Campania, dove le strade erano state sommerse e intasate dalla montagna di rifiuti prodotti e non smaltiti.

La prima volta che in Italia si è iniziato a parlare di Gestione dei rifiuti risale all’entrata in vigore del Decreto Ronchi L.22 del 5 febbraio 1997 oggi abrogato e assorbito dal Decreto Legislativo 152/2006 IV parte e s.m.i.(modificato D.lgs. 55/11) denominato anche Testo Unico Ambientale.

 

LE RESPONSABILITA’ NELLA GESTIONE DEI RIFIUTI

Nel presente Decreto la gestione dei rifiuti è definita come “un’attività di pubblico interesse” con cui i rifiuti devono essere gestiti attraverso metodologie che non comportino un pericolo di inquinamento per suolo, acqua e aria o pericolo per la salute delle persone e senza danneggiare il paesaggio con odori sgradevoli e rumori.

Il compito più importante è quello dello Stato, delle Regioni e degli enti locali che con ogni mezzo e azione si devono avvalere di soggetti di natura pubblica o privata. La gestione dei rifiuti è operata nel rispetto dei principi di precauzione, prevenzione, sostenibilità, proporzionalità e responsabilizzazione dei soggetti coinvolti nella produzione, distribuzione, utilizzo e consumo di beni che originano i rifiuti attenendosi così al principio del “chi inquina paga”.

Secondo l’Art. 195 lo Stato ha gli obblighi fondamentali di indirizzo e coordinamento per l’attuazione del decreto, definizione di norme e linee guida che regolino le metodologie di gestione dei rifiuti e organizzazione della raccolta differenziata. Le Regioni secondo l’Art. 196 devono stabilire dei Piani Regionali di gestione dei rifiuti, promuovere la gestione integrata e incentivare la riduzione di produzione dei rifiuti e la raccolta di essi. Nell’Art. 197 viene invece stabilito il compito delle Province di individuare le zone idonee alla localizzazione di impianti per lo smaltimento, mentre ai Comuni è attribuito il compito di concorrere con le ATO (Art. 198).

I produttori dei rifiuti devono conferire i rifiuti a terzi autorizzati o al servizio pubblico e detenere un registro di carico/scarico in cui annotare le caratteristiche qualitative e quantitative dei rifiuti.

 

CLASSIFICAZIONE DEI RIFIUTI

Per rifiuti solidi si intendono tutti i diversi tipi di sostanze ed oggetti di scarto o non più riutilizzabili, realizzati dalle attività delle collettività umane e da cicli naturali. I rifiuti solidi sono classificati in base alla loro provenienza e nocività in urbani che sono prodotti da insediamenti civili e si suddividono in domestici, quelli che provengono dai fabbricati; e stradali, che si trovano su strade ed aree pubbliche; speciali quelli provenienti da attività industriali, agricole, artigianali e commerciali tra cui quelli provenienti dagli ospedali, fanghi di depurazione, apparecchiature, veicoli e materiali di demolizione e scavi; e pericolosi contenenti sostanze dannose che rappresentano un rischio per l’ambiente e la salute umana. La produzione dei rifiuti solidi urbani è maggiore al Nord Italia rispetto al Sud con una media stimata di 500 kg all’anno per abitante. La composizione è molto eterogenea poiché costituiti prevalentemente da sostanze cellulosiche, materie plastiche, residui organici in particolare di origine alimentare, rottami ferro-magnetici, vetro e gomme.

 

METODI DI SMALTIMENTO: LE DISCARICHE

L’Italia, per quanto riguarda l’eliminazione dei rifiuti, rimane uno dei pochi Paesi industrializzati in cui tale gestione avviene attraverso lo smaltimento in discarica invece di utilizzare altri metodi. Le discariche rappresentano il sistema di smaltimento più semplice ed economico basato sull’interramento dei rifiuti per ottenere un tipo di demolizione naturale anaerobia della sostanza organica, grazie alla presenza di batteri presenti nei rifiuti putrescibili. Solitamente le discariche vengono localizzate in zone distanti dai centri abitati, ad esempio in avvallamenti naturali o artificiali e aree di basso valore produttivo e commerciale. Sul fondo vengono impermeabilizzate con geo membrane per impedire che il percolato, penetrando il terreno, vada a contaminare le falde idriche. Dopo aver colmato la discarica, essa viene coperta con uno spessore opportuno per impedire il passaggio delle acque meteoriche e poi viene posto un metro circa di terreno vegetale per rivalorizzare il sito.

La zona viene recintata e sorvegliata, periodicamente si effettuano operazioni di derattizzazione e disinfestazione.

Le discariche si classificano in tre categorie: la prima riguarda gli impianti che smaltiscono i rifiuti solidi urbani e quelli speciali assimilabili a essi; la seconda invece è a sua volta suddivisa in tre tipi – A: materiali provenienti da demolizioni, costruzioni e scavi; B: per i rifiuti sia speciali che pericolosi trattatati e non, ma con sostanze dannose presenti in concentrazione inferiore a un centesimo delle concentrazioni limite; C: esclusivamente adibite ai rifiuti pericolosi. Il terzo tipo infine, riceve i rifiuti con elevato grado di pericolosità ed è dotata di congegni per la protezione dell’ambiente e della salute.

 

ALTRI METODI DI SMALTIMENTO: INCENERIMENTO

Un altro metodo di gestione dei rifiuti, tra i più utilizzati, è quello dell’incenerimento, basato sulla distruzione di rifiuti solidi per mezzo del calore superiore ad una temperatura di 1000°C. Questo metodo porta alla formazione di un residuo stabile e mineralizzato, costituito da materiale inerte (ceneri, scorie…) corrispondente al 10% in volume e 30% in peso dei rifiuti iniziali. Questi depositi possono essere smaltiti in discariche o utilizzati come materiale di riempimento per lavori edili e stradali, per la preparazione di malte idrauliche o per la copertura delle discariche controllate.

Data la produzione elevata di calore che raggiunge anche le 1200-2500 kcal/Kg sono spesso associati a dei termovalorizzatori per la produzione di energia elettrica.

 

IL COMPOSTAGGIO

Un metodo relativamente moderno per il trattamento dei rifiuti e la loro trasformazione in compost, ma interessa solo la frazione organica biodegradabile dei rifiuti che va incontro a processi di decomposizione compiuti dalla flora microbica saprofita aerobia termofila.

Il materiale organico viene sminuzzato, vagliato e separato dalla frazione non biodegradabile o a lenta trasformazione, viene umidificato periodicamente e rivoltato frequentemente per fornire l’ossigeno necessario a bloccare i processi di fermentazione anaerobica. Il compost si ottiene in 2-3 mesi e viene utilizzato come fertilizzante di terreni agricoli impoveriti.

 

LA RACCOLTA DIFFERENZIATA

Il criterio più valido per ottenere la separazione di diversi tipi di rifiuto e per recuperare le materie prime da riutilizzare è la raccolta differenziata. I vantaggi di questa tecnica sono il basso consumo di energia e materie prime, l’ottimizzazione del sistema di gestione dei rifiuti a livello globale, aumento del mercato delle materie prime secondarie e una diminuzione della quantità di rifiuti da smaltire. Per diventare materia prima secondaria i rifiuti devono essere conferiti in centri di raccolta dove vengono selezionati e inviati alle industrie per il reimpiego (riutilizzo di materie prime recuperate), riutilizzo (introduzione di materiale proveniente da cicli diversi da quello originale) e riciclo (reintroduzione di materiale recuperato nel loro ciclo originario). I materiali soggetti alla raccolta differenziata sono la plastica, il vetro, la carta, l’alluminio, i rifiuti ingombranti, pile esauste, farmaci scaduti, gli accessori di informatica e la frazione organica. Questi rifiuti vengono convogliati in contenitori appositi, uno per ogni tipo di materiale. Oggi è molto utilizzata la raccolta differenziata porta a porta, perciò ogni cittadino è responsabile della gestione dei rifiuti che produce, ed è il metodo più valido per sensibilizzare le persone ad essere tutori dell’ambiente e a salvaguardarlo.

Il D.lgs. 152/06 stabilisce che in ogni ATO deve essere assicurata una raccolta differenziata pari al 65% entro il 31/12/2012. Aspettiamo tutti il resoconto sperando che l’obiettivo di proteggere l’ambiente sia entrato nella mente e nel cuore della gente. Inoltre, le amministrazioni, devono svegliarsi e iniziare ad adottare seriamente misure atte ad una gestione dei rifiuti che segua alla lettera i principi di precauzione, protezione e sostenibilità che sono la base dell’educazione ambientale e che ormai non bisogna più sottovalutare.

 

Federica Marti

 


 

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